Va bene la crisi di governo, ma Foggia è da troppe settimane senza prefetto e non se ne comprende il motivo. Il mugugno, inizialmente sotterraneo, adesso è emerso in superficie e anche dal mondo politico c’è chi lamenta pubblicamente con sconcerto il fatto che il Ministero dell’interno non abbia ancora provveduto alla nomina del successore di Carmine Esposito.
Eppure è dal 1° luglio scorso che il prefetto campano è in quiescenza, ovvero 20 giorni fa. Negli scorsi anni si sapeva del nuovo titolare dell’Ufficio territoriale del Governo di corso Garibaldi in anticipo, quando l’uscente era ancora a Foggia, per quanto poi ci si scontrasse con una permanenza assai breve dei nominati, in media limitata a soli due anni.
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Adesso tutto è da settimane affidato al vicario, il viceprefetto Salvatore Caccamo.
Per dirla tutta il “ritardo” del Viminale parte ancor più da lontano, perché quando a maggio 2021 il campano Esposito fu nominato dalla ministra Luciana Lamorgese si sapeva già che il 1° luglio 2022 sarebbe andato in pensione. E dunque cosa sta accadendo?
C’è chi sottolinea che la stessa Bari restò senza prefetto per un anno per attendere l’arrivo dell’attuale reggente dell’UTG Antonella Bellomo, nominata a dicembre 2019 e proveniente dalla Prefettura di Lecce.
Un’ipotesi è che Lamorgese farà un pacchetto di nomine di prefetti comprendente Foggia, del resto ci sono anche altri UTG - come Campobasso - che attendono e dal 1° agosto prossimo ulteriori prefetti andranno in quiescenza. “Ci sta tutto, ma in una situazione emergenziale come quella della Capitanata non c’è da attendere”, commentano alcuni addetti ai lavori a l’Attacco.
La presenza della criminalità, organizzata e non, si fa sentire costantemente, nonostante le ripetute operazioni “Ad alto impatto” volute da Lamorgese e nonostante gli ottimi risultati messi in campo (specie dal 2017 ad oggi) dalla Squadra Stato contro i clan della Quarta mafia.
Gli ultimi due fatti di sangue che hanno sconvolto il territorio daunio sono stati gli omicidi del pregiudicato Alessandro Scopece a Foggia (verosimilmente nell’ambito di una guerra tra diversi gruppi per il controllo del mercato della droga) e del 17enne Francesco Pio D’Augelli a San Severo, ucciso da un 15enne; mentre martedì sera il centro di Cerignola è stato teatro di una sparatoria.
Rispetto al possibile prefetto, come era stato anticipato lo scorso mese da l’Attacco, settimane fa circolò il nome di Mario Della Cioppa, ex questore del capoluogo daunio, che stando a quei rumors stava per essere nominato prefetto e destinato, come suo primo incarico, proprio alla Capitanata.
Oggi l’ipotesi Della Cioppa – che sarebbe stata assai gradita a chi, a Foggia, ha avuto modo di lavorare con lui e conoscerlo – sarebbe tramontata.
L’ultima indiscrezione porta, invece, a Maurizio Valiante, prefetto di Barletta-Andria-Trani da novembre 2019.
In questo caso troverebbe conferma la voce del ritorno ai nominati di carriera prefettizia dopo il ciclo dei prefetti provenienti da carriere in Polizia, come Raffaele Grassi e Carmine Esposito.
Salernitano 61enne, Maurizio Valiante è stato segretario comunale in numerosi comuni in provincia di Potenza prima di entrare nei ruoli della carriera prefettizia nel Ministero dell'Interno, con prima destinazione presso la Prefettura di Bergamo.
Dal 2010 al 2019 ha lavorato presso l'Ufficio di Gabinetto del ministro dell'Interno.
Foggia sarebbe dunque la sua seconda destinazione come prefetto e forse l’ultima prima del pensionamento. Visti i tanti collegamenti tra clan mafiosi di Capitanata e della BAT l’esperienza di Valiante potrebbe rivelarsi utile.
In attesa di capire cosa il Viminale deciderà e quando, è duro il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giannicola De Leonardis.
“Ormai da un mese Foggia non ha un prefetto. Non è stato ancora nominato, infatti, il successore di Carmine Esposito, che ringraziamo per il pregevole lavoro svolto. E siccome il prefetto è il rappresentante del Governo in provincia, bisogna ritenere che per il ministro degli Interni Lamorgese non sia necessario che la terra della Quarta mafia abbia il proprio punto di riferimento cardine della presenza dello Stato”, afferma l’eletto foggiano.
“Nei giorni scorsi avevo sollevato più di una criticità riguardante le condizioni in cui sono costretti a operare in Capitanata forze dell’ordine e magistrati. Essi svolgono un’attività straordinaria a tutela della legalità, lo fanno con senso del dovere e spirito di sacrificio. In numero inferiore rispetto a quello che è necessario per contrastare la criminalità in Capitanata e senza poter contare su mezzi adeguati e spazi idonei a svolgere al meglio il loro lavoro”.
“Rispetto a ciò”, evidenzia De Leonardis, “il ministro Lamorgese ha voluto rispondere, attraverso una nota, evidenziando quelli che sono i risultati ottenuti nell’ambito delle attività di prevenzione e controllo del territorio in questi ultimi 6 mesi. Risultati indubbiamente oggettivi ma che, al tempo stesso, non sono una risposta alle carenze di uomini e mezzi che esistono e rispetto alle quali non ci sono risposte da parte del ministro Lamorgese. E il fatto che, da un mese, non sia stato ancora nominato il nuovo prefetto è la dimostrazione più lampante di come il Governo non abbia ancora ben compreso la gravità dell’emergenza criminalità in provincia di Foggia”.
Zone Transition
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“Nel frattempo”, conclude De Leonardis, “non si arresta di certo la sequela di gravi episodi criminosi che, nelle ultime ore, ha colpito e scosso le comunità di San Severo e Cerignola. Rispetto a ciò, tuttavia, è necessario anche che le istituzioni del territorio facciano fronte comune: dai commissari del capoluogo, che dovrebbero destarsi dal torpore che li attanaglia, ai sindaci che, è auspicabile, si facciano promotori di iniziative unitarie volte a sensibilizzare il Governo sul tema della sicurezza in Capitanata e non solo a firmare appelli pro Draghi”.