Ricomincio da... 3. Tre gol sul groppone al debutto con il Latina, altrettanti solo lunedì scorso a Picerno. Peggior avvio per il Foggia, che stasera (ore 21) allo Zaccheria contro il Francavilla deve sfatare la regola, non poteva esserci. Sono stati sufficienti due ko consecutivi per deprimere l’ambiente e mettere sulla graticola Roberto Boscaglia, che improvvisamente è diventato il depositario degli strali non solo della tifoseria, che non gli perdona il fatto di non essere ancora riuscito ad andare a punti. Ma anche (e soprattutto) della proprietà, che sembrerebbe non più disposta a perdonargli nulla.
Motivo per cui i 90’ di questa sera rappresentano già un bivio per Di Pasquale e soci: dopo 180’ che hanno partorito il nulla, serve una reazione convincente da parte di un gruppo che nel giro di un paio di settimane è come caduto in catalessi. Incapace di reagire e di dare segnali di ripresa. Contro la Virtus Francavilla di Calabro, serve invertire il trend, anche se l’avversario non è dei più malleabili, e sale allo Zaccheria desideroso di invertire una tradizione che fino ad oggi non lo ha mai visto vincente coi rossoneri: bilancio impietoso per i biancazzurri brindisini che nei 6 precedenti hanno racimolato solo due pari e 4 sconfitte.
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Stavolta Calabro spera nell’impresa, facendo leva sul fattore psicologico che in gare come questa in cui la posta in palio è alta può fare la differenza. Come reagirà il Foggia dopo l’ultima scoppola di Picerno sotto gli occhi del pubblico amico? Avvertirà il peso della responsabilità di non potersi permettere ulteriori passi falsi, oppure metterà d parte ogni tipo di condizionamento ed attaccherà a testa bassa nel tentativo di portare a casa i primi 3 punti stagionali? Molto dipenderà anche da quella che è l’attuale condizione psico-fisica dei rossoneri, che per la verità non è apparsa ancora ottimale, e da quelle che saranno le scelte del suo allenatore.
Più degli interpreti che non del sistema di gioco, perché stasera a girare dovrà essere soprattutto la testa, prima ancora che le gambe. Altro dubbio della vigilia: sarà ancora 4-2-3-1, oppure le feroci critiche degli ultimi giorni indurranno il tecnico gelese a sorprendere tutti ricorrendo ad un nuovo modulo? E’ un altro dei rebus che animano la vigilia di un match dalla difficile lettura, nel quale potrebbero essere le motivazioni a fare la differenza. Che, a prescindere, qualcosa vada riveduto e corretto nell’assetto complessivo dell’undici di partenza è evidente, perché lunedì scorso la squadra dopo un promettente avvio è andata via via spegnendosi, mostrando di accusare oltremodo il contraccolpo psicologico del doppio vantaggio dei lucani.
Sotto accusa è finita la difesa che si è fatta cogliere impreparata in occasione dei due gol dell’AZ Picerno e che è sembrata sempre in affanno ogni qualvolta i padroni di casa hanno provato ad inscenare una ripartenza: il ritorno di Di Pasquale al centro della difesa in coppia con Malomo potrebbe dare maggiore equilibrio e compattezza al reparto, sempre che alla fine poi non sia Sciacca ad essere preferito all’ex Sudtirol che è ancora in ritardo di condizione. Davanti a Nobile (che sarà confermato fra i pali, e che ritrova nei panni di ex la Virtus), Boscaglia potrebbe decidere di completare la linea a 4 di difesa riproponendo Garattoni a destra e Costa sull’out di sinistra, mentre in mediana non è escluso che Petermann torni a fare il play e a dettare i tempi della manovra, con Odjer e Di Noia (oppure Frigerio) ai suoi lati.
Zone Transition
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Le novità più interessanti, però, potrebbero registrarsi in prima linea con il varo di un tridente nuovo di zecca che potrebbe essere composto da Peralta, Vuthaj e Schenetti, con D’Ursi (ancora sin troppo evanescente) che così partirebbe dalla panchina. Optasse per queste rotazioni, Boscaglia passerebbe al 4-3-3, che forse in questo momento sembra garantirgli più equilibrio in mezzo al campo. E che lo espone meno alle critiche feroci che hanno seguito le due prime insipide ed inconcludenti prestazioni del Foggia.