La Puglia è certamente terra di accoglienza. Lo ha capito anche una come Giorgia Meloni che ha deciso di caricare a bordo di un pullmino un gruppo di gitanti candidati che dal Lazio e altre regioni limitrofe entreranno nelle liste delle circoscrizioni per poi ripartire alla volta della Capitale con in tasca i voti dei cittadini pugliesi.
Fratelli d’Italia ha in pugno la vittoria che, come dicono i sondaggi, sarà una sorta di Caporetto per il Pd e per Letta “occhi di tigre”. Piaccia o no il sistema elettorale elaborato da Ettore Rosato, forse in un momento di scarsa lucidità, nella realtà dei fatti affida le nomine dei parlamentari non al popolo scippato di uno strumento democratico ma alle segreterie nazionali.
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
Destra, sinistra, cinquestelle, terzo polo. La configurazione attuale degli schieramenti con l’area progressista suicida, va tutta in direzione dei moderati che viaggiano col vento in poppa. Dalle anguste sale del Nazareno si dovranno fare i conti con l’esito del vertice privato fra Letta, Emiliano e Decaro per risolvere il rompicapo delle candidature del Pd alle politiche del 25 settembre prossimo. Lo stesso Letta nei giorni scorsi ha mandato segnali molto chiari ai due principali protagonisti del Pd regionale: “O fate come dico io e siete con me oppure restate fuori dalle scelte”. Una sorta di out-out giustificato dalla situazione di totale incertezza in un quadro nazionale nel quale per rimanere a galla è necessario piazzare pedine importanti a scapito del sacrificio dei tanti in lista d’attesa.
E’ altrettanto evidente che c’è un altro obiettivo del segretario nazionale il quale all’alba del 26 settembre, il giorno dopo l’election day, potrebbe vedere seriamente minacciato se non compromesso il suo cammino verso il congresso nazionale e la sua conferma ai vertici della segreteria. In questa prospettiva, dicono molti osservatori politici, i voti della Puglia e le reazioni di Emiliano-Decaro potrebbero essere determinanti. A questo si aggiungono gli stati d’animo del civismo che ruota attorno al presidente e ad alcuni assessori.
La coppia barese ha capito l’antifona e dunque sul piatto romano è stato posto anche questo argomento a futura memoria. In presenza di un’intesa definitiva sulla griglia di partenza si potranno schierare i sei nomi dei futuri parlamentari pugliesi dei democratici ai quali si aggiungerà quello di Claudio Stefanazzi e un altro nome evitando di pestare i piedi a chi ha già ottenuto il via libera per prenotare una stanza nei pressi di Montecitorio o di Palazzo Madama per cinque anni a 15mila euro mensili.
Tutto dovrà mantenersi nel perfetto equilibrio considerando quelle candidature già preannunciate che vanno dal vicepresidente della Giunta Regionale Raffaele Piemontese alla Presidente del Consiglio Loredana Capone che i voti ce li hanno. Nel quadro attuale fra civici, Azione e Terzo Polo, si diceva che il dialogo con il consigliere Antonio Tutolo da imbarcare tra i calendiani è ancora a un punto morto. L’ex sindaco di Lucera per il momento riesce a mantenere controllo e riservatezza in una fase dove tutto può accadere. Il suo “lasciamo stare...fatemi stare zitto” fa immaginare un altro incatenamento davanti ai cancelli.
Anche Giandiego Gatta si limita al: “Preferirei commentare dopo la scelta che farà il mio partito”. Ma in Capitanata c’è grande agitazione nell’area moderata a causa del pressing di Fitto per candidare la fedelissima Annamaria Fallucchi con FdI. A quanto pare la disputa accesa è con il consigliere regionale Giannicola De Leonardis al quale in queste ore sarebbero state recapitati messaggi di protesta da parte degli iscritti. Vibrata protesta che la segreteria provinciale avrebbe fatto giungere ai piani alti romani trasformatisi in una sorta di ring, fino a far volare stracci e parole grosse tanto da richiedere l’intervento del coordinatore regionale Marcello Gemmato.
De Leonardis sostenuto dalla base rischia - dicono alcune fonti - di restare fuori dalla partita per il limite imposto dalla Meloni alla candidatura dei consiglieri regionali e soprattutto per fare spazio a candidati di altre province. A rompere gli equilibri ci pensa anche Forza Italia: la candidatura del sindaco di Apricena Antonio Potenza è data per certa ma da Bari gli azzurri sulla Foggia-Bat calerebbero l’asso di Francesco Paolo Sisto.
Sul piano numerico della suddivisione dei collegi uninominali in Puglia, sei andranno a Fratelli d’Italia, quattro ciascuno a Lega e Forza Italia e uno a Noi con l’Italia. Si tratta di collegi che i sondaggi attuali danno sicuramente vincenti per il centrodestra per cui adesso la partita si sposta sui nomi dei candidati.
Da Roma, come si diceva, è arrivato lo stop ai sei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia che avevano prenotato il posto. Chi sta alla Regione resta lì dov’è. Sarebbe stato questo il diktat della Meloni, al massimo dipenderà dalle trattative romane se ci sarà spazio solo per un paio di consiglieri. La Meloni avrebbe anche deciso di mandare in Puglia candidati provenienti da Lazio e altre regioni tanto a conti fatti passerà da 1 a 14 parlamentari quindi c’è spazio per tutti.
I quattro collegi di Forza Italia saranno riservati agli uscenti anche se alcuni di essi capeggeranno anche i listini proporzionali. Nella Lega i quattro collegi andranno ai tre uscenti e a una new entry ancora da individuare. Per “Noi con l’Italia” il candidato sarà l’oncologo Francesco Schittulli.
Zone Transition
Zone Transition
Infine il Movimento 5 Stelle: tutti gli uscenti rimasti hanno ripresentato la candidatura, 13 in tutto per un massimo di sette posti a disposizione.