Riflettori accesi sulle Aree Interne con la Carta presentata dalla Svimar. “Se non ci ascoltano, siamo pronti anche alla rivoluzione”

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“Speriamo che questo documento possa sortire il proprio effetto, le forze politiche sono avvisate: non si scherza con i problemi dei cittadini delle aree interne, noi siamo capaci anche di fare la rivoluzione”. E’ stato questo il monito lanciato da Giacomo Rosa, presidente della Svimar, l’associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno e delle Aree Interne. Un appello accorato ribadito durante un incontro organizzato a Candela, durante il quale è stata presentata (e arricchita) la carta delle Aree Interne. “Candela passerà alla storia – ha detto Rosa a l’Attacco – perché qui abbiamo presentato un documento essenziale: si tratta di 13 punti per i quali ci batteremo, anche a Roma e in Europa, che dovranno portare delle migliorie ai nostri territori. Gli interlocutori, dunque, sono le persone che entrano nelle istituzioni, stiamo lanciando loro un grido di allarme rispetto alla situazione in cui vivono tanti cittadini del Sud”.

I punti snocciolati durante l’incontro sui Monti Dauni riguardano le emergenze ataviche di quel territorio: infrastrutture, turismo, scuola, attività produttive, sanità e altri ambiti. “Si deve cancellare la parola ‘sostenibilità economica’ – ha aggiunto il presidente della Svimar –, perché è un paletto che mortifica i piccoli comuni. Abbiamo deciso di incontrare il pubblico per implementare il documento e presenteremo poi questa carta agli esponenti politici. Il nostro impegno non si esaurisce con questa presentazione, noi non arretreremo di un millimetro affinché non si metteranno in atto tutte quelle iniziative che possano migliorare la nostra vita. La Svimar vuole alimentare una speranza mettendo in campo tutte le esperienze e competenze. Giriamo i territori, anche a piedi, per vedere con i nostri occhi quelle che sono le problematiche e sostenere i primi cittadini delle comunità”.

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Secondo il Sindaco di Candela, nonché presidente della Provincia di Foggia, Nicola Gatta il problema principale è lo spopolamento. “E’ la vera piaga di questo territorio – ha evidenziato a l’Attacco –, siamo uniti per cercare di sviluppare una programmazione, parlare e trovare delle soluzioni affinché ci possa essere una controtendenza rispetto alle emergenze che riscontriamo nel nostro mezzo giorno: ridurre il divario con il resto d'Italia. E’ inconfutabile che esista un gap, in primis di tipo infrastrutturale, che purtroppo riduce le possibilità ai nostri giovani i quali spesso sono costretti ad andare via per trovare un'occupazione”.

L’altro problema “atavico” sono le infrastrutture. “Come Provincia abbiamo cercato di intervenire con una manutenzione puntuale rispetto all'attuale sistema viario – ha aggiunto Gatta –. Non ci può essere sviluppo senza adeguate infrastrutture. Ci sono, ad esempio, delle aziende agricole che hanno difficoltà ad esportare i propri prodotti in quanto esiste una viabilità ridotta in malo modo. Abbiamo anche pensato, con una visione strategica, di implementare le grandi infrastrutture. E’ recente, poi, la deliberazione di 47 milioni di euro destinati alla cosiddetta Strada Regionale 1 che si aggiungono a precedenti 50 già stanziati: è una strada ferma e bloccata da 40 anni che può dare una speranza al nostro territorio perché andrà ad agevolare il sistema produttivo industriale di tutti i comuni delle aree interne. Dobbiamo sfruttare tutte le risorse disponibili per dare uno slancio alle nostre aree industriali che sono diventate dei cimiteri”, ha ribadito il Sindaco di Candela.

La Svimar è nata qualche mese fa, raggruppa quattro regioni (Calabria, Basilicata, Puglia e Campania), 18 province e mille comuni. Gli esponenti principali – come detto – sono in giro in tutto il Sud Italia per sensibilizzare, stare vicino ai cittadini e ai Sindaci. Fungono, dunque, da sostegno in quanto – dal loro punto di vista – è venuto meno il sistema dei partiti e di quegli organi intermedi tra le comunità e il governo centrale. L’associazione è formata da un insieme di persone che hanno delle competenze o che in passato comunque hanno svolto un ruolo anche istituzionale e amministrativo. Individui, quindi, che hanno deciso di mettersi in prima linea e dare un contributo fattivo alle comunità. “L'idea di fondo non è che cosa il territorio può fare per noi, ma io cosa posso fare per migliorare la situazione delle comunità in cui vivo”, ha spiegato a l’Attacco Virgilio Caivano, delegato Svimar ai rapporti con il Parlamento.

Zone Transition

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Sono quattro i pilastri su cui si fonda la carta delle Aree Interne. “L'implementazione della sanità territoriale – ha evidenziato Caivano –: le nostre comunità hanno bisogno di medici di prossimità, di un’assistenza domiciliare più organizzata e intelligente. Proveremo a proporre delle riforme serie e a progettare delle iniziative centrate in materia di sanità. Il secondo punto riguarda la rete veloce e la fibra due: in tantissime piccole comunità non ci sono questi due opzioni importanti al giorno d’oggi e ciò significa non poter realizzare progetti d’impresa di un certo rilievo, non poter donare agli studenti e ai docenti i materiali tecnologico. Il terzo punto – ha aggiunto Caivano – è la ruralità intelligente: le Aree Interne del Mezzogiorno hanno delle realtà importanti, c'è la possibilità di realizzare quella che è la vera industria del sud Italia, lavorando molto sul settore agricolo in maniera intelligente. C'è bisogno anche di formare le nuove leve. A Candela, ad esempio, sono stati fatti investimenti enormi con il miglioramento delle strade di comunicazione, l’elettrificazione, l’illuminazione, un progetto di videosorveglianza per le aree rurali. Quindi, un tentativo di offrire servizi che permette anche il ritorno dei giovani imprenditori che potranno pensare di investire in questo segmento economico. Il quarto aspetto, infine, è il turismo lento o la mobilità intelligente. Svimar nasce anche dalla sollecitazione di comitati cittadini creati per incentivare e recuperare delle strutture, come ad esempio le tratte ferroviarie, che possono essere fonte di opportunità importanti di turismo. Dobbiamo imparare a mettere insieme le realtà territoriali, le ricchezze presenti nella zona, la storia che contraddistingue questa parte della Puglia”, ha concluso.

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