“Non più figli di un Dio minore, la sfida è riaffermare la centralità della medicina del territorio”

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Con la nomina del direttore sanitario, Franco Mezzadri, e del direttore amministrativo, Michelangelo Armenise, la direzione strategica della Asl Foggia è ormai completa. A dirigere le operazioni da una cinquantina di giorni è il commissario straordinario Antonio Nigri, che nella precedente governance ricopriva il ruolo di direttore sanitario.

Idee chiare, apertura verso tutti gli attori del territorio, etica del lavoro e carte scoperte: questi i presupposti dell’azione di Nigri, emersi durante l’incontro con l’Attacco, alla presenza del direttore Piero Paciello e il management dell’Azienda sanitaria di Capitanata.

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Equilibri interni

Per poter essere efficace, l’azione della Asl necessita del coinvolgimento di tutti i lavoratori. Su questo non ha dubbi Nigri: “Questa è un’Azienda molto grande, diffusa in tutti i Comuni, con una capacità di scendere in verticale non automatica. Come fa a far arrivare da poche stanze un messaggio chiaro, da Vieste a Monteleone di Puglia? Non è impossibile ma occorre una comunicazione univoca e diretta, atti intellegibili precisi e costanza rispetto alle questioni. E’ necessario cioè che si posizioni su un ventaglio di valori che possano essere da stimolo per chi in questa Azienda ci lavora e passa la maggior parte del proprio tempo”.

Da qui l’interrogativo del commissario: cosa fare nei primi cento giorni di mandato? “Piuttosto che fare cose, ho immaginato di rompere una situazione per certi aspetti ferma: ritrovare la passione, l'attaccamento al valore lavoro ponendone al centro la sua dignità. Mi sono speso prima per promuovere la salute nei luoghi di lavoro venendo da quel mondo, ho poi chiesto all'Azienda di strutturare una collaborazione con il Bambin Gesù di Roma che ha un modello di lavoro organizzato moderno e oggi ho voluto la rifunzionalizzazione dell'organismo paritetico e rapporti più intensi con i sindacati. Ho promesso di ragionare con loro su temi ben precisi e abbiamo già iniziato un modello di sorveglianza sanitaria e di organizzazione del lavoro, criticato peraltro, come è giusto che sia. In pubblica amministrazione la tentazione da parte dei dirigenti di arrivare all'io e che si possa realizzare una propria idea, anche imboccando scorciatoie è fortissima e sempre dietro l’angolo; e va neutralizzata. Ancora, sto ragionando su come affrontare un’altra criticità legata ad un immaginario sui dipendenti pubblici e che nella nostra provincia è ancora più marcato: occorre recuperare una missione da parte di persone che penso debbano sentirsi fortunate a lavorare a casa propria in un'Azienda come questa, un privilegio non concesso a tutti a fronte del quale sentiamo di dover restituire qualcosa e andare oltre il timbrare il cartellino”, in altre parole non è più il tempo di fare i passa carte (e responsabilità) e l’antidoto è, per Nigri, l’avvio di un processo motivazionale. “Se si percepisce, se questo concetto corre in maniera efficace e continua, come una freccia scagliata che percorre una direzione costante, rifacendosi a valori forse un po’ romantici del lavoro, inteso non solo come un mero adempimento normativo del contratto ma che risponda adeguatamente al fabbisogno di salute, si può fare un salto di qualità anche in Capitanata. Gli addetti ai lavori dovrebbero chiedersi: per quanto tempo uno che è nato nella nostra comunità deve scontare questo gap, quando finisce il tempo in cui se ne paga il prezzo? Il nostro compito è quello di dare risposte, anche se significa lavoro, impegno, formazione extra. Ma quando viene fatto, questo motiva e dà entusiasmo agli operatori, come abbiamo avuto modo di vedere in un caso particolare, legato alla presa in carico di una bambina affetta da una patologia rara. Questo percorso di tensione va portato avanti perché così si riesce a stare sul pezzo e deve essere supportato dal mutuo aiuto: esserci affinché i lavoratori rispondano con eguale disponibilità”.

Equilibri esterni

Ma non si parte da zero, senso di collaborazione e lavoro di squadra sono stati rafforzati dal Covid, fase durante la quale si è riscoperto il ruolo della rete sanitaria, che “è efficiente solo se gli attori principali lavorano insieme”, ha ricordato il commissario, all’interno ma anche con le altre strutture, in particolare Policlinico Riuniti di Foggia e Casa Sollievo: “Immediata fu la nostra risposta dopo la notte nera delle 17 ambulanze in fila al pronto soccorso di Foggia, era un nostro problema e attivammo il Ps Covid a Cerignola, pur non essendo programmato. Fondamentale in questi casi è il ruolo delle persone, non atti scritti ma nomi e cognomi con cui condividere responsabilità e percorsi motivazionali di valori che ci consentono di dare risposte e tenere aperti reparti pure senza un numero adeguato di personale. In questo contesto, l’alleanza fra le Aziende principali del territorio è la conditio sine qua non per ragionare su cosa offra la Capitanata. Abbiamo questi campioni e non possiamo giocare ognuno per conto proprio, è quindi importante capire come posizionare le direzioni strategiche, il territorio ha diritto a dei servizi ed io devo fare presente che non è ammissibile lavorare solo per sé stessi, sulla base di quella storica competizione tra Aziende. Quando Asl e Riuniti vennero separati, migrarono verso l’ospedale le risorse più in tensione immaginando di fare una carriera professionale più prestigiosa o comunque più gratificante là, perché i figli di un Dio minore rimasero qui. Io credo che occorra trasformare quell'eredità e fare della Asl un’Azienda in grado di dialogare con Policlinico e Casa Sollievo in un momento in cui forse la vera sfida, alla luce di tutte le indicazioni normative, è riaffermare che il cuore dei servizi sanitari è il territorio, dove cioè si fa la differenza in termini di salute. Questa è la cosa più urgente per la provincia di Foggia. Casa Sollievo, Policlinico e Asl dovrebbero essere un unicum: non a caso ho prorogato fino al 30 settembre la convenzione per consentire ai medici 118, storicamente carenti in Azienda, di poter dare una mano al pronto soccorso di Foggia e Lucera. Anche se la pancia avrebbe detto no, ho irrobustito il dialogo tra le due direzioni sanitarie e abbiamo detto invece sì, per dare un segnale alla comunità. Anche se c'è una divaricazione, una competizione l'asticella va alzata e la sfida va declinata come un valore aggiunto, sempre al rialzo, altrimenti paga Foggia che ha già tanto da recuperare. Ma se da un lato abbiamo la necessità di raccontare la provincia in termini di eccellenza, dall'altro lato non dobbiamo avere il timore del confronto, di contaminarci, di imparare ed aprirci senza problemi: giriamo le carte”.

E’ importante rimettere al centro dei servizi erogati dal pubblico (Comuni, Asl , Inps, etc), oggi a compartimenti stagni, il cittadino, così come già succede in altri Paesi, “L’amministrazione deve seguire le esigenze del cittadino, non viceversa. Oggi c’è l’opportunità di cambiare rotta, grazie alle risorse in arrivo in Capitanata (circa 100 milioni tra Pnrr e altri finanziamenti, ndr): solo l'Azienda e il territorio che riusciranno a farlo, potranno ambire ad una qualità della vita discreta, noi partiamo in ritardo ma se in questa fase riusciamo a stressare la macchina amministrativa ancora un po’, abbiamo qualche speranza di posizionarci altrimenti il rischio è che non ci riusciremo mai”.

Il ruolo dei Sindaci e della Regione

Per Nigri l’interlocuzione con i primi cittadini non è più roba da massimi sistemi ma si fa riferimento alle persone. “Quando parliamo con loro chiediamo che ci facciano i nomi e cognomi, non discutiamo genericamente delle sorti del presidio: è l'unica strada che abbiamo per dare un senso alla struttura, per mantenerla in vita e difenderla. Se il direttore del reparto x nell’ospedale y fa troppe malattie ce lo deve dire il Sindaco, solo così possiamo intervenire per far crescere il presidio. Così come se il reparto z è poco funzionale, deve capire che è importante farsi da parte per dare spazio, ad esempio, alla dialisi che, come ribadito nelle sedi opportune, non è di competenza di Casa Sollievo ma dell’Asl. Solo in questo modo, il bisogno della cittadinanza può essere soddisfatto in loco”.

E su questi temi per la Asl è più facile ragionare proprio con gli amministratori locali. “Il sistema dei Sindaci in provincia di Foggia è abbastanza consapevole, soprattutto nelle grandi città e zona Gargano e Monti Dauni, l'unione di quelle realtà va avanti da tempo, regge bene”. D’altro canto, vanno date risposte chiare e assunte decisioni, anche spinose. “Qual è l'esempio che si vuole dare nel nostro territorio? Di fronte ai profili di responsabilità, la tentazione di scappare è fortissima – ha fatto notare Nigri -, ad esempio stiamo andando avanti sulle gare in essere, tra cui ci sono procedure delicate. Mi sono ritrovato, da commissario, di fronte alla gara sull’elisoccorso estivo, il dubbio se firmare o meno l’ho avuto (unica partecipante Alidaunia, coinvolta nell’inchiesta giudiziaria che a dicembre scorso portò anche a diversi arresti in sanità, ndr). Ho incontrato i Sindaci, che spesso si lamentano delle difficoltà dell’assistenza sanitaria sul Gargano e ho firmato, non a cuor leggero ma sapendo cosa quel servizio significhi per Peschici, Vieste e Rodi. In altre parole, la complessità dell'Azienda va affrontata, lo ribadisco, con una impostazione valoriale affinché possa arrivare, nel più sperduto angolo, un messaggio ben preciso”.

Nel frattempo la pandemia ha rafforzato la filiera Regione-Azienda, accorciando la catena di comando, il che agevola e velocizza le decisioni. “Va sostenuto poi il ruolo dell'associazionismo ma anche della cittadinanza attiva e la capacità diffusa di esserci, anche se non iscritti a gruppi”.

Adi

Il primo livello dell’assistenza domiciliare integrata viene assicurato dalla Asl, secondo e terzo, ad alta complessità, dal privato. “Qualche anno fa fu fatta una gara di esternalizzazione, quel percorso è stato poi interrotto dal Covid. Ora, con la migrazione degli infermieri verso le strutture pubbliche che evidentemente sono più attrattive per loro, i privati sono in affanno. In questa fase occorre capire come tutto questo si concretizza all'interno della casa delle persone. La nostra sfida sta nel chiedere la qualità del servizio, quella del privato è di realizzarla”. Ma in Asl è in corso una riflessione: se è stato possibile internalizzare le postazioni 118, anche aumentando la spesa, perché non ragionare in quella direzione per altri servizi?

“Al momento la priorità è il monitoraggio e abbiamo creato un cruscotto per capire nei vari servizi che cosa sta succedendo, siamo partiti con l’Adi, recuperando dati puntuali: dai costi, alla soddisfazione del paziente. Un controllo che si può strutturare anche per altri servizi strategici ma di confine come la spesa protesica e quella farmaceutica. La premessa è: può fare la Asl, anche con costi più alti, quello che stanno facendo in esternalizzazione i privati. Così com’è sta andando bene? E se non va bene perché non lo facciamo noi? O l'alleanza pubblico pubblico è virtuosa o non ha senso, o l'alleanza pubblico privato è virtuosa o va rivista”.

Del cruscotto su Adi se ne occupano Responsabile unico del procedimento e Direttore dell’esecuzione del contratto, due direttori di distretto (Ciavarella e Cannarozzi), che da osservatori del territorio possono avere il polso preciso della situazione.

Zone Transition

Zone Transition

Liquidazioni Covid Universo Salute

La vicenda, raccontata su queste colonne in anteprima, portò anche ad una interrogazione in consiglio regionale da parte del capogruppo FdI Ignazio Zullo: Universo Salute, in quanto soggetto privato inserito nella rete ospedaliera regionale Covid, eseguì delle prestazioni per le quali chiese una liquidazione all’Asl Foggia e Bat. La prima pagò metà cifra, la seconda nulla ma a far discutere fu piuttosto la tariffazione delle attività. “La definizione economica di quelle prestazioni non ha trovato veloce riscontro – ha fatto sapere il commissario -, oggi la Regione ci chiede (a Foggia e Bat) formalmente di definire con precisione i dati delle prestazioni che ha eseguito il privato in quei mesi, in modo da capire congruità e appropriatezza delle stesse in maniera puntuale ed articolata. Abbiamo messo in piedi un gruppo di lavoro dedicato, stiamo interloquendo con il privato interessato per avere riscontro rispetto alla quantificazione di quanto fatto, con la consapevolezza che le due Aziende dovranno raccordarsi tra loro ed entrambe con la Regione. Ma la sintesi finale la farà la Regione, a cui spetta il compito di fare la quadratura del cerchio. Poi la Asl si limiterà a prendere atto delle determinazioni in arrivo da Bari, richiedendo somme indietro se non dovute o integrando se la cifra finale dovesse essere superiore rispetto a quella già liquidata”, ha concluso Nigri.

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