Il dato rivelato da l’Attacco di 12 milioni di inerti (gli scarti da costruzioni e demolizioni) usato per dopare oltre ogni immaginazione il valore della raccolta differenziata di Foggia è destinato a causare una lunga scia di reazioni e polemiche. E’ evidente, inoltre, come la situazione sia particolarmente degenerata proprio nel 2021 con il venir meno della politica e di un livello accettabile di controllo istituzionale.
La raccolta differenziata dichiarata da Amiu Puglia spa per Foggia sui canali istituzionali della Regione nel 2021 ammonta a 23.572.752 kg, ossia il 28% del totale dei rifiuti. Più della metà di questa è fatta con la raccolta di inerti, i rifiuti derivanti da costruzioni, demolizioni e scavi. Il numero ha dell’incredibile: 11.903.000 kg. Quasi 12 milioni di kg di inerti che incidono al 50,49% su quel valore della RD, a dir poco dopato.
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
Il dato è ancor più clamoroso se si pone un semplice confronto con le altre città capoluogo della Regione: a Bari 347.000 kg di inerti che incidono per lo 0,52% sulla RD (gestita dalla stessa Amiu Puglia spa), a Lecce 435.600 kg che incidono per l’1,41% della RD, oppure Taranto con soli 26.260 kg che incidono per lo 0,10% e così via. I valori per ogni città oscillano tra lo 0 ed il 4%.
Per rendere il tutto ancora più tragicomico e di portata nazionale l’Attacco è andato a controllare su che valori si muove il Comune di Milano, la capitale economica d’Italia. Nella metropoli di 1 milione e 350 mila abitanti il valore negli anni degli inerti raccolti è tra i 6 e gli 8 milioni di kg, con un’incidenza nella raccolta differenziata tra l’1 ed il 2%, in linea con quanto avviene ovunque.
Foggia fa più inerti di Milano anche in valore assoluto. Una follia assoluta.
L’anomalia foggiana è da Guinness World Record e pone seri interrogativi su tutta la questione e su tutto il sistema organizzato. Chi li raccoglie? Dove e perché vengono spacciati per RD dei foggiani?
L’autore di tale raccolta, solo vociferato in questi giorni dall’uscita della prima parte di questa inchiesta, è stato finalmente riscontrato setacciando i siti istituzionali. Dal portale “Puglia con – conoscenza condivisa per il governo del territorio” si può accedere all’osservatorio regionale dei rifiuti.
Qui, scandagliando la raccolta mensile, emerge che la stragrande maggioranza della raccolta di inerti è fatta dalla società cooperativa Nuova San Michele.
La cooperativa di produzione e lavoro, costituita nel 1981, è impegnata nel settore ecologico da diversi anni ed opera proprio nel recupero ambientale, riciclaggio e smaltimento rifiuti. Tra i maggiori clienti compaiono ENI, AQP, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato di Foggia, e non potevano appunto mancare l’azienda speciale AMIU, il Comune di Foggia ed altri comuni della provincia.
Il suo peso sui rifiuti è mastodontico. Di quei 12 milioni circa di kg di inerti, ben 11 milioni sono raccolti dalla coop Nuova San Michele. La restante e residua parte è opera di La Puglia Recupero srl.
Un’attività che si è nel tempo strutturata ed è andata crescendo esponenzialmente con l’effetto di trasformare la stessa concezione di rifiuto e riciclo a Foggia, dove ormai carta, vetro, plastica e materiali, che dovrebbero essere l’oggetto del vero riciclo, sono diventati anno dopo anno marginali. Fino al 2016 il dato era sotto controllo, intorno ai 600 mila kg. Da lì in poi l’escamotage è diventato anomalia fino a sfociare nell’assurdo. Nel 2017 sono balzati a 5 milioni di kg gli inerti raccolti, nel 2018 sono 3.6 milioni, nel 2019 ri-salgono oltre i 6 milioni, mentre nel 2020 ritornano a 5 milioni per poi raggiungere i fatidici 12 milioni del 2021. Un’incidenza che passa dal 30% al 50% e che fa sì che una raccolta differenziata reale del 14% venga spacciata come raccolta del 28%.
Difficile da spiegare questo boom dello scorso anno, ma di certo con la scadenza della convenzione novennale e la necessità vitale di Amiu Puglia di ottenere il rinnovo sarebbe stato pressoché impossibile stilare un documento che dimostri il vantaggio a rimanere con l’azienda “in house”, nonché giustificare la qualità del servizio in comparazione ai costi, se le carte avessero mostrato il dato più basso a livello regionale (e non solo) della raccolta differenziata. Portare in dote un reale 14% avrebbe spinto senz’altro l’opzione di gara pubblica europea per trovare sul mercato un miglior offerente. Il 28% dichiarato resta pur sempre basso ma rientra nei limiti almeno di quanto previsto in sede di programmazione. Si veda la situazione di questo 2022.
Nel Piano Economico Finanziario, Amiu Puglia garantisce una raccolta differenziata per Foggia del 22%, sapendo quindi di dover necessariamente ridimensionare quell’enormità di inerti. Il report mensile pubblicato sui siti istituzionali mostra però una situazione notevolmente in affanno con mensilità quali aprile e luglio in cui ci si ferma al 13% ed una media totale attuale al 17,72%. Valore, quest’ultimo, anch’esso dopato dagli inerti, e facilmente dimostrabile con un confronto. A gennaio Foggia avrebbe raccolto 753.000 kg di inerti, Bari (dove opera la stessa Amiu) 12.500 kg e così via. Quanto raccolto però ancora non è sufficiente, è evidente come serva ad Amiu una notevole iniezione di inerti che faccia letteralmente schizzare questi valori verso l’alto e raggiungere la “dignitosa” soglia che ci si è preposti.
La situazione, come in un thriller cinematografico, si è notevolmente ed inaspettatamente complicata quest’anno. Per quanto sia mancato in questi anni il controllo della politica, di AGER e degli organi preposti (Procura compresa), la normativa negli anni si sta evolvendo proprio per limitare un uso scorretto di questi rifiuti.
A livello giuridico la questione è diventata un vero e proprio campo minato a svantaggio di questa anomala prassi foggiana. Partendo da ciò che era precedentemente stabilito, il decreto ministeriale 26 maggio 2016 impone che possano essere computati a raccolta differenziata i “rifiuti da costruzione e demolizione limitatamente alle quote provenienti da piccoli interventi di rimozione eseguiti direttamente dal conduttore della civile abitazione, nella misura di 15 kg/ab per anno”. Per una città come Foggia è dunque impossibile superare i 2 milioni di kg all’anno di tali rifiuti. La mannaia definitiva è arrivata in questi giorni. La stabilisce il DM 152 del 27 settembre 2022 con il quale il Ministero della Transizione Ecologica mette in campo un primo importante intervento per lo sviluppo circolare del settore delle costruzioni, in linea con gli obiettivi strategici previsti dal Piano europeo d'azione e dalla strategia nazionale approvata in ambito PNRR. A partire dal 4 novembre appena trascorso i rifiuti inerti derivanti da costruzione e demolizione, e gli altri rifiuti inerti di origine minerale, sottoposti a operazioni di recupero, non sono più qualificati come rifiuti. Saranno direttamente riutilizzati nella produzione di materiali da costruzione. Non è quindi un caso che nelle ultime 2 mensilità del report sulla composizione della raccolta differenziata la coop Nuova San Michele non abbia conferito nulla e non abbia contribuito più in alcun modo alla strana raccolta differenziata foggiana. Quel flusso si è fermato. Questo in termini pragmatici può voler dire soltanto una cosa: Amiu Puglia spa per questo 2022 non potrà quasi sicuramente raggiungere il suo annunciato 22%, seppur striminzito, venendo meno al piano economico finanziario approvato.
Alla stessa maniera e con lo stesso attuale sistema di raccolta sarà molto difficile anche nel triennio 2023-25 raggiungere il dichiarato 21% (obiettivi negli anni ribassati dalla stessa ditta) se già dal gennaio prossimo non potrà più contare sull’iniezione dopante degli anomali scarti da costruzioni e demolizioni raccolti.
Zone Transition
Zone Transition
La sensazione è dunque che ad Amiu serva chiudere ed in fretta la partita del rinnovo contrattuale prima che emergano questi risultati negativi e le oggettive difficoltà del prossimo futuro. La normativa nazionale del governo Draghi ha indirettamente rotto il sistema foggiano del riciclo gonfiato e le conseguenze si vedranno già nel breve periodo.