Anche marzo volge al termine ma l’attività amministrativa del Comune di Foggia appare ancora quasi ferma. Il mugugno, finora proveniente solo dagli uffici comunali sconcertati da un avvio così lento dell’azione della giunta Episcopo, si diffonde adesso anche all’interno dell’aula consiliare. Come l’Attacco ha evidenziato più volte, alla moltitudine di sopralluoghi in favor di obiettivo fotografico non corrisponde una ricca operosità a livello deliberativo. E di questo si sono resi conto anche gli stessi eletti di maggioranza, che rimarcano a l’Attacco di essere molto propositivi ma di scontrarsi con un esecutivo che ad oggi ha assunto pochissime decisioni. “Non si parla affatto di rimpasto, ma certamente ci si aspettava di più da questa giunta”, dicono fonti interne al campo largo foggiano. “Dagli assessori ci attendevamo un’impronta più forte, è stato ormai superato il giro di boa dei primi cento giorni di governo. Secondo tutti è stato fatto poco. Non è una critica rivolta ad un assessore in maniera specifica, piuttosto è il consiglio che si dà molto da fare ed ottiene poco o nulla dall’azione della giunta come riscontro alle segnalazioni fatte. Non si è visto finora nulla di particolare quanto a lavori pubblici, sport, politiche sociali, formazione, personale, etc. Anche questioni critiche come la sosta tariffata e dunque il rapporto con l’impresa GPS e il parcheggio Zuretti sono rimaste ad oggi irrisolte”. “Non è cambiato nulla. Non c’è un atto amministrativo nemmeno su Amiu”, ha tuonato ieri l’ex candidato sindaco e consigliere di opposizione Giuseppe Mainiero. “Questa città avrebbe bisogno di un serio cambiamento”.
L’altra questione congelata è quella relativa alle postazioni di sottogoverno. In ballo ci sono ben 17 caselle, dal momento che per accontentare tutte le dieci liste del campo largo vincitore alle urne di ottobre scorso è stato fatto un ritorno a decenni addietro ripristinando i cda a cinque. Dunque 15 posti da attribuire tra le controllate Ataf spa, Amgas spa e AM Service srl, oltre ai due posti nel cda della partecipata Amiu Puglia spa.
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Ha trovato riscontro nella maggioranza l’anticipazione de l’Attacco rispetto all’intenzione della sindaca Marida Episcopo di non procedere alla nomina dei cda prima di giugno. Ma nel frattempo qualcosa è cambiato rispetto alle logiche spartitorie. Si era detto che esisteva uno schema già definito: per Pd, M5S e per la civica emilianista CON una presidenza ciascuno, coi dem di Raffaele Piemontese che hanno chiesto Ataf; i due consiglieri Amiu spettanti al Comune di Foggia ai dem e ai contiani; in totale tre caselle ciascuno per Pd e M5S, due per la civica di Rosario Cusmai (una presidenza e un consigliere).
Tale schema originario prevedeva che tutte le altre sette liste del campo largo, comprese quelle rimaste senza eletti in consiglio comunale, avrebbero incassato un componente di cda. Ma adesso dal campo largo trapelano importanti novità rispetto a quella distribuzione.
“Comunità politica, l’ex Popolari Buenza e Cataneo, che avrebbero dovuto indicare almeno un nome non avranno più nulla. Alcuni si sono defilati o hanno rinunciato. I posti vacanti li individuerà direttamente la sindaca, ma siamo comunque molto lontani dall’aver definito che distribuzione ci sarà alla fine per tutte le caselle”, dicono i beninformati della maggioranza. “Si arriverà a giugno, prima di allora non ci sarà alcuna nomina”.
Chi si ritrova escluso a suo dire ingiustamente è l’ex eletto Massimiliano Di Fonso, ispiratore della lista dei Popolari per Foggia e poi “tradito” dal cugino eletto coi suoi voti, Benedetto Buenza, passato sotto l’ala del Pd piemontesiano.
“Ieri (mercoledì, ndr) si è tenuta una riunione di maggioranza sui cda”, racconta Di Fonso a l’Attacco. “Noi non abbiamo rivendicato nulla ma oltre 2.300 persone hanno votato la nostra lista e dunque Episcopo, consentendole di vincere già prima del ballottaggio. Ora la sindaca mostra una evidente ostilità nei miei confronti, perché – dopo averlo detto a Buenza e ad altri eletti di maggioranza – continua ad affermare che la lista dei Popolari per Foggia va esclusa dalle nomine dei cda delle partecipate perché dietro ci sono io. In particolare, la sindaca sostiene che io sia indagato dalla DDA di Bari, quando questo non è vero. Ho allertato il mio legale affinchè verifichi se ci sono i presupposti per una querela nei confronti di Episcopo. Mi sento schifato sul piano politico e tradito, dopo aver contribuito a farla vincere. Nonostante non volessero i Popolari per Foggia all’interno del campo largo noi siamo stati determinanti. Davvero non capisco cosa Episcopo abbia nei miei confronti”, continua Di Fonso.
Zone Transition
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“Quello che è certo è che non si deve permettere di fare simili affermazioni. Le ricordo, inoltre, che venne alla presentazione del mio candidato e mi strinse la mano. Ora, invece, sembra che per lei io rappresenti il diavolo in persona. Adesso basta, non accetto questo modo di fare. Lei non ha mantenuto i patti e adesso sono convinto che stia usando questa scusa come pretesto per escludere la lista e per non riconoscerci nulla. Ma così facendo sta sputando in faccia a circa 2.300 foggiani che l’hanno sostenuta. Perché devono essere massacrati ed esclusi?”.