E’ una storia completamente diversa quella prospettata dall’Unione sindacale di base (Usb) Lavoro Agricolo rispetto alla vicenda relativa all’aggressione a Mohammed Elmajdi.
“Nelle settimane scorse - scrivono in un lungo comunicato - abbiamo preventivamente avvisato e preallertato i vertici della Prefettura, della Questura, della Regione Puglia, del comune di San Severo sulla insofferenza e la diffidenza degli abitanti di Torretta nei confronti dei rappresentanti di Anolf, assegnatari del bando per la gestione della foresteria per sei mesi, la cui costruzione e installazione sulle ceneri dell'ex gran ghetto di Rignano fu il prodotto dell'impegno e della lotta degli abitanti stessi all'indomani dell'incendio del 3 dicembre 2019”.
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
"Lo abbiamo ribadito in occasione del tavolo alla Regione Puglia il 14 maggio, ribadito successivamente nell'incontro al comune di San Severo il 22 giugno, inoltrato per pec il 17 giugno e il 7 agosto: se da una parte la cecità burocratica prevede procedure calate dall'alto, l'attribuzione formale di punteggi ignorando la storia, il radicamento e la sofferenza umana di cui queste situazioni sono impregnate, dall'altro sarebbe bastato un minimo di buonsenso da parte degli attori istituzionali e l'adozione di un approccio botton-up per stemperare le tensioni e individuare soluzioni più adeguate e congeniali al contesto difficile e complesso di Torretta Antonacci”.
“Si è voluto ignorare il nostro grido d'allarme e andare avanti per questa strada: questi sono i risultati. I nostri delegati sindacali nella giornata di sabato si sono prodigati per stemperare la situazione, invitando il referente di Anolf ad allontanarsi da Torretta Antonacci e invitando gli abitanti locali a non esercitare alcun atto di violenza”.
“Il giorno seguente abbiamo informato la Prefettura e la Regione Puglia dell'episodio avvenuto tramite pec, ribadendo la nostra volontà di trovare una soluzione e una via di uscita da questa impasse. Ieri il referente di Anolf ha sbandierato sui giornali locali circa una presunta aggressione subita a Torretta Antonacci, ingigantendo una scaramuccia nel tentativo di elevarsi a vittima, a conferma dell'inaffidabilità di simili personaggi in cerca di attenzione e visibilità mass-mediatica”.
“Si evidenzia che nella stessa giornata oltre a essere presente la vigilanza in loco, che mai ha segnalato episodi di violenza o aggressione, era presente anche il presidio della Asl, che potrebbero confermare che non c’è stata alcuna aggressione o sequestro di persona. Abbiamo già conosciuto altri migranti in carriera che hanno utilizzato Torretta Antonacci come palcoscenico per le proprie campagne di propaganda elettorale, strumentalizzando la miseria e il degrado delle baraccopoli rurali per spillare consenso, raccolte di denaro pubblico e privato e auguriamo anche al referente Anolf di riscuotere altrettanta attenzione e consenso”.
“A noi di questo interessa poco e niente, il nostro impegno sindacale si muove deliberatamente lontano dai riflettori mass-mediatici, nel tentativo di risolvere i problemi materiali dei lavoratori agricoli impegnati ogni giorno a spaccarsi la schiena nei campi per poi sbattere ogni giorno contro il muro dell'invisibilità sociale e del razzismo istituzionale che nega loro anche un banale certificato di residenza, un permesso di soggiorno, una carta di identità, un codice fiscale, una busta paga. Non troverete traccia sui giornali e sui social media di questo nostro impegno, ma basta chiedere a qualsiasi abitante di Torretta la sostanziale differenza tra chi cerca di aiutare a risolvere i problemi e chi invece strumentalmente li utilizza solo per declamare e propagandare sé stesso”.
Zone Transition
Zone Transition
"Gli errori commessi nel 2022, dovuti in primo luogo a evidenti intoppi istituzionali, non devono assolutamente ripresentarsi e per questo da oggi 12 agosto 2022 va aperto immediatamente il confronto in modo che le lungaggini e i ritardi istituzionali non possano essere il pretesto per soluzioni avventate e campate in aria, perché in gioco non c'è tanto la carriera, il successo e la visibilità dei vari Mohammed che girano per convegni, hotel e ristoranti ma la vita concreta e materiale di quelli che nei campi veramente si spezzano la schiena dall'alba al tramonto per poche decine di euro”.