Sit in di protesta questa mattina, ad organizzare la manifestazione le sigle sindacali Fials e Usb davanti alla Rsa di Troia gestita dal Gruppo San Raffaele. Da mesi ormai si protrae una crisi che sembra non avere spiragli di soluzione.
“Siamo qui oggi per il mancato pagamento di una parte delle retribuzioni del mese di maggio – ha illustrato a l’Attacco Achille Capozzi, segretario provinciale della Fials -. A noi preoccupa lo stato attuale della situazione: la Regione, dal canto suo, ha fatto la sua prima mossa, ha chiesto al privato gestore se volesse interrompere il servizio oppure mantenerlo fino alla nuova gara d'appalto, poi ha chiesto all'Asl Foggia se ci fosse la volontà di internalizzare o bisognasse andare a gara. Ma si fanno queste trattative tenendo lto lo scudo umano del personale, come al solito. I lavoratori non vivono bene questo momento, stanno psicologicamente a terra perché non conoscono, non vedono il loro futuro. La società Sgas si è impegnata attualmente a mantenere il servizio ma non si impegna ancora totalmente a mantenere gli stipendi ai lavoratori. E’ per questo che oggi siamo qui, la società ci dica se intende o meno mantenere l’impegno con i lavoratori. Siamo qui per chiedere il rispetto del lavoro e il rispetto dei lavoratori”.
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Tra le richieste che l'Usb ha inoltrato agli organi competenti, anche quella alla Asl di esercitare il potere di sostituzione proprio nei pagamenti ai lavoratori. “Il pagamento degli stipendi dei lavoratori è in ritardo – ha aggiunto Gianluca Di Pumpo, del coordinamento provinciale Usb -, non solo una parte di maggio ma ormai siamo prossimi anche a quelli di giugno. Per questo abbiamo chiesto alla Asl Foggia di sostituirsi alla società proprio in virtù del fatto che quest’ultima lamenta da sempre la mancata disponibilità di fondi per far fronte all'erogazione degli stipendi. Veniamo già da ritardati pagamenti di aprile e di marzo 2024 e non sappiamo se il 10 verrà accreditata la quattordicesima mensilità. Chiediamo altresì la convocazione del tavolo regionale (annunciato ma mai riunito, ndr), siamo fermi al 23 aprile, giorno in cui si era convenuto che al tavolo Sepac ci fosse anche il governatore per un ulteriore incontro chiarificatore utile ad appianare tutti i problemi tra ente regionale e gestore. Nel mezzo, però ci sono sempre i lavoratori che sono demotivati, a livello psicologico sono a terra e quindi ci può essere anche un problema di assistenza, mentre i pazienti, che sono fragili, ricordo, hanno tutti i diritti di essere accuditi e tutelati”.
Nel braccio di ferro tra Regione e San Raffaele, il privato aveva paventato, se non fossero state adeguate le tariffe, il recesso dal contratto e il licenziamento collettivo di tutti gli oltre 130 lavoratori sparsi tra le Rsa di Troia, San Nicandro Garganico e Campi Salentina gestite, tutte dal Gruppo romano. Ma per ora questo rischio sembra essere scongiurato. Ciò nonostante le preoccupazioni dei familiari dei parenti dei ricoverati non sembrano attenuarsi, anche loro hanno manifestato al fianco dei lavoratori.
La voce del malcontento è stata affidata ad Antonio Cavallo, foggiano con la madre nella struttura di Troia. “Siamo qui per far sentire la nostra forza e il nostro incoraggiamento per loro, per i lavoratori, ragazzi dal cuore d’oro che stanno lavorando anche se non ricevono gli stipendi per intero e con puntualità. Non solo, so che vengono anche tartassati da qualcuno che gli ha detto pure di vendersi la casa, e così via. E c'è una persona, Francesca, un'educatrice che nella situazione d’emergenza in cui ci troviamo adesso, sta facendo anche l'Oss, senza pretendere nulla. Quindi loro sono la nostra forza. Loro sono i nostri eroi. Lo dico ancora una volta: la politica si deve vergognare, Emiliano, il consiglio regionale, tutti dove sono? Perché non sono venuti oggi qui ad aiutare questi ragazzi, che meritavano anche la loro presenza?”.
Unica eccezione, la presenza a fine manifestazione del neoeletto Sindaco di Troia Francesco Caserta, che ha ascoltato sindacalisti e parenti dei degenti. “Non importa – ha aggiunto Cavallo -, ci difendiamo noi come stiamo facendo e faremo. E voglio dire a Michele Emiliano, se ha il coraggio venga qua a parlarci, soprattutto cancelli quella maledetta delibera, la cosa più vergognosa che hanno fatto negli ultimi 50 anni, forse la più brutta legge. Perché quando si fa una legge la si fa per le persone, per il popolo”.
Zone Transition
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Ulteriori notizie e approfondimenti nell’edizione di domani del quotidiano l’Attacco.