L’ente è privo di un consiglio direttivo da giugno 2020, ormai oltre due anni. Mentre da settembre 2020 manca un direttore effettivo, c’è solo il facente funzioni Totaro. Se è vero, come sostenuto da Pazienza anche in sede di audizione, che l’assenza del consiglio direttivo ha reso impossibile negli ultimi 2 anni l’avvio della procedura di selezione del nuovo direttore, come mai non si è proceduto nemmeno ad una rotazione dell’incarico? E’ solo una delle questioni che non sono state chiarite dall’audizione del presidente.
Ad un anno di distanza, dopo che l’audizione è stata desecretata, l’Attacco è riuscito ad entrare in possesso del verbale, che in 40 pagine testimonia il serrato confronto Pellegrini-Pazienza, durato 95 minuti. Emerge il forte scontro tra i due, con Pazienza che ha ossessivamente accusato dall’inizio alla fine l’Attacco e il M5S (pur non nominato) di aver strumentalizzato in modo costante le vicende dell’ente contro di lui. Contro Pellegrini, il docente Unifg ha usato non solo la carta dell’azione politica dei pentastellati sul PNG ma anche il ruolo del fratello (il noto penalista Raul) quale difensore di Totaro. Una strategia che non è servita, perché il presidente del Comitato sulle mafie pugliesi ha tenuto la barra dritta e riportato continuamente Pazienza sul tema del rischio di pressioni criminali, chiedendogli più e più volte di smetterla di parlare del lavoro svolto dai giornalisti.
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“Proprio oggi, mentre ero in viaggio ho appreso dalla lettura dei giornali che l’Attacco, una testata locale, muove una serie di argomenti, a me fino all’altro giorno non noti”, ha esordito Pazienza. “Lo voglio lasciare agli atti perché voglio far presente a questa Commissione che, purtroppo, il tema che riguarda il PNG viene reso oggetto di fortissime strumentalizzazioni. Proprio per questa ragione, io chiedo cortesemente di mettere agli atti l’articolo che è apparso su questo giornale, in cui si fa riferimento a richieste di informazioni relative addirittura a famiglie mafiose interdette per mafia che però avrebbero, secondo qualcuno, avuto dei finanziamenti o comunque dei benefici finanziari erogati dal Parco. Ma sono pronto a passare anche su questo”.
“L’attività che sta portando avanti questo Comitato è indipendente dalle cose che scrivono bene o male i giornali”, ha subito replicato il senatore Pellegrini. “Il motivo della sua audizione non risiede in articoli di giornale, ma risiede da quanto è emerso da audizioni che l’hanno preceduta”. Il Comitato ha ascoltato, tra gli altri, anche i magistrati Giuseppe Gatti e Eugenia Pontassuglia, entrambi della Direzione nazionale antimafia.
Poi Pazienza è andato avanti con sicumera: “Vorrei, come premessa, cristallizzare il dato che, con la mia presidenza, al PNG si seguono le regole, si segue la legalità. Ne è dimostrazione evidente ed effettiva il licenziamento della dottoressa Villani, che si è resa colpevole di peculato, ne è altra evidenza anche tutto quanto attiene al tema dell’Oasi Lago Salso spa, oggi in stato di scioglimento e liquidazione, checché ne dicano taluni ambientalisti locali – da me rietichettati giocosamente “ambientaloidi” – e i referenti di alcune compagini politiche locali”. Peccato che il processo per peculato relativo a Villani sia tuttora in corso e che dunque parlare di colpevolezza sia del tutto fuori luogo; un’affermazione peraltro incauta, visto che proprio in tale processo la difesa ha mostrato le prove dell’auto istituzionale sotto l’abitazione del presidente a svariati orari.
Rischio infiltrazioni
A quel punto Pellegrini ha ribadito: “Noi siamo qui perché ci interessiamo della materia del contrasto alla criminalità organizzata. Il PNG opera in un contesto difficile, infiltrato e flagellato dalla presenza di mafie. Vorrei sapere se esistevano prima della sua nomina a presidente o se ha attivato lei dei protocolli di prevenzione per monitorare eventuali tentativi di infiltrazione della criminalità nell’ente, visto che tra l’altro l’ente è comunque un soggetto di spesa non indifferente”. Pazienza ha risposto facendo riferimento all’OIV (Organismo indipendente di valutazione), allora “in fase di ricostituzione”, e al fatto che il PNG era impegnato – già dalla presidenza Pecorella – col protocollo d’intesa con la Procura di Foggia sul tema degli abbattimenti dei manufatti abusivi, “una best practice che il Ministero sembra voglia riportare addirittura su base nazionale”.
Ma il Comitato non voleva sapere degli abbattimenti bensì di ciò che compete ad esso, ovvero “eventuali infiltrazioni all’interno dell’ente da parte della criminalità organizzata”. “Ci sono dei protocolli già attivati? Li ha trovati oppure li sta ponendo in essere lei?”, è stata la domanda di Pellegrini. “I protocolli sono oggi oggetto di riflessione e stiamo per avviarci su una operatività che consenta di cristallizzare eventuali meccanismi oggetto di protocollo, che possa certamente blindare ancora meglio l’ente da certe patologie territoriali”, ha risposto Pazienza. “Però mi permetto di aggiungere, per la mia esperienza da quando sono lì: né io personalmente ho ricevuto contatti, men che meno io ho cercato contatti. Quindi, credo di poter dire, a ragion veduta, che certe patologie nel Parco non ci sono, allo stato attuale”. Di fronte ad una simile dichiarazione il coordinatore del Comitato non ha potuto far altro che chiedere se “lo dice a sensazione o lo dice in base a modelli che sono stati messi in essere, protocolli, controlli incrociati”. “La mia dichiarazione si basa sul fatto che l’ente oggi rispetta la legge”, ha precisato il numero uno del PNG.
Pellegrini ha poi domandato se fosse stato “predisposto all’ente Parco un elenco di percettori di contributi a qualsiasi titolo: sostegni, indennizzi, danni o pagamenti per servizi o opere fatte”. “Certo che esiste questo elenco. Tant’è vero che, alcuni mesi fa, la Guardia di Finanza è venuta presso l’ente per svolgere una attività di indagine su specifici nominativi ed è stato dato tutto il carteggio del caso. Quindi l’elemento informativo esiste e viene dato certamente a chi ne fa richiesta, nel senso di polizia giudiziaria che chiede dei riferimenti”, ha dichiarato Pazienza. Un elenco pubblico, consultabile in qualunque momento da chiunque, non esiste però. Il presidente del PNG ha spiegato che è tutto legato alle pubblicazioni sull’albo pretorio online, che hanno una durata limitata quanto a visibilità. “Basta collezionare le varie delibere e determine per avere l’elenco. Un elenco esiste ma credo non ci sia alcuna norma che chieda la pubblicazione costante di queste informazioni”.
“Magari può essere una delle buone pratiche a cui lei faceva riferimento prima. Mi sento, molto modestamente, di suggerirgliela. Se lo riterrà…”, ha chiosato Pellegrini. “Porterò questa riflessione all’interno dell’ente, visto che giunge come suggerimento. Ma, mentre la recepisco, mi chiedo se, proprio per le caratteristiche territoriali che lei ha descritto poco fa, questo può essere un vantaggio o uno svantaggio per il soggetto che poi ottiene un affidamento per andare a fare un lavoro, proprio per le caratteristiche che lei riferiva e cristallizzava nel suo preambolo”. E’ in questo momento che il botta e risposta tra i due ha cominciato ad essere teso e piccato. “In genere, la pubblicità scoraggia proprio i comportamenti illeciti, illegali o ai limiti”, ha aggiunto il parlamentare M5S. “Senatore, mi permetta di precisare: la pubblicità richiesta per legge è soddisfatta”, la replica di Pazienza. Al che Pellegrini ha ribattuto: “Su quello non c’era dubbio, lei è stato chiarissimo, presidente. Ma credo di essere stato altrettanto chiaro io nella sollecitazione”.
Totaro
L’audizione è entrata nel punto focale quando Pellegrini ha chiesto di Totaro: “È noto a questo Comitato, ed è emerso da una audizione che l’ha preceduta, che l’attuale direttore facente funzione, Totaro, sia stato dichiarato incandidabile con una sentenza definitiva della Corte di Cassazione dell’8 giugno 2018. Totaro è l’ex assessore del Comune di Monte Sant’Angelo che è stato sciolto per mafia. Le è nota questa sentenza?”. Pazienza ha letto una nota, in cui ha precisato innanzitutto che Totaro è “il dipendente di ruolo del PNG con la maggiore anzianità di servizio, dal 1° luglio 1999, inquadrato nell’area apicale”. Poi Pazienza è passato a dare la propria interpretazione dei fatti che hanno determinato l’incandidabilità di Totaro: “Mi permetto di far rilevare che le circostanze e gli elementi di prova risultano ascrivibili esclusivamente ad un unico episodio riguardante il saluto fatto a un pregiudicato, certo Ricucci Pasquale, peraltro deceduto, in un incontro casualmente avvenuto in luogo pubblico. Va chiarito che il saluto non travalica la soglia dell’elemento di sospetto né è ragionevolmente dimostrativo di una sistematica relazione di contatti tra esponenti della criminalità e il medesimo dipendente. Si tratta di ipotesi genericamente paventata nella relazione, come pure il rapporto di amicizia tra Totaro e Ricucci, che lascerebbe presagire ipotetici ulteriori episodi di contatti, mai provati e nemmeno menzionati nella relazione prefettizia. Io recupero questi elementi dalla memoria difensiva, fra l’altro scritta dall’avvocato difensore Raul Pellegrini, per caso il fratello del senatore. Quindi, sono andato ad attingere in quei documenti per aver contezza, in effetti, delle vicende del caso”. “Appunto, una tesi difensiva”, ha fatto rilevare Pellegrini. “Che è fatta – non lo dico per captatio benevolentiae – da avvocato di sicura e provata competenza”, la velenosa replica di Pazienza.
Il presidente del PNG ha ricordato che dopo il benservito a Villani chiese ai dirigenti del PNG chi fosse disponibile a fare da direttore f.f. e solo Totaro si fece avanti. “A carico del dipendente Vincenzo Totaro non risulta alcun procedimento penale pendente, né tantomeno risultano emessi provvedimenti di natura penale, come si evince dal certificato dei carichi pendenti”, ha continuato Pazienza, che ha difeso Totaro a spada tratta. “Un presidente deve avere a cuore la continuità amministrativa della macchina, la macchina non si può bloccare. Oggi non si può immaginare di imbastire una procedura finalizzata all’individuazione di un nuovo direttore effettivo. Ho osservato dal momento in cui Totaro è stato inserito nel ruolo di direttore facente funzione un netto cambio di passo rispetto a quanto mi era capitato di osservare nei mesi precedenti. Ho maturato piena consapevolezza che Totaro è persona capace di condurre l’ente dal punto di vista amministrativo gestionale e collabora con la funzione di presidenza, da me rappresentata, con assoluta lealtà e trasparenza nel convincimento che gli obiettivi perseguiti dall’ente sono null’altro che basati sull’interesse generale di territorio. Egli sta dando ampia dimostrazione di lavorare senza alcun condizionamento e vincolo né di orario, né di altro tipo. Personalmente riscontro in Totaro quell’attitudine e quel metodo del tutto mancanti nei mesi precedenti, sin dal mio insediamento nell’ente, e sono certo che saprà ricoprire al meglio il ruolo di direttore facente funzione fino a quando, a seguito di nuova procedura che io ho a cuore di avviare, sarà individuato il nuovo direttore effettivo”.
Un’autoassoluzione su tutta la linea oltre che una santificazione di Totaro da parte di Pazienza, tornato ad accusare l’Attacco e il M5S: “E’ mia intenzione sottolineare che nell’ente Parco non esiste alcun problema di legalità connesso a violazione di norme ovvero a criticità scaturenti da presunti comportamenti illeciti e/o eticamente scorretti. A conferma di quanto appena affermato, faccio riferimento alle risultanze del lavoro svolto dal team ispettivo del Ministero dell’ambiente, inviato dall’allora ministro Sergio Costa e da me fortemente e pubblicamente chiesto, per far chiarezza su tutto quanto scaturì dalla risoluzione del rapporto di lavoro con la dottoressa Villani e fugare dubbi e/o illazioni provenienti da certi individui e da certa stampa. Se gli ispettori del Ministero durante l’ispezione presso l’ente Parco non hanno rilevato problemi né criticità, non si capisce la ragione per cui spesso, su certi mezzi di informazione locale, taluni soggetti che si definiscono ambientalisti e tali altri rappresentanti – dispiace dirlo – di una singola parte politica non perdono occasione...”. Pellegrini ha dovuto nuovamente riportarlo sui binari. “Presidente, andiamo al succo della questione. Citare continuamente i giornalisti quando noi abbiamo sentenze della Cassazione di cui ci dobbiamo occupare forse è superfluo. L’ho invitata almeno un paio di volte a lasciar perdere quello che dicono i giornali che fanno il loro lavoro. Noi ne facciamo un altro. Noi ci occupiamo di attività di contrasto alle mafie, di quello ci occupiamo, non facciamo analisi di quello che fanno i giornali”.
Pellegrini ha replicato alla tesi difensiva letta da Pazienza con la sentenza della Cassazione su Totaro: “Non è stato un fugace incontro. La Corte, facendo riferimento ai collegamenti esistenti tra l’amministrazione e la criminalità organizzata, li qualifica appunto come esistenti. Anzi, «i condizionamenti – dice testuale – sono palesemente manifestati». Quindi, noi siamo in una situazione in cui la Corte di Cassazione e le relazioni che riguardano sia lo scioglimento sia la relazione finale della Commissione prefettizia dicono ben altro”. E’ a questo punto che Pellegrini ha voluto sapere come mai Pazienza, dopo una simile sentenza, abbia scelto proprio Totaro come direttore f.f. “E’ una scelta mia, ho preso atto della loro autodeterminazione”, ha detto il presidente riferendosi ai dipendenti dell’ente, nessuno dei quali si era fatto avanti. “In quel momento, lei era già a conoscenza dell’esistenza di questa sentenza?”, ha chiesto Pellegrini. “No, perché dopo la nomina si è scatenato un putiferio su certa stampa locale e di là ho recuperato questi...”.
Zone Transition
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“Sì ma è il fatto che è clamoroso, non sono gli articoli di giornale che sono clamorosi”, ha evidenziato Pellegrini. “L’inopportunità della nomina deriva dal fatto che Totaro è stato dichiarato incandidabile e in sentenza vengono descritte delle sue frequentazioni con notori mafiosi, notori mafiosi. Tra l’altro era assessore dell’amministrazione comunale sciolta per mafia, in cui le relazioni che le ho citato prima fanno riferimento a contatti palesi, palesi, questa è la differenza”. “No, non lo sapevo prima. Però mi permetta anche di dire che l’assurdità, adesso ci stiamo concentrando sulla persona perché è stata nominata direttore f.f. Ma quella persona era titolare dell’area personale, appalti e contratti, e per me risulta stridente che nessuno si sia preoccupato prima di andare ad affermare queste riflessioni che oggi si vogliono affermare”.