Ad esattamente un anno di distanza dalla pioggia d’arresti determinata dall’operazione Gargano Nostrum, il settore dell’itticoltura a Cagnano Varano torna al centro di una indagine delle forze dell’ordine. Ad intravvedere profili di illegalità questa volta è stata la Guardia di Finanza che martedì ha posto sotto sequestro oltre 40 impianti di itticoltura abusivi nel lago di Varano. Le operazioni sono state eseguite dai finanzieri della Sezione Operativa Navale di Manfredonia e della Tenenza di San Nicandro Garganico.
Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Foggia, sono iniziate dopo che un elicottero delle Fiamme Gialle, impegnato nel controllo costiero, ha notato due pescherecci intenti a svolgere attività di itticoltura nel lago, un’area protetta che rientra nel Parco nazionale del Gargano. I finanzieri, a seguito dei sopralluoghi effettuati nell’area interessata, hanno accertato la presenza sul posto di numerosi impianti e l’assenza di autorizzazioni all’occupazione del demanio marittimo.
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Gli impianti abusivi sono stati posizionati nella zona di lago afferente al Comune di Cagnano Varano mettendo in pericolo la sicurezza della navigazione, in quanto non segnalati, nonché la fauna e la flora autoctona dell’area protetta, caratterizzata da un particolare e delicato ecosistema. Per tale ragione, su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto il sequestro preventivo dei manufatti abusivi. Per il sequestro sono state impiegate due unità navali ed il gruppo sommozzatori della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Bari, supportati a terra dalle pattuglie della Tenenza di San Nicandro Garganico che hanno monitorato le operazioni con un drone.
“Le attività proseguono a tutela dei fondali del lago e del suo ecosistema, alla ricerca dei rifiuti legati all’illecito sfruttamento delle sue acque – specificano dal Comando Provinciale -. Il servizio rientra nel dispositivo di controllo economico del territorio e di contrasto ai traffici illeciti attuato quotidianamente dai finanzieri del Comando Provinciale di Foggia e del Reparto Operativo Aeronavale di Bari, che operano in stretta sinergia, tanto a terra quanto a mare, per la tutela della legalità e degli operatori onesti. In particolare, la flotta aeronavale del Corpo svolge un ruolo strategico, presidiando il mare, lo spazio aereo sovrastante e i circa 800 km di costa pugliese. La costante azione di sorveglianza delle frontiere marittime risulta indispensabile anche per contrastare, senza tregua, l’immigrazione clandestina irregolare ed il traffico di migranti via mare nonché per l’organizzazione e la gestione dell’ordine pubblico in occasione di eventi, esibizioni sportive, saloni nautici e manifestazioni culturali o di protesta in mare”.
Dal Comando Provinciale fanno tuttavia sapere a l’Attacco che quest’ultimo intervento non è collegato con l’operazione Gargano Nostrum che è intervenuta soprattutto sul disastro ambientale che gli impianti di produzione mitili avrebbe provocato nei fondali marini. 40 impianti abusivi sono tanti, soprattutto per un contesto in cui l’itticoltura rappresenta la spina dorsale dell’economia locale. Resta da capire se si tratti di produttori di società strutturate, ben consapevoli delle norme a tutela dell’ambiente o piccoli allevatori spesso ignari di regole e vincoli. Per ora l’operazione della GdF è stata mirata a cristallizzare la situazione, gli accertamenti sui presunti responsabili sono in corso ma pare sia già emersa una eterogeneità delle realtà individuate, sia per ciò che riguarda gli operatori quanto per l’estensione degli impianti.
Circa un mese fa è intervenuto anche il Comune di Cagnano, che ha promosso una serie di riunioni con i cittadini e i pescatori anziani e con gli amministratori dei Comuni di Carpino e Ischitella, durante le quali è emersa la volontà di uniformare la normativa affinché ce ne fosse una unica per tutto il lago di Varano, anche e soprattutto alla luce del fatto che da maggio le acque del lago sono diventate demanio dello Stato. Per questa ragione è sorta la necessità di procedere ad un rapido censimento della situazione reale, tenuto conto degli usi e delle consuetudini locali.
“L'intento – si legge nell’avviso pubblicato dal Comune di Cagnano - è di permettere l'allevamento di mitili (attività storica del lago), l'allevamento delle ostriche (attività emergente), la raccolta delle vongole veraci (riconosciuta come specie autoctona) e la pesca, in senso ampio, con gli attrezzi consentiti e tutte le attività ecocompatibili del settore turistico ricreativo alle quali si è scoperto il lago di Varano essere naturalmente vocato; con un occhio di riguardo agli Usi Civici. A tal fine si invitano tutti coloro i quali intendono avvalersi degli Usi Civici di pesca nel lago Varano nella forma prevista di impianti di reti fisse denominate comunemente 'paranza' di farne formale ed espressa richiesta; i pescatori titolari di licenza da pesca sono tenuti a fare analogamente”.
Le richieste dovevano essere presentate al Comune di Cagnano Varano improrogabilmente entro il 30 settembre.
L’ente ha inoltre fatto sapere che procederà ad un attento censimento di tutti gli impianti di reti fisse da pesca denominati "paranze". Tutti quelli che non dovessero risultare regolarizzati saranno coattivamente e senza indugio rimossi con addebito delle spese a carico degli occupanti e ovviamente sanzionati.
Zone Transition
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“Ci troviamo di fronte all'ennesima contraddizione di questo Parco Nazionale – il commento a l’Attacco di Maurizio Marrese, presidente del Wwf Foggia -, in cui da un lato abbiamo le forze dell'ordine che tutelano il territorio in maniera eccellente (nonostante siano spesso sottodimensionate in proporzione alla vastità del territorio), dall'altra l'assenza dell'impegno politico e soprattutto amministrativo nel tutelare il patrimonio ambientale (ma anche economico). Diciamo questo perché riteniamo assurdo che le amministrazioni locali e regionali restino inermi di fronte tante notizie e di illegalità diffusa. Così è normale che l'assenza di programmazione, di progettazione e di gestione si rifletta negativamente sulle attività economiche del territorio e soprattutto su una comunità che vive di queste risorse traendone sostentamento. Appare quindi pedissequo sottolineare che le lagune di Lesina e Varano necessitano di piani di gestione mirati e funzionali per la tutela della biodiversità, ma anche degli aspetti economici e culturali soprattutto per evitare le follie del politico di turno che pensa più al suo temporaneo mandato piuttosto che a creare un percorso duraturo nel tempo per la sua comunità attuale ma soprattutto futura. È fondamentale pianificare, esempi virtuosi ne abbiamo come il Programma d'Area Integrato dei laghi garganici; diamo seguito e concretezza a questa iniziative”.