Con oltre 100 partecipanti, l'evento formativo dal titolo “Il Covid: aspetti neurologici, psichiatrici e psicosociali”,
che si è tenuto dieci giorni fa presso l'auditorium dell'Ordine dei Medici di Foggia, ha dimostrato quanto il tema sia di interesse e di attualità. L'organizzazione è stata curata dal dipartimento di neuroscienze del Policlinico Riuniti di Foggia e dall'associazione per la promozione interculturale delle neuroscienze e ha visto la partecipazione di relatori del campo medico, della cultura e dell'informazione. Al centro della discussione non solo gli effetti che il virus provoca nell'immediato nell'organismo di chi si ammala ma si sono approfonditi anche gli aspetti del cosiddetto long Covid, ovvero gli strascichi che la malattia porta nelle persone anche dopo la guarigione. Responsabile scientifico e relatore nel convegno è stato Ciro Mundi, direttore della struttura complessa ospedaliera di neurologia e direttore del dipartimento di neuroscienze del Policlinico Riuniti. l’Attacco l’ha intervistato.
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Perché un convegno sugli effetti della malattia sul sistema nervoso?
Si parla del Covid sempre focalizzando l'attenzione sugli aspetti respiratori ma purtroppo gli aspetti neurologici sono altrettanto emergenti e soprattutto sono tali anche a distanza. Tanto è vero che si parla del long Covid ovvero di sindromi post virali con interessamento del sistema nervoso.
Quali sono gli effetti più pericolosi, più frequenti o che vi preoccupano di più?
Se parliamo della fase acuta, l'effetto più pericoloso che provoca il Covid è l'encefalite con tutti i correlati, meningite, ictus e quant'altro, queste sono le patologie in acuto più temibili. E’ stato anche acclarato che le gravi difficoltà respiratorie che comporta la malattia sono dovute sì al deficit funzionale polmonare ma anche (e forse soprattutto) al deficit dei centri nervosi di controllo respiratori, per cui la respirazione viene peggiorata dai problemi dell'organo ma anche dell'interessamento dei centri regolatori del respiro.
Sono note cure o metodi per affrontare queste patologie?
Non ci sono cure specifiche per l'encefalite o meningite da Covid, queste forme si curano come le abbiamo sempre curate: con antibiotici, antivirali e cortisonici. L'importante è fare immediatamente, o al più presto, la diagnosi. Nel nostro ospedale riusciamo a farlo perché c'è una continua collaborazione tra le varie strutture per quanto riguarda i diversi aspetti di complicanze o di emergenze legate al Covid. L'anno scorso eravamo pronti anche ad aprire una sezione specifica di neurocovid, che non si è più concretizzata semplicemente perché per fortuna man mano i casi sono stati trattati e sono stati assorbiti nei vari reparti, curando tra l'altro le sequele di pazienti ormai negativizzati.
Cosa succede invece ai pazienti che non passano per l'ospedale?
Tutti i pazienti complicati sono pazienti ospedalieri, di conseguenza nessuno di loro rimane in cura a domicilio. Da questo punto di vista le unità territoriali e i medici di base sono ben accorti. Non mi risulta che ci siano stati casi gravi di Covid non ricoverati.
Gli effetti del long Covid si manifestano subito o possono comparire molto tempo dopo la guarigione?
Dal punto di vista neurologico, il long Covid si può manifestare, ad esempio, con il perdurare di alcuni sintomi, come la fatica che è uno di quelli più frequenti, legato spesso anche alla prolungata ipomobilità, obbligata nei pazienti che finiscono in terapia intensiva. Ci sono poi sintomi, che riguardano sempre il sistema nervoso, che possono insorgere a distanza di tempo. Una delle ipotesi legata a questo fenomeno riguarda le vie di penetrazione del virus, tra le più importanti ci sono le vie nervose olfattive, una sorta di parcheggio dove si annidano un po' di cariche virali che poi manifestano la loro azione patologica nel tempo.
I pazienti sono in grado di fare un’autodiagnosi, di accorgersi di essere soggetti a long Covid?
Grazie alla struttura delle malattie infettive della professoressa Teresa Santantonio e del professor Sergio Lo Caputo è stato impiantato un ambulatorio Covid presso il Policlinico. Il paziente che esce dall'ospedale, anche se in buone condizioni, viene periodicamente visto a controllo e durante le visite. Ha l’occasione di evidenziare puntuali sintomatologie presenti ma può comunque in qualsiasi momento rivolgersi all'ambulatorio per rappresentare i disturbi che presenta, i quali vengono debitamente valutati. Il paziente, invece, che, pur guarito, presenta postumi neurologici afferisce direttamente ai nostri ambulatori.
Gli effetti neurologici del Covid sono molto frequenti?
Seguiamo decine di pazienti, non si tratta di episodi rari. Questo però lo sapevamo già: le malattie virali in genere che possono avere delle sequele e strascichi neurologici anche prolungati nel tempo.
A ulteriore conferma che bisogna stare ancora molto attenti al virus.
Attentissimi. Si è visto che i vaccini hanno una durata di protezione limitata, è la terza dose che fa la differenza. Le prime due servono per creare una memoria nel sistema immunitario, il booster provoca la grande attività del sistema immunitario. Indipendentemente dalle difficoltà di comunicazione a cui abbiamo assistito e indipendentemente dal fatto che hanno parlato tutti e di tutto, in realtà era abbastanza chiaro questo fatto. Il Covid non è il virus dell'influenza per il quale facciamo un vaccino ogni anno perché cambia un po' ma quello è. Questo è un virus del tutto nuovo in termini di infezione umana.
Spesso si sentono le persone che hanno contratto il Covid dire di avere perdite di memoria, è possibile che si tratti di una conseguenza della malattia?
E’ una delle complicanze neurologiche che osserviamo e può essere legata al decadimento cognitivo. Anche su questo facciamo dei test approfonditi ma bisogna distinguere se il sintomo compare in chi si è ammalato dopo i 75 anni, in questo caso la patologia può essere semplicemente un fattore che accelera una situazione già pregressa; viceversa nei più giovani in cui si instaura un decadimento cognitivo d'emblée, allora le cose diventano più nettamente collegabili all'esito del Covid. Non dobbiamo dimenticare che questa è una malattia sistemica non esclusivamente polmonare, colpisce prevalentemente i polmoni ma anche l'organismo in tutte le sue parti.
Zone Transition
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Sono effetti transitori o diventano definitivi?
Questo non lo possiamo ancora sapere, è troppo presto. Noi ci stiamo impegnando molto per le diagnosi precoci delle complicanze di long Covid a livello neurologico. E’ un'opera che stiamo scrivendo, man mano che andiamo avanti ci rendiamo conto della situazione. Stiamo guardando con attenzione anche le polineuropatie, vale a dire l'interessamento dei nervi periferici e stiamo osservando che ci sono persone con questa patologia. Siamo di fronte ad argomenti recenti, l'importante è avere il polso della situazione e noi, senza presunzione, abbiamo perfettamente l'idea delle varie patologie. Stabilire il nesso causale per il momento non è impresa facile, questo però non è un problema solo nostro, la letteratura scientifica ci dice che riguarda tutto il mondo. La pubblicazione sul neurocovid più recente si trova sul sito della Società Italiana di Neurologia e viene aggiornata ogni settimana con i contributi di tutti gli specialisti d'Italia. La Sin proprio quest'anno ha dedicato al neurocovid la sua principale attività e questa pubblicazione è straordinaria non solo per gli articoli che analizzano diffusamente tutti gli aspetti ma soprattutto per la bibliografia che è sterminata, svolgendo un’opera veramente fondamentale e di riferimento per tutti i neurologi.