Eppure, fanno notare i sindacati, un medico di famiglia può raggiungere facilmente i suoi pazienti, per l'effettuazione del vaccino che è pratica consolidata da circa 15 anni.
"Siamo convinti che la guerra contro la pandemia si vince con la risposta della medicina del territorio spiegano Francesco Felice Pazienza (SMI), Michele Panunzio (StMeT), Nicola De Sabato (SNAMI) e Antonio Mazzarella (CGIL) -. Abbiamo assistito i pazienti Covid positivi asintomatici e paucisintomatici a domicilio; abbiamo continuato ad assistere i tantissimi pazienti affetti da patologie croniche (ipertesi, diabetici, cardiopatici, ecc) convinti, come siamo, che rientra nei nostri compiti seguire la cronicità, la disabilità e la domiciliarità; abbiamo condotto in porto la campagna della vaccinazione antinfluenzale con altissime percentuali di partecipazione dei cittadini. Questo, piuttosto che essere obbligati da uno scellerato accordo del sindacato medico Fimmg con l'Assessorato alla Salute, ad eseguire compiti per noi impropri quali tamponi, tracciamenti e quant'altro di pertinenza dei colleghi dei Dipartimenti di prevenzione".
I medici di medicina generale sono stati messi in balia di piattaforme improvvisate e di una esasperante burocrazia dannosa per il lavoro ed inutile per i cittadini confusi e disorientati, hanno precisato i sindacalisti.
"Riteniamo, allora, che la vaccinazione anti-Covid è un problema di grande importanza e di attualità tant'è che è al primo posto nel programma del candidato presidente Draghi. La gravità della pandemia e non ultimo Ia presenza delle varianti del virus Sars-Cov2 richiede soprattutto una velocità nella somministrazione del vaccino stesso. Orbene, alcuni paesi, come lsraele, ci hanno insegnato che per raggiungere questo obiettivo deve essere assolutamente ampliato il plotone dei medici somministratori del vaccino stesso. Le Autorità scientifiche internazionali (OMS) richiedono il raggiungimento della copertura del 70% della popolazione entro 4-5 mesi".
Non si riesce a comprendere come mai la categoria dei medici di medicina generale non venga interessata per il raggiungimento di tale obiettivo di salute, sia per quanto riguarda la programmazione, sia per quanto riguarda la facilità con cui un medico di famiglia può raggiungere i suoi pazienti, sia per l'effettuazione dello stesso vaccino che è pratica consolidata negli studi dei medici di famiglia da circa 15 anni.
"Eppure è risaputo da tutti che da quando la medicina generale effettua la vaccinazione anti-influenzale la percentuale dei pazienti vaccinati è passata dal 10 al 60-65% dei soggetti. Pertanto reiteriamo la nostra disponibilità già da tempo dichiarata, ma sino ad oggi inascoltata, sia nei confronti del Ministero della Salute che nei confronti delle Regioni, ricordando che il rapporto di fiducia che lega il cittadino al proprio medico di famiglia è la chiave del successo per il raggiungimento della copertura immunitaria della popolazione e dell'auspicata immunità di gregge. L'impressione che abbiamo ormai da mesi è che, spesso, Ie scelte operate dai decisori politici ed attuate dagli amministratori della sanità, ricalchino più obiettivi di tipo strategico-localistici che non obiettivi di salute relativi all'assistenza sanitaria dei cittadini che dovrebbe essere tutelata dall'art. 32 della Costituzione", concludono.