Erano trascorse poco meno di due settimane da quando le firme di 13 consiglieri comunali sull’atto delle loro dimissioni aveva interrotto prematuramente l’esperienza di governo di Gianni Rotice, e l’Attacco pubblicò alcuni messaggi WhatsApp che il signor Pietro Ciuffreda aveva inviato all’allora primo cittadino. La ragione del loro pubblico interesse risiede nel fatto che tra i 13 consiglieri dimissionari c’era anche sua figlia Angelica Ciuffreda e, prima che arrivasse la sua firma, il papà Pietro inviò alcuni messaggi a Rotice, nei quali sosteneva di disporre a suo piacimento delle dimissioni o meno della figlia. A l’Attacco, il signor Pietro sostenne di non ricordare più. Memoria che, invece, recuperò il giorno dopo perché l’articolo del 9 novembre 2023 “ha messo in cattiva luce mia figlia – sostenne -, mentre lei non sapeva proprio niente”. Raccontò la sua versione dei fatti e aggiunse di aver incontrato Rotice nel pomeriggio di giovedì 26 ottobre 2023 (il giorno prima che fossero apposte le 13 firme) “nella zona industriale di Manfredonia, dove ha sede la sua azienda, dal momento che mi aveva chiamato quella mattina. Era per il posto di lavoro che cercavo – riferì Ciuffreda -, e lui aveva i miei documenti che gli avevo lasciato tempo prima. Ci vedemmo e mi consegnò il messaggio inviato dal mio cellulare il giorno dopo, quello che avete pubblicato sul giornale di ieri”.
“Gianni stamattina Michelangelo doveva venire a prendere ad Angelica perché si stanno organizzando per andare a firmare per farti cadere - era scritto in quel messaggio inviato dal suo cellulare alle 8,13 del 27 ottobre 2023 -. Sta arrivando anche Fresca dalla Calabria, mi ha già chiamato Michelangelo perché gli ho detto che Angelica non è con loro. Adesso sta bersagliando Angelica di messaggi dicendogli che stava provvedendo lui per me. Allora gli ho detto che Angelica fa quello che dico io. Adesso mi ha chiamato già Diego pregandomi di fare firmare Angelica. Gli ho detto no ma adesso dipende tutto da te per non farla schierare dalla loro parte. Se hai cinque minuti adesso ci prendiamo un caffè e ti spiego cosa stanno organizzando”. Non risulta esserci stata risposta da Rotice.
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La data in calce alla denuncia dice 23 novembre 2023, giorno in cui l’ex primo cittadino Gianni Rotice presenta alla Guardia di Finanza una denuncia-querela nei confronti del signor Pietro Ciuffreda, dopo le dichiarazioni che aveva rilasciato su queste stesse colonne. Un documento che è stato anche oggetto di confronto il 31 gennaio scorso, quando Rotice è stato ascoltato dall’autorità giudiziaria.
“Lo conoscevo come imprenditore e quando doveva iniziare la campagna elettorale dissi ad Angelica che avremmo dovuto portare 100 voti a Rotice, come mi aveva chiesto, così mi avrebbe trovato un posto di lavoro nella sua azienda”. Questa è una delle risposte che Ciuffreda diede nell’intervista pubblicata il 10 novembre scorso, allegata alla denuncia-querela.
“Non ho mai avuto alcun contatto con tale Pietro Ciuffreda - smentisce Rotice - e tanto meno mi è mai passato minimamente per la mente di voler offrire un posto di lavoro in cambio di 100 voti”.
A seguito della crisi con Forza Italia “si era venuta a creare, almeno sulla carta, una perfetta parità di numero tra i consiglieri che si dichiaravano a mio sostegno e quelli che, invece, costituivano la cosiddetta opposizione – la versione resa da Rotice -. Questa situazione di perfetto equilibrio che comunque garantiva il funzionamento del Consiglio comunale, veniva turbata dalle dichiarazioni di una consigliera comunale, tale Sara delle Rose, che esternava del malcontento nei confronti del mio operato. Ormai circolavano voci che vedevano i consiglieri della originaria opposizione organizzarsi per raccogliere le adesioni di consiglieri comunali per il numero di almeno 13 unità al fine di sottoscrivere le contestuali dimissioni provocando, per l’effetto, lo scioglimento del Consiglio comunale”.
In questo equilibrio precario, “venni contattato da Pietro Ciuffreda, che mi faceva presente che la figlia Angelica non avrebbe sottoscritto la richiesta di dimissioni”. Ciuffreda aveva detto di aver incontrato Rotice nel pomeriggio del 26 ottobre 2023 “nella zona industriale di Manfredonia, dove ha sede la sua azienda, perché mi aveva chiamato quella mattina. Era per il posto di lavoro che cercavo – spiegò -, e aveva i miei documenti che gli avevo lasciato. Ci vedemmo e mi consegnò il messaggio inviato dal mio cellulare il giorno dopo”. Una circostanza che Rotice, invece, nega decisamente. “Mi trovavo a Roma per impegni di lavoro e verso le 14,30 rimanevo anche vittima di un incidente stradale – dettaglia - verificatosi sull’autostrada A25”.
La ricostruzione del signor Ciuffreda è “costruita al solo fine di voler goffamente giustificare l’invio del suo messaggio WhatsApp in cui confermava sia le pressioni subite, sia il suo controllo sulla firma della figlia Angelica e sia le sue pressioni nei miei confronti per ottenere un posto di lavoro in cambio della rinuncia della stessa figlia alle dimissioni da consigliera comunale per evitare lo scioglimento del consiglio comunale di Manfredonia”.
L’attenzione di Rotice si fissa su quelli che considera “ulteriori particolari che rendono ancora più grave ed inquietante la condotta tenuta dal signor Pietro Ciuffreda”.
A precisa domanda postagli da l’Attacco, Ciuffreda confermò che la mattina del 27 ottobre 2023, giorno delle 13 dimissioni, “incontrava "per caso" l’ex vicesindaco Giuseppe Basta che lo avrebbe, sempre per caso, portato ad un incontro tenutosi presso il Regio Hotel Manfredi – è scritto nella denuncia - a cui prendevano parte sicuramente degli esponenti di Forza Italia di Manfredonia, quali Michelangelo Basta (padre dell’ex vicesindaco) come da egli stesso confermato al giornalista. Il signor Ciuffreda non ricorda stranamente chi erano gli altri soggetti che erano presenti all’incontro e riferisce "sono andato via subito. Ho detto che la ragazza era maggiorenne e se la vede tutto per conto suo, non volevo che firmasse perché avevo la garanzia di Rotice del posto di lavoro che mi doveva dare”.
In quella convulsa mattina del 27 ottobre, il signor Ciuffreda aveva incontrato Rotice verso le 9, con lui era presente pure Matteo Sorano. Ciuffreda aveva palesato “senza mezzi termini la sua richiesta di un posto di lavoro nei miei confronti garantendo che, in cambio, la figlia Angelica non firmasse le proprie decisive dimissioni per provocare lo scioglimento del Consiglio comunale”.
L’ex Sindaco dice di averlo congedato senza esito e, successivamente in quella stessa mattinata, lo chiamò e gli venne riferito che “all’esito dell’incontro avuto al Regio Hotel Manfredi, gli erano state sottoposte ben due offerte di impiego lavorativo, quindi gli risposi, di getto ed amaramente sconfortato, di provvedere subito ad andare a sottoscrivere entrambi tali proposte di lavoro, terminando la chiamata senza ascoltare neanche la replica del mio interlocutore”.
Avendo avuto quell’incontro “esito positivo per le richieste di lavoro del sig. Ciuffreda – continua la denuncia di Rotice -, successivamente si è dato seguito al deposito delle dimissioni anche della figlia Angelica, determinante per lo scioglimento del Consiglio comunale di Manfredonia. Si consideri, infatti, che le dimissioni di tale consigliera Angelica Ciuffreda sono state raccolte autonomamente con atto separato”.
Zone Transition
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Un ulteriore riscontro della “deprecabile e gravissima vicenda sopra riportata, può aversi dalla verifica della posizione lavorativa del sig. Pietro Ciuffreda, prendendo atto della data di inizio del rapporto di lavoro e chiedendo al suo nuovo datore di lavoro perché si sia deciso ad assumerlo proprio in tale data – prosegue la denuncia senza fatti circostanziati al riguardo -, stante anche il lungo periodo di disoccupazione lamentato dallo stesso Pietro Ciuffreda”.