Accontentiamoci di quello che passa il convento. Almeno per ora. Non è granché, ma meglio di nulla è... A Palazzo di Città fanno di necessità virtù, oggettivamente hanno poco da rimproverarsi se alla fine non sono riusciti a cambiare il corso della storia del Foggia, ma la sindaca in testa spera se non altro in questi 25 giorni che l’anno vista impegnata in prima linea con i fidi Di Molfetta e Frattarolo di aver aperto un varco in prospettiva per la cessione del club. Che per ora resta saldamente nelle mani di Nicola Canonico, ma che chissà dopo il 4 giugno non possa prendere un’altra strada.
In questo frangente la preoccupazione principale di Maria Aida Episcopo è semmai che venga scongiurato il pericolo della scomparsa dal calcio professionistico, non a caso tutti gli sforzi dell’amministrazione comunale sono adesso concentrati in un’unica direzione: che prevalga il senso di responsabilità da parte della proprietà e che venga ultimato l’iter per l’iscrizione al prossimo campionato di Serie C. Passaggio obbligato per ipotizzare un futuro che sia meno incerto di quello attuale. E’ un gioco di equilibrismo col quale la prima cittadina si sta misurando da circa un mese fra non poche difficoltà, perché ha intuito per tempo che il bene comune in un momento come questo è la sopravvivenza del calcio locale, patrimonio inestimabile per una collettività da sempre avvinghiata alle sorti della propria squadra del cuore.
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E’ di tutta evidenza che in prospettiva il pensiero che unisce l’assise comunale è che il Foggia torni prima o poi ai foggiani, ma bisognerà ricreare le condizioni perché questo avvenga in tempi relativamente brevi. Ed è proprio in questa direzione che prossimamente ci si attiverà. Per ora Episcopo si limita a invitare Canonico a non disattendere le attese della piazza e di fare in modo che a fine agosto il Foggia si ripresenti regolarmente ai nastri di partenza del campionato di C. Se con una squadra finalmente competitiva, che sia in grado di ridestare gli entusiasmi sopiti e di tornare a lottare per la B, meglio. Un sogno? Forse, chissà. Ma se anche l’imprenditoria locale desse un sostegno concreto a questo progetto - come auspica la sindaca - probabile che il domani non sia poi così nero lo si vuol dipingere.
Diretta e incisiva come l’omologo Decaro, che a Bari ha chiesto la testa di De Laurentiis, non è stata (né oggettivamente era lecito attenderselo). Ma comunque la sindaca Maria Aida Episcopo non le ha mandate a dire e nell’ora abbondante nel corso della quale si è arrovellata attorno alle vicende legate al Foggia Calcio ha lasciato trasparire tutto l’impeto e la dedizione che hanno caratterizzato i suoi 25 giorni di full-immersion.
“Prima che Canonico manifestasse pubblicamente la volontà di passare la mano nella nota ufficiale del 6 maggio scorso, era salito qualche giorno prima a Palazzo di Città perché dovevamo confrontarci rispetto ad alcune tematiche legate ai lavori di riammodernamento dello Zaccheria e di gestione più in generale dell’impianto”, ha sintetizzato la prima cittadina in una sala consiliare gremita all’inverosimile e nella quale non hanno potuto trovare posto i consiglieri comunali, molti dei quali avevano chiesto di presenziare.
Scortata dagli assessori Frattarolo e Di Molfetta e con a latere il dirigente dell’area servizio Cultura-Sport e Turismo Marchitelli, la sindaca ha riassunto le tappe del mandato esplorativo ricevuto dalle mani di Canonico nella loro concatenazione temporale: “Era il 3 maggio il giorno di quell’incontro in Comune - ha proseguito Episcopo - e già in quella sede il presidente lasciò intuire che stava meditando di farsi da parte”.
Venticinque giorni dopo ci si ritrova al punto di partenza, perché il Foggia che pareva alla ricerca di un nuovo padrone resta sotto il controllo del suo maggiore azionista: “Da parte nostra non ci siamo risparmiati e abbiamo dato il massimo per essere garanti di un passaggio di proprietà che non si è perfezionato probabilmente anche perché il tempo a disposizione è stato assai ridotto - ha incalzato Episcopo -, di proposte ne abbiamo ricevute a conferma di quanto il Foggia sia appetibile, ne ho contate diverse: c’è stata una richiesta di azionariato popolare che magari più in là potrà trovare anche terreno fertile ma che nell’immediato non può garantire una gestione a lungo termine, qualcuno si è affacciato anche dal nord, c’è chi si è fatto avanti vantando di avere alle spalle importanti istituti di credito. E poi ovviamente ci sono stati gli imprenditori foggiani, che ci hanno messo la faccia e che hanno dato netta la sensazione di voler rilevare la totalità delle quote del Calcio Foggia 1920. Si tratta di gente solida e affidabilissima sotto il profilo economico e finanziario, meglio credo non sarebbe stato lecito attendersi. Ho il dovere morale di ringraziare tutti per l’apporto che hanno dato, le interlocuzioni sono state incessanti e improntate sempre alla massima correttezza. Ripeto, resta l’amarezza per ciò che poteva essere e non è stato, credo che al di là delle tempistiche sia stata la mancanza di garanzie precise a fare naufragare la trattativa”.
Già, perché poi alla fine sul tavolo l’unica opzione valida rimasta è stata quella di Salandra & co., rivelatasi vera alternativa a Canonico: “Siamo andati avanti fino a quando ho intravisto uno spiraglio, ho radunato le parti anche in un convivio venerdì scorso nella speranza di trovare una via d’uscita, ma è stato tutto inutile. Infatti il giorno dopo la cordata locale si è chiamata definitivamente out”. La considera una mission ancora in stand-by Episcopo, che in questo frangente ha apprezzato la disponibilità della proprietà a dialogare per agevolare un possibile cambio al vertice: “Non ho mai avuto pregiudizi, Canonico con l’amministrazione e con la sottoscritta è stato sempre impeccabile. E aggiungo che non ha mai posto paletti rispetto ai soggetti che si sono interessati al Foggia”, ha chiarito a scanso di equivoci.
Definitivamente naufragato il primo step che avrebbe potuto inaugurare una nuova era per il calcio foggiano, ora da Palazzo di Città si alza forte e chiara una esortazione, che ha tutti i crismi del monito rivolto a Nicola Canonico: “Bisogna guardare avanti e al futuro - ha proseguito la sindaca -. Chiediamo quindi l’iscrizione al presidente Canonico. Mi sento di farlo e decido di farlo. Devo anche aggiungere che lui ci sta ascoltando perché sa benissimo che ha un senso di responsabilità verso questa città e la sua tifoseria”.
Sorprende semmai che la prima cittadina che in questa fase ha svolto a livello istituzionale il ruolo di super partes, chieda il supporto dell’imprenditoria locale per dare impulso al Canonico-quater: “Serve stare vicino alla squadra, ci sono diversi modi per sostenerla, penso eventualmente a delle sponsorizzazioni che possano agevolare la costruzione di una squadra competitiva”. Difficile però che questa richiesta possa fare breccia fra coloro che fino a ieri hanno provato a subentrare, al patron non dispiacerebbe vedersi alleggerito di almeno 500mila euro in una fase in cui bisognerà allargare i cordoni della borsa per inaugurare una nuova stagione.
Episcopo, in questo senso, si aspetta grandi cose dal Foggia che verrà: “Sogno una grande stagione e perché no, anche la Serie B. L’orgoglio ora dobbiamo testimoniarlo tutti, da me sindaca fino ai cittadini. Siamo stanchi di giocare partite a porte chiuse, impegniamoci affinché il calcio a Foggia sia bello, divertente e soprattutto vincente”. Nel frattempo l’amministrazione la sua parte l’ha fatta: “Ho contezza che l’incartamento per l’iscrizione sia ormai in dirittura d’arrivo, noi abbiamo fornito tutte le garanzie per l’utilizzo dell'impianto, prendendoci anche qualche personale responsabilità”.
Zone Transition
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Adesso la palla passa nelle mani di Canonico: “Non ho certezze su quella che sia la sua volontà - ha chiosato Episcopo -. Continuiamo a monitorare la situazione, i contatti con la proprietà sono pressoché quotidiani. Sono moderatamente ottimista, ma aspettiamo che la sposa salga sull’altare...”. Inutile aggiungere che a via Garibaldi si aspettano che l’evento si compia prima del fatidico 4 giugno. Per evitare ulteriori, inutili stillicidi.