Il presidente del Parco nazionale del Gargano, Pasquale Pazienza, è stato ascoltato ieri, nell’udienza davanti al tribunale collegiale di Foggia, come testimone nel processo a carico della ex direttrice dell’ente Maria Villani, accusata di peculato. Il docente Unifg ha riferito di aver appreso del presunto utilizzo improprio degli automezzi di servizio da parte di Villani su segnalazione della dipendente Carmela Strizzi, che era la direttrice facente funzioni prima della foggiana. Villani fu licenziata dieci giorni dopo “per mancato superamento del periodo di prova”, come spiegò all’epoca Pazienza.
Durante il controesame dell’avvocato Michele Vaira, che difende Villani, Pazienza ha puntualizzato, tra le altre cose, che il regolamento sull’uso delle autovetture è in vigore del 2001, pur non sapendo se lo stesso sia mai stato approvato dal Ministero e se sia mai stato pubblicato sul sito istituzionale dell’ente. Ha anche aggiunto che, in modo tassativo, le auto possono essere utilizzate esclusivamente per fini istituzionali. Infine, ha precisato che, di notte, le autovetture dell’ente restano ricoverate presso la sede del Parco del Gargano.
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A quel punto Vaira ha concluso il controesame chiedendo al professor Pazienza l’indirizzo della sua abitazione. Una domanda che è risultata ai presenti decisamente inspiegabile, e anche abbastanza superflua, essendo indicato, tale indirizzo, nei numerosi atti giudiziari di questo procedimento.
Terminato l’esame è arrivato il colpo di scena. Il penalista ha depositato, facendo allegare al verbale, numerose fotografie, effettuate in diverse giornate e in diversi orari, in cui risulta che una delle auto di servizio del Parco staziona nei pressi dell’abitazione di Pazienza.
Il PM di udienza, visibilmente sorpreso da questa produzione, ha chiesto un termine per approfondire la questione. In questo processo tutto nasce dal presunto utilizzo non autorizzato di una delle due automobili (sempre con uno degli autisti del Parco) in diverse occasioni in cui erano presenti anche soggetti istituzionali.
Oggi, si apprende che una di queste due automobili staziona, anche nelle prime ore del mattino, e anche di sabato, a breve distanza dall’abitazione foggiana del presidente del Parco, principale accusatore di Villani.
La ex direttrice sarà ascoltata nella prossima udienza, fissata per il 17 novembre.
Contattato da l’Attacco al termine dell’udienza, l’avvocato Vaira non ha voluto rilasciare alcun commento, ma ha fatto intendere che Villani ricostruirà, episodio per episodio, ciascuna delle missioni che le vengono contestate. E che le sorprese non sono finite.
A dicembre 2021 l’Attacco rivelò le foto che mostravano l’auto del Parco più e più volte parcheggiata nei pressi della casa del presidente. Adesso altri episodi, portati nel giudizio dal legale di Villani, confermano quanto fu scritto su queste colonne. Il 12 febbraio 2021, ci fu l'avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della PM Miriam Lapalorcia nei confronti di Villani.
Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni e sei mesi. Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l'uso momentaneo, è stata immediatamente restituita. Proprio questo secondo comma è la contestazione mossa contro Maria Villani, “indagata perché in qualità di direttore dell'ente Parco Nazionale del Gargano, avendo per ragioni del suo servizio la disponibilità delle auto in dotazione dell'ente”, se ne sarebbe “appropriata utilizzandole per scopi esclusivamente personali e non di servizio, provvedendo poi alla loro restituzione”.
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Sono 18 gli episodi contestati. In tal modo avrebbe arrecato un danno complessivo pari a 2.826,40 euro all’ente Parco Nazionale del Gargano. Accuse sempre respinte da Villani.