Sono state davvero tante le questioni che, in questi anni, hanno visto su posizioni opposte il presidente del Parco nazionale del Gargano Pasquale Pazienza e il mondo ambientalista. La musica è stata sostanzialmente sempre la stessa, sotto questo aspetto, da quando il docente Unifg fu nominato alla guida dell’ente di Monte Sant’Angelo nell’estate 2019 dall’allora ministro dell’ambiente Costa in quota alla Lega. Il mandato scade quest’anno e si è svolto quasi totalmente nella più piena solitudine, accentrando a sé ogni funzione alla guida di un ente che gestisce decine e decine di milioni di fondi pubblici. Nessun contrappeso istituzionale dopo la scadenza del consiglio direttivo a giugno 2020, l’assenza della giunta esecutiva e anche quella di un direttore effettivo, visto che il facente funzioni Vincenzo Totaro (in carica da settembre 2020) non è mai stato sostituito da un nuovo direttore di nomina ministeriale né tantomeno Pazienza ha effettuato una rotazione con altri dirigenti dell’ente. Tra le numerose vicende al centro delle polemiche da lungo tempo c’è quella attinente all’Oasi Lago Salso di Manfredonia.
“In questi giorni la proposta del presidente del Parco nazionale del Gargano di trasformare l’Oasi Lago Salso in una riserva statale è stata depositata presso l’Ispra per il parere”, afferma il professor Alfredo De Luca, referente di Europa Verde Manfredonia. “Questo è un tentativo di scippare ai cittadini di Manfredonia il proprio patrimonio indisponibile: l'Oasi Lago Salso. Questo furto colpisce proprio i cittadini, non il Comune di Manfredonia. I terreni dell’Oasi sono vincolati da uso civico e non possono essere trasferiti, per la loro natura, nemmeno allo Stato. Il Parco vuole, invece, trasformarla in una riserva statale. È importante precisare che una riserva statale - integrale o orientata - non prevede alcuna considerazione per le attività umane quali turismo ed agricoltura, le quali diventano vietate”, prosegue l’ex consigliere comunale sipontino.
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“L'Oasi, essendo parte del Parco Nazionale del Gargano e delle aree Natura 2000, non necessita di ulteriori vincoli, ma di una gestione competente che attragga finanziamenti per mantenere e ripristinare gli ambienti umidi, compresa la parte idraulica, e rendere l'area nuovamente utilizzabile dai cittadini di Manfredonia e dai turisti. Noi Verdi sosteniamo da anni la necessità di istituire una ASBUC, ovvero una Amministrazione separata dei beni di uso civico, che deve comprendere anche altri beni demaniali come il bosco Cavolecchia, Sciali o le paludi di Siponto. Chiederemo alla nuova amministrazione di far rispettare al Parco la sentenza del TAR Puglia del 2022 che obbliga il Parco a restituire i terreni al nostro Comune e di avviare la creazione di una ASBUC in grado di gestire efficacemente l'Oasi, attirando finanziamenti anche per svilupparla a fini turistici”, conclude De Luca.
“Da quanto abbiamo saputo, la proposta di Pazienza sta andando avanti a livello ministeriale. Pare che ci sia, politicamente, l'input a procedere su questa strada. L'aspetto più controverso della questione, per noi, è che si tratta di un'operazione ridondante dal punto di vista della tutela dell'area, già tutelata”, afferma a l’Attacco il naturalista foggiano Vincenzo Rizzi, referente del CSN (Centro Studi Naturalistici onlus) che è socio di minoranza del PNG nell’Oasi Lago Salso spa in liquidazione, nonché gestore con enorme successo dell'oasi limitrofa Laguna del Re, che rappresenta un esempio positivissimo di gestione attiva di un’area naturalistica.
“Bisogna fare un'analisi complessiva su come sono gestite le riserve dello Stato in provincia di Foggia, su demanio pubblico”, continua Rizzi. “Tutte sono gestite dall'ente Parco. Prendiamo, ad esempio, la riserva di Frattarolo, limitrofa all’Oasi Lago Salso: un modello del tutto inadeguato, visto che ci sono state poche decine di visitatori negli ultimi dieci anni, un numero assolutamente risibile. Se finora l'ente Parco nazionale del Gargano non è stato in grado di valorizzare, rendere fruibile e impedire il bracconaggio nell'Oasi Lago Salso non si capisce per quale ragione adesso Pazienza propone un istituto che non sta evidentemente funzionando. Le azioni del Parco sull'area dell'Oasi Lago Salso non siamo mai riusciti a comprenderle, hanno comportato la totale chiusura dell'Oasi. Alla politica di Manfredonia chiediamo di analizzare cosa l'ente Parco ha fatto e cosa, invece, noi abbiamo realizzato alla Laguna del Re. Ma, soprattutto, bisognerebbe pensare a cosa si potrebbe realizzare grazie a un asse forte tra enti pubblici e soggetti associativi privati. Nell'Oasi Lago Salso sono mancate anche le azioni di conservazione. La sentenza che obbligava il Parco a restituire i terreni dell'Oasi al Comune non è stata fatta rispettare dall'ente comunale, sarebbe dovuto accadere durante l'amministrazione Rotice. Noi avremmo desiderato maggiore confronto con le commissarie prefettizie che oggi reggono l'ente, ma finora non abbiamo avuto ancora alcuna risposta. Quanto all’ex amministrazione comunale”, evidenzia Rizzi, “col sindaco Rotice e con l'assessore all'ambiente Basta l'interlocuzione fu buona ma mancò il coraggio di fare delle scelte. Del resto noi rappresentavamo una piccola associazione mentre dall'altra parte c'era un grande ente pubblico come il PNG. Vorremmo invitare la politica a riflettere e a prestare attenzione anche alla questione di una spa che è tuttora ancora in liquidazione, quando avrebbe dovuto essere liquidata in tempo velocissimo”.
Zone Transition
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Suscita sconcerto anche che la proposta di fare dell'Oasi una riserva statale non sia stata discussa con gli attori del territorio. “Non è stata portata a conoscenza di nessuno, sebbene sia sempre stata un’idea di Pazienza. L’ha presentata in Regione Puglia”, conclude Vincenzo Rizzi. “La cosa che ci lascia perplessi è anche questo aspetto, ovvero il supporto che ha ricevuto dalla Regione. Una Regione che non ha tenuto conto delle segnalazioni critiche e delle denunce arrivate sia dal territorio che dalle istituzioni, ovvero gli ex commissari del Comune di Manfredonia”.