Per non perdere i fondi il Parco abdica a Sogesid

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Costa la bellezza di quasi 800mila euro all’ente Parco nazionale del Gargano il supporto tecnico-specialistico di Sogesid spa. L’ente presieduto dal professor Pasquale Pazienza ha interpellato la spa, che ha chiesto 773.243,68 euro. Un accordo per attività che risultano coerenti - spiega Pazienza nel proprio decreto presidenziale del 27 dicembre scorso - con la disciplina prevista dalla Convenzione Quadro sottoscritta il 9 giugno 2020 tra il Ministero dell’Ambiente (oggi Ministero della Transizione Ecologica) e Sogesid spa.

“La proposta economica della società in merito al supporto tecnico-specialistico per l’attuazione dei programmi ed interventi individuati dall’ente Parco è ritenuta congrua e non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”, sottolinea Pazienza. Com’è noto, da parecchio tempo ormai Pazienza e il direttore facente funzioni Vincenzo Totaro governano l’ente in maniera solitaria, mancando sia il consiglio direttivo che il direttore effettivo.

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E’ in questa situazione che si inserisce la decisione del docente Unifg, nominato dall’ex ministro Costa in quota alla Lega di Raimondo Ursitti e Massimo Casanova.

Pazienza ricorda che “l’ANAC nel 2019 ha deliberato l'iscrizione di Sogesid, quale società in house del Ministero della Transizione Ecologica e del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, nell’elenco delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori che operano mediante affidamenti diretti nei confronti di proprie società in house. Sogesid, nel corso degli anni, attraverso specifiche convenzioni, ha maturato esperienza nel supporto delle attività tecniche specialistiche prestate al Ministero dell’Ambiente e ciò garantisce una accertata affidabilità della società stessa”.

Inoltre la legge prevede che “per la realizzazione di piani, programmi e progetti, ferma restando la possibilità di ricorrere a procedure di affidamento di evidenza pubblica, gli enti parco nazionali possono avvalersi della società di cui all'articolo 1, comma 503, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, mediante stipula di apposite convenzioni senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nella disponibilità dei fondi ordinari a disposizione dell’ente”.

Ammontano nel complesso a 4.038.495,65 euro i programmi e progetti per i quali Sogesid affiancherà il Parco: la riqualificazione Rifugio Sant’Egidio (90mila euro, fondi del MiTE), la gestione multifunzionale della foresta Comuni di Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo (501.800 euro, fondi MiTE), il restauro piscine- invasi A.I.B. (196mila euro, fondi MiTE), gli interventi selvicolurali per A.I.B e resilienza (215mila euro, fondi MiTE), la realizzazione di caserma e alloggi Carabinieri Forestali a Monte Sant'Angelo (1,5 milioni di euro, fondi MiTE e Parco), gli interventi finalizzati al ripristino delle infrastrutture verdi - ripristino muretti a secco (873.217,39 euro, fondi MiTE), gli interventi finalizzati al ripristino delle infrastrutture verdi - recupero e manutenzione rete sentieristica (662.478,26 euro, fondi MiTE).

Sono solo una piccola parte dei progetti in corso, i più importanti dei quali valgono nel complesso ben 20.141.606,70 euro. 

Interventi che, sottolinea Pazienza, “richiedono, per la loro realizzazione, un grande sforzo organizzativo e un notevole impiego di risorse umane soprattutto in relazione alle scadenze temporali fissate per l’esecuzione degli stessi, oltre all’apporto, per diversi di loro, di figure altamente specialistiche aventi titolo di studio e competenze non rinvenibili nel personale dell’attuale struttura organizzativa”.

Per tali ragioni “con il solo personale della dotazione organica dell’ente, non risulta possibile fronteggiare l’enorme e straordinaria mole di lavoro derivante dalla realizzazione dei progetti ed interventi in essere in quanto la situazione venutasi a determinare risulta di carattere straordinario e eccezionale”. Per risolverla, quindi, “si rende necessario e urgente reperire l’intervento di un soggetto esterno in grado di assicurare, in tempi rapidi e con professionalità e competenza, il necessario supporto tecnico-amministrativo all’ente necessario per il raggiungimento degli obiettivi previsti nei programmi e progetti sopra elencati, pena il rischio concreto della perdita dei finanziamenti con tutte le conseguenze negative che tale aspetto provocherebbe allo sviluppo dell’area protetta, oltre ad arrecare un notevole danno all’immagine dell’ente”.

La decisione di avvalersi di Sogesid è dipesa “anche in considerazione dell’expertise maturata nel corso degli anni dalla società pubblica attraverso il supporto tecnico-specialistico garantito nelle materie ambientali al Ministero dell’Ambiente e alle altre Amministrazioni centrali, regionali ed enti locali, incluse le Strutture commissariali di Governo e dell’affidabilità che la società ha dimostrato”. In particolare, “Sogesid fornisce supporto alla Direzione Generale per il Patrimonio Naturalistico (PNA) e alla Direzione Generale per il Mare e le Coste (MAC) del MiTE”.

Ma la scelta di affidare l’incarico alla spa, se da un lato è volta ad evitare la perdita dei fondi di cui l’ente è stato beneficiario, dall’altro lato impone una serie di riflessioni. E’ un paradosso che contrasta col principio di sussidiarietà il fatto che il Ministero, soggetto che dà i fondi, poi tramite la propria società in house sia anche il soggetto che decida come spenderli. L’ente Parco si “consegna” per le proprie incapacità organizzative, per l’atavica insufficienza di organico, per la carenza di figure specializzate (dagli ingegneri ai dottori forestali).

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Sarà Roma a decidere chi dovrà lavorare e a gestire le procedure (magari con affidamenti diretti), in barba al Gargano. Un esito che certifica l’incapacità dell’ente Parco sia di programmare che di reperire professionalità locali. Una sconfitta che rappresenta un danno per i professionisti locali, per gli Ordini professionali, un’enorme occasione persa per il territorio.

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