La comunità LGBTIQ+ foggiana coltiva sé stessa. E lo fa attraverso una serie di incontri in cui formarsi, divertirsi, stare insieme e ballare. E l’ultimo appuntamento è quello con il Giovedì Bigotto al Fuori Squadro di Vico Arco Contini. “Abbiamo trascorso lunghi mesi difficili in cui è stato arduo tirare fuori creatività, idee e modi alternativi di stare assieme”, racconta Alice Rizzi, presidente Arci gay Foggia dal 2019. “La pandemia è stata faticosa per tutti. Ma per le associazioni che si occupano di aggregare e supportare situazioni difficili, credo sia stato di gran lunga peggiore. Oggi finalmente siamo riusciti a mettere su un gruppo che sta tirando fuori idee e voglia di fare. Ci sentiamo molto attivi”.
E uno dei modi primaverili in cui creare comunità, è senza dubbio l’appuntamento settimanale utile a conoscersi e crescere. “Nel Giovedì Bigotto si sta insieme in tranquillità. Ad ogni incontro arrivano persone nuove. È proprio quello che noi vogliamo”.
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Riguardo la composizione interna della comunità foggiana, la Rizzi spiega: “I giovani si esprimono meglio, affermano sé stessi con più facilità. Hanno meno difficoltà a mettere fuori ciò che sono e a portare nuove cose. Per quelli un po' più avanti con gli anni è meno facile. Ma lentamente stiamo diventando un luogo intergenerazionale, che tiene insieme i desideri di molte età”.
Nato dieci anni fa, l’Arci gay di Capitanata ha tra i fondatori e le colonne portanti Luigi Lioce, Anna Capone, Salvatore D’Alessio, Bruno Colavita e molti altri. “Quello del gay pride del 2015 fu un momento importante per unirci tra di noi”, aggiunge la Rizzi. “Temevamo che la nostra città di provincia reagisse male ad una manifestazione come quella. Ed invece fu bellissimo. Il territorio ha risposto in un modo che nessuno di noi avrebbe potuto immaginare. Foggia ha dimostrato di essere una città positiva, che risponde bene agli stimoli giusti”.
Tra gli ambiti in cui opera l’Arci gay Foggia, c’è la voglia di fare cultura ed informazione. “Con professionisti del settore abbiamo affrontato numerosi temi. Anche ragazzi giovanissimi sono venuti ad ascoltare medici che gli parlavano della loro salute”.
E così come racconta la serie tv Pose, che mette a tema gli USA e le atmosfere coloratissime della sottocultura del Bronx, in cui si muovono anime solitarie e disperate che danzano nelle Ball al ritmo del Voguing, anche nella città di Foggia le Ball hanno una loro, seppur piccola, consistenza. “Le abbiamo fatte nei mesi invernali nel Carlito’s bistrot di piazza Federico II”, continua Alice. “Anche lì ci vedevamo il giovedì. E l’obiettivo era divertirsi, creare, ballare. Alcuni di noi si cucivano gli abiti da soli”.
Autodidatti, i ballerini del Voguing di Capitanata ripetevano i passi di quel fenomeno esploso nelle ballroom di Harlem più di quarant’anni fa, e che continua ad attraversare il mondo in un revival post Madonna. Uno strumento di espressione e di identità per la queer community, noto ad un pubblico di nicchia grazie a documentari come Paris in burning, e serie televisive Netflix come Pose, appunto.
“Oggi siamo molto più radicati sul territorio. Sentiamo che passo dopo passo l’associazione sta diventando un punto di riferimento per i bisogni di tutti. Il nostro è un processo in ascesa che è appena cominciato e di cui siamo entusiasti. Stiamo provando a dare una freschezza nuova, rinnovando lo sguardo dell’associazione”.
Ed anche se trovare un luogo in cui fare musica all’aperto e mettere su ballroom e Voguing è complicato, il Fuori squadro resta comunque un’alternativa all’invernale Carlito’s.
“Sono settimane che stiamo lì”, racconta Alice. “Ballare il Voguing al Fuori Squadro si potrebbe anche fare, ma chi danza fa spaccate, si rotola a terra, e non è possibile farli rientrare con le ginocchia sbucciate. Così ci limitiamo ad un’apericena ed ascoltiamo la nostra musica. È un bellissimo momento per conoscersi: tante solitudini trovano amici ed accoglienza. Abbiamo visto nascere rapporti. Noi stessi abbiamo allargato il nostro gruppo e stiamo reclutando gente nuova, un fatto che è molto importante. Il Giovedì Bigotto è un modo per incontrarsi. Riguardo al Voguing ci piacerebbe organizzare uno spettacolo. I nostri sono principianti, ma gli piace molto esibirsi”.
Zone Transition
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A parere di Rizzi, però, la comunità foggiana non assomiglia molto a quella della serie tv Pose, e non sono molte le persone ad essere cacciate di casa. “Certo, i rapporti sono quasi sempre complessi e non tutti hanno fatto outing con entrambi i genitori. Ma l’essere cacciati di casa riguarda soprattutto il mondo trans nei piccoli paesi della provincia. Nelle nostre attività di sportello cerchiamo di gestire anche queste emergenze”.
Emergenze che hanno nomi e volti che nel vicoletto del Fuori Squadro trovano una nuova occasione per fare rete, sostenersi e divertirsi.