Nel Pd si cincischia ancora sulle civiche, in casa dei FdI foggiani c’è chi prova a seminare zizzania

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Se il viaggio a Roma di Michele Emiliano, recatosi al confronto con Letta per perorare la causa delle civiche pugliesi è stato enfatizzato, nella realtà dei fatti il punto di partenza resta tale e quale a parte teorie e intendimenti. Più nello specifico si dovrà attendere Ferragosto per conoscere la reale griglia di partenza e la ripartizione delle candidature nei collegi che dovrebbero riservare almeno un posto al braccio destro del governatore Stefanazzi e forse un posto per l’assessora regionale all’Istruzione Sebastiano Leo.

Fin qui il copione che ormai resta identico da giorni con poltrone riservate agli uscenti e ai soliti noti. Il segretario regionale Marco Lacarra si dichiara consapevole di “quanto sia importante il Partito democratico, quanto siano importanti le civiche, quanto siano importanti partiti come Articolo Uno”. “E’ chiaro - ha dichiarato il parlamentare all’indomani del colloquio con il segretario nazionale Enrico Letta -  che bisogna fare un peso di fronte alle forze politiche in campo”.

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“Quello che io non voglio assolutamente che accada - tiene a sottolineare – è che si personalizzino le questioni. Qui stiamo parlando di un rapporto che riguarda il Pd, le liste civiche e le altre forze della coalizione”. Scendendo più nel pratico con la cosiddetta griglia di partenza delle candidature il segretario regionale dei democratici chiarisce: “In realtà non c’è una griglia vera e propria, ci sono state delle segnalazioni e delle istanze, come è giusto che sia, fatte pervenire dai territori, tutte ascoltate e poi dovranno ovviamente confrontarsi con le esigenze di chiudere il cerchio con le altre forze politiche. E’ chiaro che il partito democratico che è la forza centrale della coalizione deve fare come il buon padre di famiglia anche rinunciare a qualcosa per poter fare in modo che siano tutti dentro”.

Per la vigilia di Ferragosto è stata convocata la segreteria nazionale del partito durante la quale si tenterà di raggiungere una intesa definitiva e dunque stabilire mettendo nero su bianco chi sarà della partita e chi invece rimarrà in panchina: “Deve essere trovata una sintesi - puntualizza Lacarra - lavoreremo senza sosta fino a quella data per poter presentare un quadro completo”.

E’ pur vero che nel centrosinistra sono partiti degli appelli inequivocabili all’indirizzo del partito democratico pugliese e non solo. La segreteria di Articolo Uno chiede espressamente che si riaprano i rapporti con il Movimento 5 Stelle per evitare la debàcle elettorale. Appello che al momento è stato del tutto ignorato dai democratici ma che al momento - come ha chiarito al nostro giornale l’europarlamentare Mario Furore, si esclude almeno per le elezioni del 25 settembre. La corsa in solitaria dei pentastellati è tutta in salita ma al di là del previsto ridimensionamento della pattuglia in Parlamento, chi potrebbe pagare un prezzo molto più alto potrebbe essere proprio il Partito democratico.

Nel centrodestra pugliese i partiti sono al lavoro per definire i candidati non senza scosse di assestamento nelle varie formazioni politiche. I referenti regionali di FdI potrebbero avere nelle prossime ore un incontro con i vertici nazionali per definire gli ulteriori tasselli del mosaico. In realtà le segreterie non possono fare altro che attendere le decisioni che saranno prese direttamente a Roma. La questione è sul tavolo dei meloniani che secondo la ripartizione stabilita dai leader nazionali vedrà l’assegnazione dei 15 collegi uninominali pugliesi secondo lo schema 7-4-3-1, ovvero sette posti a FdI, quattro a Forza Italia, tre alla Lega e uno ai centristi di Noi con l’Italia. In merito a quest’ultima formazione sembrano decantare i rumors che vedevano l’oncologo Francesco Schittulli come testa di serie. Resta da vedere, cosa che potrebbe portare maggiore scompiglio nell’area moderata, chi saranno i catapultati dalla Capitale. S

i parla con una certa insistenza di una candidatura in Puglia di Daniela Santanchè che se presente nelle liste di altre regioni potrebbe poi dimettersi per far posto a coloro che la seguiranno a ruota. Strategie e tattiche che dovrebbero portare i meloniani a un risultato mai visto prima d’ora, considerando le proiezioni elaborate proprio qualche giorno fa dall’Istituto Cattaneo che attribuisce al centrodestra oltre 180 collegi uninominali lungo tutto lo Stivale. Eppure le trattative sottotraccia che in queste ore rendono bollenti le linee telefoniche sono quelle che svelano il vero clima all’interno dei partiti.

Ne è un esempio la provincia di Foggia dove è data per la maggiore la candidatura del consigliere regionale Giannicola De Leonardis, fittiano doc così come fittiana è Anna Maria Fallucchi in lizza per un posto in lista, candidatasi nella formazione del pumo alle regionali del 2020. Stando alle voci di corridoio sembrerebbe che dal territorio la base abbia storto naso e bocca sulla presenza dell’imprenditrice e che tra Roma e Foggia ci siano stati momenti di forte tensione e parole grosse tra personaggi che ruotano attorno alla segreteria provinciale del partito attualmente commissariato dopo gli scandali della Giunta Landella.

Zone Transition

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La vicenda, dicono alcuni osservatori politici della Capitanata, ruoterebbe intorno alla doppia candidatura di uomini o donne di Raffaele Fitto che qualcuno non vede di buon occhio, sebbene vi sia ampio margine per accogliere la stessa Fallucchi. Sui margini di manovra dovrà lavorare sodo il coordinatore regionale Gemmato che dovrà confrontarsi con il gruppo di lavoro insediatosi a Roma. Tra le ipotesi, oltre a tre consiglieri regionali, è ancora incerta la candidatura della barlettana Stella Mele e del barese Filippo Melchiorre.

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