“Là dove c’era l’erba ora...” continua ad esserci erba, sempre più alta e sporca di ogni genere di rifiuti. La celebre canzone/denuncia di Celentano non trova spazio in questo caso, non a Foggia dove il verde cittadino cresciuto tra le fessure di un manto stradale che lascia molto a desiderare sta prendendo il sopravvento costringendo i pedoni ad attraversare la gareggiata. Ebbene sì. In città si cammina “in mezzo alla via” per usare una tipica espressione dialettale e colorita foggiana, e il motivo è semplice: i marciapiedi dissestati e colmi a tratti di immondizia, sono ora completamente coperti di erbacce che impediscono il transito ai passanti. Anziani, adulti e bambini non fa alcuna differenza: bisogna arrangiarsi zigzagando anche le auto in movimento e creando seri rischi all’incolumità fisica.
È questa la situazione di via Fiorello la Guardia e di tantissime altre arterie cittadine lasciate nell’abbandono più totale. Una incresciosa situazione che ha già scatenato l’ira del popolo social.
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“Mi chiedo se è mai possibile che si possa lasciare un marciapiede che dovrebbe esser usato dai bambini che si recano alla Pio XII in questo stato, con vegetazione ormai secca, alta oltre un metro e mezzo in alcuni tratti – denuncia Vincenzo Rizzi del Museo di Storia Naturale - però il tempo e le risorse per falciare a raso le orchidee si trovano”.
“Piante ed erbacce molto dannose per gli animali e, una volta secche, si attaccano con estrema facilità, entrando nelle orecchie, negli occhi, nelle narici, nei genitali e persino sottopelle bucando la cute – rincara una cittadina su facebook - purtroppo, una volta entrati, se non rimossi dal proprietario finché a vista, procedono sempre più in profondità, senza che il povero animale, ormai dolorante, possa più liberarsene. A questo punto si renderà necessario l’intervento di un veterinario. I marciapiedi ne sono talmente invasi che il più delle volte bisogna camminare sulla sede stradale. Tali infestanti andrebbero rasate e rimosse prima che alla pianta esca la falsa spiga, per l’appunto i forasacchi”.
“Sono anni che la zona riversa in questa situazione - commenta a l’Attacco la signora Enza mentre accompagna i figli a scuola – qualcuno ha segnalato l’area alle autorità competenti anche perché non si tratta solo di transito, ma finanche di igiene pubblica. Una situazione - rincara la donna – che non riguarda solo via Fiorello la Guardia ma anche altre zone della città come il parchetto di via Benedetto Croce ripulito dall’erba solo pochi giorni fa e dopo varie segnalazioni. Cani piccoli e bambini sparivano dietro le piante. Il problema è che si tratta davvero di una situazione costante e che tende a ripetersi. Ogni volta, puntualmente, qualcuno di noi è costretto a denunciare o nessuno mai verrà qui a ripulire”.
Interpellato da l’Attacco anche il presidente del WWF foggiano Maurizio Marrese che ha specificato: “La vegetazione sta colonizzando gli spazi a causa dell’incuria e della poca attenzione nella gestione del verde pubblico. Una situazione che si verifica lì dove ci sono marciapiedi rotti, dove manca l’asfalto: il degrado chiama degrado. È tutta una conseguenza. Anche la strada rotta permette alla vegetazione di attecchire meglio – commenta – al contempo vige in città un degrado culturale. Le persone hanno ragione per quel che ne concerne i problemi ai propri cani bisogna però attenzionare certi discorsi come quello relativo ai ratti e agli scarafaggi che frequentano invece zone sporche e che col verde non c’entrano nulla. Stessa cosa sui serpenti che, anzi, aiutano a contenere questo problema: sono innocui e mangiano insetti. Certo – aggiunge – vivendo in città ci vuole il giusto equilibrio. Ma il problema è stato causato dall’abbandono, da tutta una serie di situazioni che hanno portato a tutto questo. Stiamo solo facendo la resa dei conti”.
La verità è che il capoluogo riversa ormai in uno stato di abbandono.
Zone Transition
Zone Transition
“Il verde pubblico è gestito male – denuncia Marrese – lo sfalcio è stato fatto in molte zone della città ma in un periodo sbagliato, e cioè ad inizio primavera. In quel periodo pioveva poco e la vegetazione si stava riprendendo. Un’operazione che poteva invece essere posticipata di 30/40 giorni così da domare quella esplosiva ricrescita favorita anche dalle temperature molto calde. Alle condizioni climatiche si sono quindi aggiunte delle errate operazioni tecniche che altro non hanno fatto che gettare via i soldi pubblici. Ad oggi avremmo bisogno di un nuovo sfalcio. La gestione del verde pubblico deve essere affrontata utilizzando un livello tecnico più elevato”, conclude.