Nel processo inerente la morte di Marco Ferrazzano – ragazzo foggiano che si tolse la vita il 29 gennaio di tre anni fa – è stato ascoltato un testimone oculare che abitava vicino al giovane.
Alla sbarra ci sono presunti bulli che per diverso tempo avrebbero deriso la vittima – ma non solo – con dei video che poi venivano girati nelle chat e postati sulla pagina social – poi chiusa – “comiche foggiane”.
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
Il teste ha confermato una serie di circostanze, ma senza riuscire ad accostare i nomi ai volti dei ragazzi incriminati. Li conoscerebbe di vista perché si sarebbero spesso trattenuti in zona San Ciro, teatro delle presunte violenze.
Ha però confermato l’esistenza di atti di bullismo in strada ai danni delle vittime. Un amico gli avrebbe mostrato due video: in uno le vittime venivano lavate con la lancia a pressione di un autolavaggio. In un altro c’era Marco costretto a fare capriole per ottenere in cambio regali. La prossima udienza è prevista a giugno quando sarà sentito un altro testimone oculare che ha già riconosciuto in precedenza le persone sotto processo.
Zone Transition
Zone Transition
Gli imputati sono cinque: Antonio Bernardo, 27 anni; Antonio Pio Tufo, 24 anni; Francesco Paolo Paoletti, 25 anni; Dario Pio Vacca, 25 anni; Giuseppe Apruzzese, 26 anni. Bernardo - nipote del boss omonimo ucciso nel 2008 - e Tufo sono stati condannati rispettivamente in secondo grado a 27 e 25 anni di reclusione per la rapina al bar “Gocce di Caffè” durante la quale venne ucciso il titolare Francesco Traiano.