Consorzio bonifica Gargano, Terrenzio: “Atto illegale ed illegittimo, riunisce funzioni organo politico e organo tecnico”

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“Quella delibera è un atto illegittimo e illegale. Il vicepresidente non può svolgere al contempo funzioni da tecnico e funzioni da organo politico”. E’ netto Giovanni Terrenzio, ex presidente del Consorzio di bonifica del Gargano, oggi membro del cda, rispetto alla delibera del suo successore Michele Palmieri, con cui l’ente ha affidato temporaneamente le funzioni del direttore –vertice della tecnostruttura - al vicepresidente Michele Tabacco. Un caso rivelato a fine luglio da l’Attacco. Terrenzio è stato l’unico a votare contro tale decisione, assunta dal cda a maggioranza nelle more della selezione del nuovo direttore effettivo, destinato per i prossimi anni a prendere il posto dell’ex capo della tecnostruttura, l’ingegnere Marco Muciaccia, andato in pensione il 30 giugno scorso per raggiunti limiti di età.

Il 21 luglio scorso si era riunito il consiglio presieduto da Michele Palmieri, alla presenza del vicepresidente Michele Tabacco (carpinese come Palmieri) e dei consiglieri Francesco Armillotta, Rocco Massimiliano Coccia, Caterina Foresta, Giovanni Terrenzio e Berardino Totaro. Assente, come sempre avverrà, la consigliera Libera Guerra, 92enne ischitellana finita suo malgrado tra gli eletti dell’ente di viale Colombo.

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Nella delibera stilata al termine della riunione si legge: “E’ necessario individuare la modalità con cui far luogo alla copertura del posto di direttore unico, a tal fine il Consiglio ritiene necessario valutare, anche con l'ausilio di un legale e con il supporto dello SNEBI, le varie opzioni disponibili. E’ peraltro necessario preliminarmente, nel medesimo contesto e con il medesimo supporto, dover valutare l'opportunità di apportare modifiche al vigente POV, allo scopo di adeguarlo e aggiornarlo alle esigenze operative attuali dell'ente per come negli anni mutate ed evolute”.

Come sopperire nelle more a tale vacatio? “L'attuale organico dell'ente non presenta figure dirigenziali che possano assumere ad interim il ruolo di direttore unico” e “neppure si ritiene di poter attribuire le funzioni dirigenziali ai funzionari in servizio presso l'ente in quanto i quattro capi settore attualmente in servizio sono tutti e quattro completamente assorbiti dallo svolgimento dei compiti cui ciascuno di loro è adibito e non si ritiene, pertanto, di dover affidare - neanche temporaneamente - a nessuno di loro ad interim le funzioni dirigenziali proprie del direttore unico”. Poi si fa riferimento al POV, il Piano di organizzazione variabile, che “prevede che in assenza del direttore unico, la funzione è demandata all'Amministrazione”.

Così è stata motivata dal cda, in delibera, la decisione di “dover provvisoriamente riservare direttamente all'Amministrazione le funzioni di competenza del direttore unico, per come definite dal POV”. Ferma restando l'attribuzione all'organo amministrativo collegiale delle funzioni anzidette, per il concreto e quotidiano svolgimento delle stesse, allo scopo di non gravare il presidente di ulteriori compiti oltre a quelli a lui statutariamente attribuiti e di mantenere, in ogni caso, separazione tra le funzioni proprie dell'organo amministrativo di vertice e quelle dirigenziali, sia opportuno delegare il vicepresidente il quale dovrà agire in stretto raccordo con il presidente e in ogni caso attenersi alle specifiche indicazioni del Consiglio cui dovrà, con cadenza almeno mensile relazionare, in ordine al proprio operato”.

Insomma, senza aumento di indennità né compensi ulteriori, “le funzioni proprie del direttore unico sono provvisoriamente assunte e svolte dall'organo amministrativo nelle more della individuazione delle modalità con cui far luogo alla copertura del posto”, delegando “il concreto e quotidiano svolgimento delle stesse al vicepresidente del Consorzio, il quale dovrà agire in stretto raccordo con il presidente e dovrà altresì riferire all'organo collegiale con cadenza perlomeno mensile, in ogni caso sottoponendo al Consiglio le questioni che man mano si presenteranno nello svolgimento dell'attività direzionale”.

Dunque i capisettore, nello svolgimento delle proprie funzioni, dipenderanno funzionalmente dal vicepresidente Tabacco. Il cda ha concluso affermando di “valutare, con l'ausilio di un legale e con il supporto dello SNEBI, l'opportunità di apportare modifiche al vigente POV, allo scopo di adeguarlo e aggiornarlo alle esigenze operative attuali dell'ente per come negli anni mutate ed evolute e, all'esito, di avviare le procedure per la individuazione della modalità con cui far luogo alla copertura del posto di direttore unico”.

Ovviamente Tabacco si è astenuto, mentre Terrenzio ha espresso voto contrario.
Quale separazione delle funzioni – tra organi elettivi e tecnici – sia possibile in tale situazione resta un mistero. E questa è la ragione per cui gli uffici della Regione Puglia, assessorato all’agricoltura, sono intervenuti con una nota per comunicare la sospensione del provvedimento di Palmieri e per chiedere all’ente controdeduzioni.

“Sin dal primo momento dissi che non si poteva fare, non ho mai avuto dubbi al riguardo”, afferma a l’Attacco Terrenzio, che evidenzia anche che “il POV prevede la laurea per chi fa il direttore”.

“Mi era stato chiesto di astenermi ma perché avrei dovuto farlo? Ho votato contro. Dicono che è “nelle more” ma non si stabilisce alcun limite temporale preciso per tale attribuzione di funzioni al vicepresidente. Inoltre affermano di avere il parere positivo dello SNEBI (Sindacato Nazionale Enti di Bonifica, Irrigazione e Miglioramento Fondiario, ndr), ma dov’è questo parere? Io non l’ho visto. Si può averne una copia?”. Terrenzio ammette che la stessa nota inviata dalla Regione non è stata inoltrata a tutto il cda: “Non ne sapevo niente fino a quando non ho letto oggi (ieri, ndr) l’articolo de l’Attacco”.

“Alla Regione spiegheremo ciò che consideriamo errato nella loro nota”, ha dichiarato Palmieri su queste colonne. “Secondo Bari abbiamo conferito l’incarico al vicepresidente ma noi lo abbiamo fatto solo nelle more dell’individuazione del nuovo direttore e comunque statuto e POV prevedono che come cda possiamo trattenere le funzioni del direttore. Inoltre la Regione afferma che il direttore, sia pur come facente funzioni, deve avere il titolo di studi previsto dal POV. Siamo in attesa di poter incontrare la responsabile del settore, con cui intendiamo parlare anche di altre questioni”.

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“Ma il POV si riferisce al solo presidente del cda”, replica Terrenzio. “Le funzioni di direttore possono essere avocate, e per periodi limitati e straordinari, soltanto dal presidente”.

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