A settembre scorso dissero informalmente: “A Foggia solo charter, mai voli di linea”. Oggi solo voli di linea. Lumiwings ufficialmente sarà la compagnia che volerà dal Gino Lisa. Ma Lumiwings è una compagnia aerea? O lo vuole diventare a Foggia? Sono questi gli interrogativi che ci poniamo quando i giorni all’esordio sono sempre meno. Mancano pochi giorni alla data del 30 settembre, quando il primo dei voli partirà alla volta di Milano. Ma in tanti si stanno chiedendo dove sono i due arei che voleranno da Foggia? O meglio, il solo dei due aerei della compagnia, che può volare da Foggia? Almeno secondo quanto detto durante la conferenza stampa di presentazione.
E’ abituale che a poco più che dieci giorni dalla rimessa in moto, dopo undici anni, dello scalo foggiano, il mezzo sia altrove? Abbiamo allora provato a cercare i due aerei di Lumiwings per capire cosa stiano facendo e dove siano al momento. Intanto iniziamo col dire che uno è il Boeing 737-700, che ha oltre 19 anni, fino a giugno del 2003 di proprietà della Transavia, poi in Lumiwings da maggio 2021. L’altro è il Boeing 737-300, di oltre trent’uno anni, fino al 1991 della Lufthansa, passato alla compagnia americana Automatic LLC fino al 2016 e nel marzo del 2018 marchiato Lumiwings, quello che secondo la compagnia è l’unico che potrà atterrare a Foggia. Nell’operator history dei due mezzi, vediamo che uno, il 737-700 risulta attivo, l’altro, il nostro, risulterebbe stored. Depositato. Fermo. Immagazzinato a Cracovia dal 30 marzo 2021. Una ricerca più accurata ci permette di leggere invece che entrambi sono operativi, attivi, che stanno volando. Entrambi per l’Air Serbia. Di base a Belgrado, i due mezzi fanno voli fra la Serbia, la Svizzera e la Turchia. Bodrum e Anthalya le destinazioni da cui fa la spola il 737-700, mentre il 737-300 ha concluso ieri la sua giornata di lavoro rientrando da Bruxelles alle 21,15, dopo aver volato per Atene, Milano, e nei giorni ancora precedenti per Roma, Zurigo e Salonicco. I due mezzi quindi sono in servizio, non sappiamo se in wet lease o dry lease, come dicono gli esperti. Ovvero con tutte le prestazioni accessorie quali assicurazione, equipaggio e manutenzione, oppure se la Lumiwings abbia fornito ad Air Serbia solo la disponibilità effettiva del mezzo. E se così fosse, se cioè Lumiwings sia solo un’azienda, una piccola impresa di noleggio di aerei, potrebbe non avere l’esperienza e la competenza di una compagnia a tutti gli effetti.
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Il fatto di avere anche una delle due macchine abbastanza avanti con gli anni, non l’aiuta. Non perché il mezzo sia vecchio e poco sicuro, come fonti del settore spiegano, perché ogni mezzo segue un preciso protocollo di manutenzione, che tiene naturalmente conto della sua età. Ma, quando l’età è avanzata, la manutenzione avviene più spesso, è più lunga e può capitare che richieda più tempo o che il mezzo sia fermato da imprevisti. Con una flotta di due soli aerei, di cui uno solo, a quanto pare destinato a Foggia, diventa difficile gestire l’imprevisto senza doversi fermare. Immaginiamo che la Lumiwings abbia dato garanzie su questo. E che forse queste garanzie stesse abbiamo spinto Aeroporti di Puglia ad affidare a loro lo scalo piuttosto che alle altre due pretendenti.
Certo la perplessità resta. Come resta il dubbio che forse, anche a condizioni economicamente meno vantaggiose, si poteva preferire una compagnia con maggiore esperienza e anche mezzi. Non sta a noi dirlo, ma fonti interne al settore questo dubbio lo hanno. Si comincia a volare in bassa stagione, quando non ci sono visitatori né turisti da far arrivare sul territorio. Allora, l’altro interrogativo è proprio sull’utenza. Esperienze pregresse hanno dimostrato che non serve o meglio che non regge un piccolo aeroporto che porta i foggiani a Milano e dintorni a lavorare o a fare shopping. Quello che serve, come capita a Bari, per restare vicino a noi, è una compagnia che attrae, porta e scarica, migliaia di turisti sul territorio. Che qui vengono a dormire, a mangiare, a visitare, a far circolare economia.
Se il progetto quindi – e la data di partenza lo dice – è portarli fuori dal nostro territorio, l’autogol sembra netto. Ma mettiamo che di nuovo ci sbagliamo e che invece il progetto e l’intento siano di portarli. Cosa trovano quando arrivano? Quale immagine del territorio avranno uscendo dall’aeroporto? Su queste colonne abbiamo raccontato come Foggia si prepara a questa data storica. Sta a guardare. Non fa nulla. Non si rende più bella, più accogliente. Non ci crede, perché nessun imprenditore se la sente di andare ad aprire un bar o di andare a noleggiare auto. Pista ciclabile scassata, stazione autobus da paese del terzo mondo, lavori in corso solo dentro. E a parte Ataf, non ci sono stati tavoli per definire corse che si incrocino con i voli per portare i passeggeri dentro il territorio.
E nemmeno una interlocuzione con i tassisti della città per stabilire una tariffa unica verso il centro. In una provincia in cui la maggior parte delle attività beneficia di contributi statali o regionali, che non produce né vende al di fuori dal territorio, diventa difficile immaginare uno scenario attrattivo tale da generare un’economia stabile e duratura.
L’aeroporto come è noto, vive di sviluppo. Ma se non c’è sviluppo e non c’è economia e il turismo continua a presentare limiti ampiamente raccontati su queste colonne, che motivo c’è di venire qui? Sarebbe come avere un ascensore in un palazzo senza appartamenti.