Nuovo rettore, Limone orientato in favore di Serviddio. Rebus alleanze, ancora al palo

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A un mese esatto dalla prima votazione per eleggere il nuovo rettore di Unifg, prevista per il 15 marzo prossimo, il quadro non si è ancora semplificato.

Al momento restano 8 le candidature: due arrivano dal Distum, ovvero il dipartimento di Studi umanistici, e sono il direttore Sebastiano Valerio e il docente di Filologia classica Giuseppe Solaro, entrambi baresi; la direttrice foggiana del DAFNE (Scienze agrarie, alimenti, risorse naturali e Ingegneria) Milena Sinigaglia, la quale è anche presidente del DARe Puglia, il Distretto agroalimentare regionale;

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la giurista sanseverese Donatella Curtotti, direttrice del dipartimento di Giurisprudenza; i due candidati dell’Area economica, ovvero l’ex parlamentare Nunzio Angiola, docente barese di Economia aziendale presso il dipartimento di Economia, e la delegata rettorale Barbara Cafarelli, docente foggiana di Statistica al Demet; i due candidati dell’Area medica, vale a dire il foggiano Lorenzo Lo Muzio, ex direttore di Medicina clinica e sperimentale, e il barese Gaetano Serviddio, direttore del dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche.

I più sperano nel ritiro di diversi candidati prima del voto, in riferimento ai nomi dalle scelte più autonome (i due dell’Area economica e i due del Distum). Ma è stato un buco nell’acqua il tentativo fatto in tal senso da una decina di docenti di Economia, i quali hanno invano chiesto al professor Angiola di ritirarsi, ponendo la questione in una lettera pubblicata da l’Attacco e discussa nella seduta del consiglio di dipartimento svoltasi lunedì scorso.

Un’iniziativa che ha portato la firma dei docenti Roberto Rana, Gianluigi De Pascale, Nicola Faccilongo, Vito Amendolagine, Ruggiero Sardaro, Raffaele Silvestri, Piermichele La Sala, Caterina Tricase, Giovanni Ottomano Palmisano e Mariarosaria Lombardi

In occasione della seduta è stata ribadita l’insofferenza rispetto alla mancata condivisione nel dipartimento: insomma, nulla contro la scelta di Angiola – che ha difeso la propria scelta personale – ma ci sia un dialogo che coinvolga anche i non ordinari, dal momento che anche associati e ricercatori intendono contribuire alla discussione sul futuro rettore.

E del resto tale elezione rappresenta in primis una sintesi che deve coinvolgere tutta la comunità accademica. Se davvero, come appare plausibile e probabile, si assisterà ad alcuni ritiri nelle prossime settimane, in favore di chi si sposteranno quei voti? I beninformati interni all’Ateneo daunio ritengono che qualche chance maggiore, in termini di capacità aggregativa, l’abbia Serviddio. Questo per varie motivazioni.

Da un lato, da quel che trapela Valerio, Solaro e Cafarelli non potrebbero sostenere Lo Muzio, il solo punto interrogativo è legato ad Angiola. La stessa Curtotti appare isolata in questa fase. “Stanno tutti incavolati con lei per aver rotto il tavolo formato da Distum, Dafne e Giurisprudenza, vale a dire quanti nel 2019 fecero vincere Pierpaolo Limone”, raccontano fonti di Unifg a l’Attacco.

In quella sede Curtotti si disse contraria all’ipotesi di candidare, come soluzione unitaria, il prorettore Agostino Sevi e lasciò il tavolo preannunciando la propria discesa in campo. Quanto a Sinigaglia, c’è chi ipotizza che il mai chiarito passo indietro di Sevi in suo favore possa avere a che fare con la volontà di agevolare un’alleanza tra Dafne e Giurisprudenza, ma ad oggi non si intravede nulla di un simile scenario.

Gli addetti ai lavori ritengono che ciò potrebbe, eventualmente, avvenire solo a seguito della prima votazione ma bisognerebbe a quel punto capire cosa uscirà dalle urne del 15 marzo prossimo. “Se ci saranno allora 4 candidati potrebbe succedere di tutto”, commenta un docente. L’altro motivo per cui Serviddio potrebbe avere un’arma in più è legata all’ormai ex rettore Limone, che - dopo le dimissioni il 9 gennaio scorso per andare a ricoprire l’incarico di Magnifico di Unipegaso,

il primo Ateneo telematico d’Italia – punterebbe sul direttore di Scienze mediche e chirurgiche. Nulla di ufficiale: il salentino tentò la via delle grandi intese prima di lasciare Unifg, senza riuscirvi. Ora, a fronte di una evidente e imbarazzante balcanizzazione della comunità accademica, con la risibile presenza di ben 8 candidati, Limone – che in questi giorni tornerà a Foggia - potrebbe prendere posizione in modo netta.

Il suo orientamento pare pro Serviddio, come detto, una voce confortata dal trasferimento della professoressa Anna Dipace, braccio destro di Limone e come lui pedagogista, proprio nel dipartimento del candidato, Scienze mediche e chirurgiche. Ebbene, se Serviddio dovesse beneficiare dell’appoggio dichiarato di Limone il quadro potrebbe mutare parecchio:

non solo l’ex rettore sposterebbe i voti di quanti sono a lui vicini ma potrebbero decidere di ritirarsi altri candidati, che salendo sul carro del possibile vincitore arriverebbero magari a concordare un incarico di prorettore o altre postazioni di rilievo nella prossima governance dell’Ateneo. Come stabilito dallo statuto di Ateneo, per l’elezione del rettore è necessaria la maggioranza assoluta dei voti nelle prime tre votazioni.

Zone Transition

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La seconda e la terza votazione e l’eventuale ballottaggio si terranno, rispettivamente, nei giorni 23 marzo, 28 marzo e 30 marzo 2023.

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