Carriera alias? Dannosissima. Questo il sunto di un intervento a nome di Jacopo Coghe, portavoce Pro Vita & Famiglia Onlus in merito all’intervento della scuola Giordani-De Sanctis di Manfredonia. Facciamo chiarezza: la carriera alias si propone come una soluzione per gli studenti transgender che presso gli istituti (scuole, liceo o università) vogliono vedere riconosciuta la propria identità di genere.
“Sono entrata in Agedo durante l’estate, quando mia figlia con una poesia ha scritto a scuola, si è rivelata - spiega Rossella Prato a l’Attacco, sostenendo il valore del progetto -. La professoressa ha percepito qualcosa e mia figlia mi ha scritto un messaggio. Da quando me ne ha parlato, si è tranquillizzata. Così mi sono attivata e mi sono interfacciata con Agedo. Sono l’ultima arrivata, ma nel clima che si respirava, abbiamo cominciato a portare avanti dei progetti. Mi sono interfacciata con le professoresse, presentando i progetti Agedo anche con la Dirigente, che ha una sensibilità molto grande. Ci sono ragazzi e ragazze che odiano il proprio nome, si chiudono e non interagiscono, vengono bullizzati. La carriera alias permette di creare un bagno e uno spogliatoio neutro, per esempio, al fine di tutelare i ragazzi da questi atti. Con Agedo stiamo cercando di attivare punti di ascolto per i ragazzi, che non vogliono esporsi per paura. Arriva da loro, perché sono disperati ed esasperati e possono arrivare a fare gesti estremi”.
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Vissuti, ricordi, sentimenti, emozioni, paure, futuri ancora da completare un passo alla volta. Questi giovani si raccolgono attorno a queste. Esseri umani che comunicano, si disperdono, affrontano la sofferenza e le gioie. La scuola vuole quindi stare al loro fianco e sostenerli.
“Tutto questo è possibile per l’autonomia delle scuole - sottolinea Rosa Pedale, Presidente Agedo Foggia -. Non so quale sia la fonte scientifica di Pro Vita, ma le linee guida mondiali sulla psichiatria e identità di genere, riconoscono una identità diversa. Si parla di identità di genere qui. È riconosciuto dal mondo la possibilità di non sentirsi coincidenti con il sesso biologico. Lo dice la ricerca. Ci sono correnti che non sono d’accordo, ma se l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo afferma, ce ne dobbiamo fare una ragione. La carriera alias è un’opportunità, per i ragazzi e ragazze che percepiscono una certa identità di genere, l’uso di un pronome maschile o femminile. È una opportunità per chi affronta un percorso di disforia di essere riconosciuto, ma soprattutto dire ai bulli, che sono tantissimi: ‘Attenzione, c’è chi se ne preoccupa’”.
Non è imposta dal Ministero la carriera alias, ma non è illegale. Chi l’ha adottata, fa riferimento a leggi. Ci sono 130 scuole in Italia che l’hanno adottata, così come l’Università di Foggia. Essere di diverso parere non vuol dire condannare un pensiero. Il bullismo nella scuola è un problema grandissimo, in particolare omo-lesbo-transfobico. Dobbiamo contrastarlo e se una carriera, un’opportunità, ci permette di diminuire questo bullismo, è un nostro dovere come uomini e donne - aggiunge ancora -. La chiave è la conoscenza. Una massima di un antropologo che ripeto sempre: se avessimo il buonsenso di cercare tra di noi le somiglianze e non le differenze, vivremmo in pace”.
Al fianco della scuola anche il Pd, con una nota il Consigliere comunale Rita Valentino ha così affermato: “Questa iniziativa non andrebbe ostacolata ma dovrebbe essere da esempio per tante altre realtà scolastiche e non solo, affinché si possa migliorare la condizione di vita di ognuno di noi. Aiuta i ragazzi, aiuta le famiglie, aiuta gli insegnanti e oseremmo dire aiuta la collettività a riconoscere le diversità e includerle senza ghettizzarle e renderle oggetto di pregiudizio”.
Nonostante gli attacchi, la scuola resta ferma. Così afferma la Dirigente Laura Vinciguerra. “All’interno del consiglio di istituto abbiamo approvato la gestione della carriera alias, che non vuol dire intervenire sugli aspetti anagrafici dell’individuo. È uno strumento che ci permette di dialogare con le famiglie di ragazzi e ragazze. Si attiva solo nel caso in cui i genitori sono favorevoli”.
Zone Transition
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In merito ai commenti di Pro Vita risponde: “È un attacco determinato da una posizione ideologica diversa, che non tiene conto dei vissuti delle persone che vivono queste situazioni. Siamo una scuola che vuole dialogare ed essere inclusiva, parlando quindi di alunni e alunne che vivono questa esperienza. Sono turbata dal fatto che si possa strumentalizzare e utilizzare un titolo pesante come quello che abbiamo letto. Delibera shock perché? Ci sono diverse scuole in Italia che hanno attuato la carriera alias. Vogliamo avere un dialogo costruttivo con i genitori. Sono convinta della bontà di questo regolamento, rientra nelle buone pratiche che la scuola può avviare”.