Un peso determinante nei modesti risultati conseguiti dal centrodestra a Manfredonia è attribuibile “allo scontro fratricida tra Giandiego Gatta e Gianni Rotice, che ha poi dato luogo alla caduta dell’Amministrazione guidata da quest’ultimo”. È la prima osservazione che Tommaso Rinaldi fa a l’Attacco, dopo aver realizzato un’analisi più ampia sui voti conseguiti da tutti i partiti e le liste che sono presenti sia nelle elezioni amministrative appena concluse e sia in quelle precedenti del 2021. I numeri dicono che nel 2021 Forza Italia “conseguì 3.023 preferenze, mentre nel 2024 ne ha prese 1.604. Ciò significa una flessione del 46,94%”, spiega il consulente finanziario e ex candidato Sindaco di Azione alle precedenti amministrative. Non è che sia andata tanto meglio a Strada Facendo, visto che la civica dell’ex primo cittadino “è passata dai 2.989 voti del 2021 ai 1.818 di queste elezioni, quindi il 39,18% in meno”. Ex Sindaco Rotice che continua a stigmatizzare la mancata intesa che ha dato luogo a due fronti del centrodestra, anche se nella giornata di ieri ha avuto da dire anche verso “i marziani che sono atterrati a Manfredonia” riferendosi alla nuova Amministrazione di centrosinistra. Prende di petto le recenti dichiarazioni di Paolo Campo e risponde che “vuol far dimenticare il pre-dissesto finanziario e lo scioglimento per infiltrazioni mafiose che, nel 2019, hanno portato Manfredonia ad una lunga fase commissariale”. Tornando nella casa (in senso lato) del centrodestra, anche l’UdC – che in questa tornata sosteneva Vincenzo Di Staso – è calato del 19,40% passando da 397 a 320 voti.
“Nulla da dire sulle persone ma, nella scorsa consiliatura, erano parecchi a difettare di conoscenze politiche. Alcuni sono riusciti comunque ad emergere, e penso al buon lavoro che per esempio ha fatto l’ex vicesindaco Giuseppe Basta. E, comunque, nemmeno lui è stato premiato a queste ultime elezioni”, rileva. Infatti il giovane ex amministratore – candidatosi nella civica Forza Manfredonia a sostegno di Ugo Galli Sindaco - ha perso un quinto dei precedenti elettori, passando da 350 e 274 voti.
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“La storia di questa città racconta che il centrodestra ha sempre fatto enorme fatica nelle amministrative; tant’è che l’unico vero, grande spavento per il centrosinistra fu costituito dal clamoroso recupero di Stefano Foglia su Campo nel ballottaggio del 2000, con cui ci fu il rischio di ribaltare il risultato del primo turno” ma poi prevalse comunque il candidato democratico.
Non si può trascurare, come rappresentato nell’analisi di Rinaldi, che mancavano alcuni campioni di preferenze delle scorse elezioni “anche se non credo che avrebbero conservato quel consenso, in termini numerici” appunta.
Tra le fila di quelli che erano i sostenitori di Rotice, è dovuto restare forzatamente fuori l’ex assessore Angelo Salvemini, innanzitutto, che era stato il campione di preferenze della scorsa tornata (719). Mancava anche la sua ex collega Antonella Lauriola, che aveva raccolto poco meno di 500 voti, così come era assente l’ex presidente del Consiglio Giovanna Titta che ne aveva portati circa 600. Sul fronte dei forzisti poi passati nel gruppo di Rotice, stavolta sono mancati anche i poco più di 300 voti dell’ex assessore Antonio Vitulano, che non si è presentato agli elettori.
Proprio al riguardo dei fuoriusciti da Forza Italia, Rinaldi annota che è una sorta di costante nel tempo. “Chi si è avvicinato, poi in qualche modo ne è fuggito. Tra i sostenitori di Galli, per esempio, c’è Manfredonia al Centro il cui leader è Cristiano Romani che, come qualcuno ricorderà, è stato capogruppo dei forzisti in Consiglio comunale. Forza Manfredonia stessa ha molte persone che provengono da Forza Italia”.
“Comunque non collocherei Rotice così schematicamente nel centrodestra, lo trovo un po' forzato – obietta l’ex candidato Sindaco -. Aveva nella sua Amministrazione forze facenti riferimento a Tonino Prencipe, per esempio, figura storica della sinistra manfredoniana. Stessa provenienza di Libero Palumbo e Lucia Trigiani, per citarne altri. Rotice stesso era stato sempre da quella parte nel precedente ventennio”. Ma l’ex primo cittadino ha specificato più volte di aver intrapreso un percorso di civismo “e allora, delle due una: o sei civico o sei nel centrodestra”.
La sola eccezione della flessione di consensi che ha accomunato il centrodestra sipontino è rappresentata da Fratelli d’Italia, che sale da 611 a 875 voti segnando un +43,21%. Eletto un consigliere nella persona di Giuseppe Marasco, noto soprattutto per le sue colorite denunce a mezzo social su temi prevalentemente ambientali riprese recentemente da Striscia la notizia.
Zone Transition
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“Conosco il vulcanico Peppino da tempo. Lui ha portato quasi un quarto dei voti conseguiti da FdI, partito che a livello nazionale va sul 30% mentre a Manfredonia oscilla tra il 2% e il 3%. Adesso dovrà capire che ha un ruolo istituzionale che va rispettato – il pensiero di Tommaso Rinaldi -, dismettendo i panni da guascone che a volte gli piace indossare”.