Un pasticcio sulla costituzione di parte civile del Comune di Foggia determina lo slittamento dell’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio (tenutasi ieri mattina presso la Corte d’Assise del Tribunale di Foggia) nel procedimento in corso sul presunto giro di tangenti a Palazzo di Città che vede imputati l'ex Sindaco di Foggia Franco Landella, l'ex presidente del Consiglio comunale Leonardo Iaccarino ed altre 16 persone tra amministratori pubblici, dipendenti comunali e imprenditori.
Il prossimo appuntamento in aula è stato fissato dalla gup Bencivenga al 19 luglio, anche se, molto probabilmente, si entrerà nel vivo del dibattimento non prima di settembre, date le diverse eccezioni che alcuni legali difensori (tra i quali l’avvocato Michele Curtotti, che difende Landella, e l’avvocato Giulio Treggiari, a difesa di Daniela Di Donna, moglie dell’ex Sindaco) hanno da tempo anticipato di voler presentare: rispetto, cioè, all’incidente probatorio espletato e per ciò che concerne l’ammissibilità al procedimento delle intercettazioni ambientali, telefoniche e trojan.
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
Ieri mattina, invece, l’aula si è scaldata sull’ammissibilità della costituzione parte civile del Comune di Foggia. Alcuni legali difensori hanno eccepito un vizio di forma nella dichiarazione di costituzione presentata dall’avvocato Antonio Matarrese, barese, in rappresentanza di Palazzo di città.
Una dichiarazione cui non sarebbe stata allegata la procura dei commissari prefettizi, come invece prevederebbe la norma in materia civilistica. La parte chimata in causa, allora, si sarebbe appellata al documento pubblicato sull’Albo pretorio del Comune in cui l’amministrazione commissariata statuisce la costituzione parte civile di Palazzo di Città nel procedimento. Una circostanza che, però, come rappresentato dalla difesa degli imputati, non può costituire elemento normativo per l’ammissibilità. La gup, allora, ha sospeso “ad horas” l’udienza concedendo mezz’ora di tempo per permettere al patrocinante del Comune di dirimere la questione attraverso l’acquisizione dell’allegazione richiesta.
Ma al ritorno in aula, tra lo “sbigottimento” generale, è stato ravvisato un nuovo vizio di forma: la procura consegnata andava contrassegnata da almeno due terzi della Commissione straordinaria; il documento, invece, presenterebbe solo la firma di Marilisa Magno. Così la gup ha optato per lo slittamento al 19 luglio, data in cui prenderà una decisione in merito e nella quale recepirà anche le eccezioni, di cui sopra, degli avvocati difensori. Alcuni legali hanno evidenziato che la costituzione era piena di errori, anche tecnici. “Faceva acqua da tutte le parti. Era meglio affidarla a un interno”, è stato lo sfottò fuori dall’aula rimarcando la "comprovata esperienza maturata nel settore penalistico nonché conoscenza, abilità ed attitudine adeguata" che ha giustificato la scelta di un avvocato esterno all’ente.
Insieme ai pm Roberta Bray ed Enrico Infante, era presente anche il capo della Procura di Foggia, Ludovico Vaccaro. Nessuno degli imputati si è presentato in tribunale, ad eccezione dell’imprenditore Paolo Tonti. Per ciò che riguarda Landella, il suo avvocato, al termine della seduta in Corte d’Assise, ha dichiarato quanto segue: “L’ex Sindaco sta bene, è sereno, tranquillo. Aspetta di potersi difendere in aula quando sarà il momento. Queste sono fasi d’udienza preliminare che servono anche a chiarire alcune questioni e a sfoltire il quadro accusatorio, così da poter affrontare il processo nel modo migliore possibile. Landella ha ripreso a lavorare alla Asl: ora opera presso gli uffici di Lucera”.
Curtotti ha affermato che “dalla lettura di tutti gli atti e da ciò che abbiamo valutato pensiamo che questo processo possa finalmente accettare i fatti e non le chiacchiere”.
Con le accuse, a vario titolo, di tentata concussione, corruzione, peculato e tentata induzione indebita, istigazione alla corruzione, tra il 30 aprile e il 22 maggio 2021, furono arrestati – in carcere o ai domiciliari - numerose persone, poi tornate in libertà. Sono 18 i soggetti per cui i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio: oltre a Landella e a sua moglie (dipendente comunale), ci sono gli ex eletti in consiglio comunale Dario Iacovangelo, Antonio Capotosto, Leonardo Iaccarino, Consalvo Di Pasqua, Lucio Ventura, Pasquale Rignanese, l’imprenditore Tonti, Michele De Carlo, l’ex dipendente comunale Giuseppe Melfi, l’imprenditore di Bovino Francesco Landini, Giada Pirazzini, Donatella Iaccarino, Marianna Tucci, Giuseppe Casparrini, Potito Casparrini e Davide Saurino.
Secondo l’indagine, Landella, come sindaco, abusando della sua qualità e dei suoi poteri, recandosi presso l'abitazione di Luca Azzariti, prospettandogli di poter “mandare a puttane” l'operazione economica cui lo stesso era interessato ed evidenziando talune criticità che potevano precludere il buon esito dell'operazione stessa, avrebbe compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Azzariti, agente per conto della Gi.One spa (interessata al project financing per i lavori di riqualificazione ed adeguamento degli impianti di pubblica illuminazione e gestione e manutenzione degli stessi nel Comune di Foggia) a consegnargli denaro, richiedendogli dapprima 500mila e poi 300mila euro.
Inoltre, Landella, la moglie Di Donna e i consiglieri Iacovangelo, Capotosto, Iaccarino, Di Pasqua, Ventura e Rignanese sono accusati di aver intascato non meno di 32mila euro per il voto favorevole all’accapo relativo al Programma Tonti. Landella e Michele De Carlo, poi, avrebbero sollecitato Andrea Pinotti a promettere loro circa un milione di euro affinché il Comune individuasse la Go4Green quale soggetto promotore e attuatore del predetto project financing (atto contrario ai doveri d’ufficio). Tonti, invece, avrebbe consegnato non meno di 32mila euro a Landella, anche per la successiva distribuzione ad alcuni consiglieri comunali, per l'esercizio delle funzioni inerenti al sindaco e al consiglio comunale con riferimento al voto favorevole all'accapo relativo al Programma Tonti Raffaele Coer srl attualizzazione e novazione della convenzione urbanistica.
Iaccarino e Capotosto sono accusati, inoltre, di aver cercato di indurre l’imprenditore Michele D'Alba, suocero di Raffaele De Nittis, presidente della società cooperativa San Giovanni di Dio, a dare o promettere loro 20mila euro in relazione al riconoscimento di un debito fuori bilancio nei confronti della cooperativa.
Zone Transition
Zone Transition
Questi solo alcuni dei fatti riportati dall’indagine per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio degli imputati.