La notte dello Zaccheria mette i brividi. Di qua una squadra (il Foggia) ancora ai verbi difettivi che balbetta e che non sa ancora cosa sia il sapore di una vittoria, di là un’altra (la Virtus Francavilla) che forse per la prima volta si accosta da queste parti intenzionata a fare la voce grossa, i primi 180’ di campionato hanno gia scavato un solco di 4 punti fra rossoneri e biancazzurri, il che mette nella condizione gli ospiti di provare ad osare.
Forse anche per questo Calabro non snatura la formazione che domenica scorsa ha piegato di misura in casa il Messina, squadra che vince non si tocca, e così ripropone gli stessi undici. Chi ha invece tutto da perdere è Roberto Boscaglia, che sull’altra sponda freme perché il suo Foggia continua a fare scena muta, provocando le prime timide contestazioni da parte della tifoseria. Che sperava in ben altra partenza, e che proprio non resiste a vedere Di Pasquale e soci adagiati sul fondo della classifica.
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Per determinare l’auspicato cambio di marcia, Boscaglia abbandona il 4-2-3-1 e si affida ad un 4-3-3 che nella forma dovrebbe essere spregiudicato, non nella sostanza perché a centrocampo rinforza gli argini con Frigerio (al debutto assoluto) che completa la cerniera a tre composta da Odjer e Di Noia (il sacrificato è Petermann).
Novità anche in difesa dove Leo viene preferito a Garattoni, mentre Di Pasquale torna a fare coppia con Malomo. Il tridente avanzato prevede Peralta a destra, Vuthaj al centro e D’Ursi sull’out di sinistra, il che significa che il sacrificato eccellente è Schenetti, che parte dalla panchina. Si parte e fin dalle prime battute si capisce che la Virtus sia salita allo Zaccheria per provare a sfruttare i disagi del momento del Foggia, che finalmente si presenta in campo con la casacca rossonera quasi a voler esorcizzare il momento.
Il Francavilla fa densità ed occupa bene gli spazi, il Foggia fa fatica a manovrare nella metà campo avversaria, le occasioni latitano e bisogna attendere 16’ per assistere ad una incornata di Malomo su calcio piazzato che si spegne sul fondo, distante da Avella.
Con il trascorrere dei minuti il Francavilla va in fiducia e controlla senza affanno il match, il Foggia prova ad alzare i ritmi ma senza costrutto, al 25’ velleitario tentativo di Leo, devono trascorre altri 7’ per rivedere un altro tiro verso la porta brindisina con D’Ursi, ma anche in questo caso senza esito.
Gli ospiti capiscono che l’avversario non punge ed al minuto 42’ su calcio piazzato con Giorno costringono l’ex Nobile ad un intervento plastico sulla sua sinistra. Si va al riposo sullo 0-0 e la sensazione è che solo un episodio possa cambiare il corso di una gara davvero incolore e con pochissimi spunti. La ripresa propone se non altro un Foggia leggermente più volenteroso che prova a schiodare l, la Virtus commette l’errore di abbassarsi, e al minuto 56’ su un millimetrico assist di Costa, D’Ursi solo soletto in area incorna sottomisura e libera l’urlo di gioia dei 5mila dello Zac.
Il vantaggio sembra sciogliere i rossoneri padroni di casa che provano a chiuderla la partita, ma manca la finalizzazione. I cambi dettati dai due tecnici non mutano l’inerzia del match, Boscaglia avvicenda in toto il tridente gettando nella mischia Peschetola, Ogunseye e Schenetti per non rinculare troppo nella propria metà campo, il Francavilla negli ultimi 10’ prova a mettere il naso dalle parti di Nobile, ma non graffia.
Zone Transition
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E così alla fine a fare la differenza è il lampo nel buio di D’Ursi che consegna al Foggia i primi 3 punti stagionali e che fa rifiatare un ambiente già in ebollizione.