Nel centro-sud Italia, l’intesa sul prezzo del pomodoro da industria non c’è ancora ma, per la prima volta, il 23 maggio ad Angri (Salerno) nell’ultima riunione dell’Organizzazione interprofessionale (Oi) si è intravisto lo spiraglio per un possibile accordo da raggiungere all’inizio della prossima settimana.
“E’ stata una riunione in cui entrambe le parti, sia quella agricola sia quella industriale, si sono mostrate propositive”, ha spiegato Michele Ferrandino, referente di CIA Agricoltori Italiani all’interno della Oi. “Finalmente, si è riallacciato un dialogo costruttivo, teso a trovare un’intesa che possa soddisfare tutti, nella logica della filiera. Per la prima volta, le OP si stanno battendo tutte insieme per il riconoscimento di un prezzo equo in favore degli agricoltori. Per raggiungere un accordo, il Comitato si riunirà martedì 31 maggio”.
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“CIA Capitanata – ha aggiunto il presidente provinciale dell’organizzazione, Angelo Miano – rileva con soddisfazione che, dopo tanto parlare, si sta cominciando a ragionare realmente come elementi e soggetti interconnessi di una filiera. Il mondo agricolo si è compattato. Ci fa piacere rilevare, inoltre, che lo studio elaborato da CIA Capitanata sui costi per ettaro di produzione e raccolta del pomodoro sia stato utile, in tal senso, per comprendere più approfonditamente i problemi affrontati dai produttori”.
La Oi associa i soggetti economici della filiera del pomodoro del Centro Sud Italia, nello specifico nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Toscana, Sardegna, Sicilia e Umbria, con ripartizione paritaria dei voti fra la componente di produzione agricola e quella di trasformazione. In quest’area, ogni anno, sono coltivati circa 30mila ettari di pomodoro da industria (17mila dei quali nel Foggiano), con il coinvolgimento di 24 Op (Organizzazioni di Produttori) e 49 imprese di trasformazione per la lavorazione di circa 2,96 milioni di tonnellate di pomodoro (dati 2021).
Nel sistema produttivo del pomodoro da industria, Foggia e la sua intera provincia rivestono un ruolo centrale, soprattutto per ciò che riguarda i numeri e la qualità espressi dalle aziende agricole che investono in quello che, un tempo, era definito “oro rosso”.
In provincia di Foggia, zona di massima produzione in Italia, la situazione è diversificata rispetto alle rese: si va dagli 800 ai 1200 quintali raccolti per ogni ettaro. I pomodori pugliesi hanno specificità qualitative che li rendono unici per proprietà nutritive e richiesta sul mercato, di qui la necessità di garantire agli agricoltori una redditività all’altezza del loro impegno e del loro prodotto.
Per raggiungere un accordo equo e accettabile sul prezzo del pomodoro da industria restano poche settimane. La finestra temporale per procedere alle piantumazioni sarà ancora aperta a maggio e, in extremis, anche per una parte di giugno.
Zone Transition
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“Per questo motivo – ha concluso Miano – è davvero un fatto positivo che l’ultimo incontro abbia gettato le basi per raggiungere un’intesa entro i prossimi 6-7 giorni. I nostri produttori chiedono soltanto condizioni eque e una giusta base di partenza per poter continuare a sostenere una filiera che produce lavoro, reddito, eccellenza e qualità alimentare di grande rilievo”.