A quasi 20 giorni dalla prevista conclusione delle procedure, resta ancora senza graduatoria finale il concorso della Provincia
di Foggia più contestato, quello per tre amministrativi categoria C. La vicenda che sta tenendo banco da fine novembre - e che è finita anche sugli schermi nazionali di Striscia la notizia - riguarda nel complesso dieci ambitissimi posti di lavoro, tutti a tempo pieno e indeterminato, per amministrativi e tecnici.
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Sono stati ben 1.974 i candidati che hanno risposto ai 4 bandi di concorso e dei 7 vincitori ad oggi noti tre sono di Candela (di cui due cugini), uno è il vicesindaco di Orsara di Puglia, un altro è il figlio della sindaca di Roseto Valfortore, un sesto è un dipendente della Provincia ex dirigente a tempo determinato a Candela, l’ultimo un ex assessore del Comune di Cerignola. Pesanti e varie le contestazioni di presunte irregolarità mosse per conto di una ventina di ricorrenti al TAR Puglia dal loro legale Francesco Leone.
Ma c’è un’altra perplessità che giunge dai concorsisti, relativa alla presenza di personale dell’ente ospitante Formedil, dipendenti visti da diversi candidati che ora si chiedono se ciò sia regolare e entro quali limiti tale presenza fosse consentita. Formedil CTP è l’ente di formazione professionale per i datori di lavoro, tecnici e operai del settore edile di Capitanata.
Diversi concorsisti, anche esterni rispetto al gruppo dei ricorrenti, segnalano che di aver visto nell’atrio e nella struttura anche personale di Formedil. In particolare, fanno riferimento a Raffaele Mangino, responsabile del processo di direzione di Formedil, noto anche per essere ex assessore del Comune di Rocchetta Sant’Antonio e come parente del presidente della Provincia e sindaco di Candela Nicola Gatta. “Come responsabile dell'ente ospitante mi sono occupato insieme ad altri colleghi di Formedil della logistica, della predisposizione della sala, dell'accesso al parcheggio, etc.”, afferma Mangino a l’Attacco.
“Dovevamo necessariamente esserci. Siamo rimasti nei nostri uffici, che sono situati nell'area sovrastante quella concorsuale, dunque in un luogo distinto dalle aule. Abbiamo dato ordine, fatto da spola, ma nelle aule non siamo mai entrati. Siamo scesi giù solo quando la commissione terminava la seduta, c’era da predisporre la sanificazione, c’era l'uscita dei concorsisti da un'area predefinita, quindi nella fase di interscambio. Siamo scesi per evitare problemi nella struttura oppure quando si è intasato un bagno, per via dell’afflusso di centinaia di persone. E’ chiaro che siamo dovuti intervenire perché responsabili in quanto ente ospitante”, continua Mangino.
“Escludo categoricamente che io e i miei colleghi abbiamo girato tra i banchi, è da denuncia una simile affermazione. Se come Formedil siamo affidatari di un servizio cerchiamo di svolgerlo nel giusto modo. Noi siamo entrati nell'area sottostante solo quando c'era da risolvere qualche problema logistico come nel caso del bagno o per far uscire i concorsisti”, conclude Mangino.
“Quando si svolge un concorso pubblico le persone autorizzate a stare nelle aule durante lo svolgimento sono previste sin dall'inizio”, afferma a l’Attacco l’avvocato Francesco Leone, il cui studio palermitano è il primo in Italia per contenziosi relativi al diritto amministrativo concorsuale.
“La legge prevede che sia presente in primis la commissione d'esame e che ci sia eventualmente un comitato di vigilanza quando c'è più di una sede di svolgimento delle prove. Non è stato questo il caso. E poi gli addetti ai lavori d'aula, che in questo caso specifico sono state persone della SeleTek srl di Bari, l’impresa che ha gestito lo svolgimento delle procedure. Le persone che si trovano nelle aule sono direttamente individuate negli stessi verbali redatti dalla commissione d'esame”. Il verbale del 26 novembre, sullo svolgimento della prova per amministrativi D, spiega che erano presenti per SeleTek il titolare Francesco Angiola e altre 12 persone. Non si fa alcun cenno a personale di Formedil. “Nelle aule possono stare solo persone assolutamente predeterminate e riportate nei verbali”, continua l’avvocato Leone.
Zone Transition
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“Peraltro, nei concorsi pubblici si richiede che non debbano avere alcun tipo di interesse rispetto alla procedura e ai candidati. Infatti si fa fermare a tutti loro una dichiarazione standard in cui si dice, ad esempio, che non sono parenti né affini di alcun candidato. Insomma, il grado di sicurezza, attenzione e parzialità richiesto anche rispetto ai semplici addetti è molto alto in caso di concorso pubblico. Se realmente ci fossero state persone estranee alla procedura, non riportate nel verbale, sarebbe molto grave. Tra i banchi dei candidati non deve esserci nessun estraneo. Nel caso in questione, da quello che ho saputo alcuni concorsisti hanno visto un dipendente di Formedil, il quale sarebbe peraltro parente del presidente della Provincia. Se il dipendente di Formedil fosse rimasto nel suo ufficio, all'interno della sede, lontano dalle aule dove si stava svolgendo la prova d'esame, nulla quaestio. Altrimenti doveva esserci un’emergenza, una ragione specifica, e ciò doveva essere annotato. Dico questo indipendentemente da eventuali interferenze nella procedura. Dunque”, conclude Leone, “qualora fosse verificata questa segnalazione e non ci fosse stata una motivazione né verbalizzazione si tratterebbe di un’ulteriore ombra sulla regolarità della procedura concorsuale”.