Promessa mantenuta da parte del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, presente ieri a Foggia – come preannunciato mesi fa in Parlamento - per presiedere il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e per firmare il patto per la sicurezza urbana col Comune capoluogo. Piantedosi ha incontrato il prefetto Maurizio Valiante, i vertici di procura foggiana e DDA (Ludovico Vaccaro, Roberto Rossi e Francesco Giannella), quelli delle forze di polizia, il neo presidente della Provincia Giuseppe Nobiletti e la commissaria straordinaria del Comune di Foggia Marilisa Magno. Il patto per la sicurezza urbana e per la promozione ed attuazione di un sistema di sicurezza partecipata ed integrata a Foggia avrà la durata di due anni. Le azioni proposte saranno costantemente coordinate e monitorate da una cabina di regia permanente che valuterà i risultati raggiunti o disporrà i necessari meccanismi di rimodulazione delle misure disposte.
Il documento, che si compone di 21 articoli, prevede quattro linee di intervento: prevenzione dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria (con particolare rilevanza al rafforzamento della prevenzione e del controllo del territorio anche con sistemi di videosorveglianza collegati alle centrali operative delle forze di polizia e con la previsione di agevolazioni ai privati e alle associazioni affinchè impiantino tali sistemi collegati alle centrali), misure per l’attuazione della sicurezza urbana (con l’individuazione e regolamentazione di aree urbane da sottoporre a particolare tutela e misure di prevenzione, il rafforzamento dell’illuminazione pubblica e il miglioramento dell’assetto urbano, contrasto delle occupazioni abusive degli immobili), interventi a favore dell’inclusione sociale e misure di solidarietà sociale (col progetto “Scuole sicure”, interventi contro il disagio e la devianza giovanile), iniziative per la promozione e tutela della legalità (comprendenti il contrasto all’abusivismo edilizio, commerciale e contraffazione).
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“Carenza degli organici in linea col dato nazionale. Tribunale, polarizzazione funziona”
“Vengo qui ad ascoltare un territorio importante e a dare un segno tangibile dell'attenzione che cominciamo a dedicare alla provincia di Foggia”, ha esordito il ministro Piantedosi in conferenza stampa. “Durante il Comitato per l'ordine e la sicurezza abbiamo parlato delle principali problematiche e ho verificato l'esistenza di una validissima squadra dello Stato a Foggia. Mi sono compiaciuto di alcune operazioni recenti, come quelle contro le occupazioni abusive di immobili. Sono azioni che hanno un valore non solo di ripristino della legalità e di recupero della gestione del patrimonio pubblico ma anche un forte significato simbolico per l'intera comunità”, ha aggiunto.
“E’ stata fatta anche una ricognizione delle risorse che lo Stato mette a disposizione per la Capitanata. Foggia è punto da tempo all'attenzione del Ministero dell'Interno, come ha dimostrato l’attivazione dei nuovi reparti prevenzione crimine. Sono soddisfatto anche per la firma del patto per la sicurezza urbana, che rende evidente e formale la collaborazione già esistente tra l’Amministrazione dello Stato, per il tramite della locale Prefettura, e il Comune capoluogo e che riguarda aspetti molto rilevanti con la finalità della messa a sistema e profitto, al massimo, delle risorse a disposizione per videosorveglianza, per la condivisione delle informazioni, etc. Intendiamo affermare sempre più la vicinanza dello Stato ai cittadini di questo territorio”.
Numerose le questioni affrontate dal titolare del Viminale rispondendo alla stampa.
Sulla necessità di superare il sistema dei ghetti Piantedosi è stato netto: “I progetti di ristrutturazione degli insediamenti li conoscevo già per il precedente ruolo che rivestivo presso il Ministero. Adesso posso dire che verrà data loro la massima accelerazione con l’obiettivo di garantire una sistemazione decorosa ai migranti. L'azione che governo e Stato dovranno svolgere è però finalizzata al prosciugamento nel tempo, perché ci sono in tali insediamenti fenomeni di evidente sfruttamento del lavoro e caporalato. Queste realtà rappresentano una costante opportunità di nuove schiavitù a cui attingere. Ci sono oggi consistenti finanziamenti ma non è questo il modo per realizzare l'accoglienza dei migranti. Occorre dare dignità alla vita di questi luoghi. Vorrei che la stessa emotività che si ha per gli attraversamenti in mare ci fosse anche per la presenza di questi luoghi con prospettive di sistemazione”.
Il ministro di recente, in una intervista tv, aveva paragonato la ferocia dei clan della Quarta mafia a quella dei Corleonesi. Ieri a Foggia ha evidenziato la duplice connotazione della criminalità organizzata di Capitanata: “Dall'analisi che è stata fatta durante la riunione del Comitato provinciale è emerso come la Quarta mafia sia da un lato inserita nei circuiti legali e dall'altro solita effettuare azioni violente, come dimostrano i numerosi omicidi”. Piantedosi ha rimarcato “le possibilità di condizionamento economiche e sulle amministrazioni comunali”.
Una delle peculiarità della Società foggiana è il racket delle estorsioni. Il messaggio alle vittime è stato chiaro: “Qui le denunce non sono in linea con la reale e presumibile entità di questo fenomeno criminale. C’è un sommerso rilevante. Il mio appello è quello di fidarsi delle istituzioni: c’è una macchina dello Stato, un impianto normativo e di sostegno che lo Stato offre. Peraltro, so che qui ci sono associazioni antiracket molto attive. Bisogna spronare sollecitare le denunce perché l'usura e le estorsioni in questo territorio vanno ben oltre il numero delle denunce”.
Piantedosi è stato sollecitato a intervenire sul governo sia per il rafforzamento degli organici delle forze di polizia sia per mettere fine alla inaccettabile situazione che vede la provincia di Foggia con un solo tribunale, quello della città capoluogo. “Rispetto agli organici non si tratta di una carenza più grave di quella registrata a livello nazionale”, ha osservato il ministro. “Certo questo non è motivo di sollievo. Posso dire che alle forze di polizia sicuramente dedicheremo un'attenzione speciale, nell’ambito di un'azione di progressivo recupero dai blocchi del turnover visti in passato. I reparti prevenzione crimine stanno dando un contributo molto rilevante. Foggia ha delle destinazioni non organiche in misura perfino maggiore rispetto alle aree metropolitane del Paese. Le azioni alto impatto saranno ripetute e rafforzate. Quanto alla carenza dei presidi giudiziari porterò anche questo messaggio a Roma. Capisco il tema dei tribunali ma vorrei anche far notare come oggi qui siano presenti, accanto al procuratore capo di Foggia, due procuratori che sono al vertice della DDA di Bari. C'è un'articolazione che prescinde dalla esistenza di un solo tribunale, la polarizzazione su alcuni temi forse funziona meglio”, ha aggiunto definendo “esemplare la sinergia tra la Procura di Foggia e la DDA di Bari”.
Infine il personale convincimento del ministro: “Tendo a pensare che qui ci sia da fare ancora non tanto in termini di azione di contrasto e di polizia giudiziaria quanto in termini di svuotamento anche culturale dei fenomeni mafiosi e criminali”.
“Conoscere i fenomeni criminali è il primo passo per contrastarli. L’analisi del ministro Piantedosi sui due livelli della mafia foggiana è molto lucida e aiuta a comprendere che la strategia più efficace è quella che punta a colpirne gli interessi economici”, commenta Davide Bellomo, deputato della Lega e componente della Commissione Giustizia.
Zone Transition
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“Le azioni violente sono soltanto la punta dell’iceberg, quelle che inducono a parlare giustamente di emergenza nazionale, ma non meno preoccupanti sono quelle messe in campo dalla mafia che è inserita da tempo nei circuiti legali, capace di condizionare il mercato e le scelte delle pubbliche amministrazioni. In questo contesto, trovo altrettanto lungimirante dare vita ad un patto per la sicurezza urbana a Foggia, con uno specifico focus dedicato alla prevenzione della devianza minorile, al fenomeno del racket e alla illegalità nel lavoro, al contrasto delle occupazioni abusive degli alloggi. Prosciugando il terreno fertile della microcriminalità si fa una lotta anche alle mafie del futuro”.