Bisogna chiarire da subito che, per quanto stiano diventando di dominio pubblico, c’è un’enorme mole di intercettazioni eseguite dalla Guardia di Finanza nel corso dell’operazione ‘Giù le mani’ che non sono state ritenute di valore e non fanno parte dell’ordinanza emessa dalla gip Odetta Eronia nei confronti dei 9 indagati. Sono conversazioni che si sono svolte in luoghi pubblici come bar e simili, ma anche in studi professionali e nel palazzo per antonomasia, cioè nella sede del Municipio sipontino. Con buona probabilità, l’allora commissario prefettizio Vittorio Piscitelli era proprio a Palazzo San Domenico quando, conversando telefonicamente con l’amministratore unico ASE Raphael Rossi, si è lasciato andare ad una serie di dichiarazioni che non si potrebbero immaginare da chi svolge un compito così delicato. Era una conversazione informale, tuttavia diventa uno spaccato dell’atteggiamento che Piscitelli ha assunto dal suo insediamento: censorio a priori verso tutti, compreso lo scrivente a cui fu negato ogni contatto dopo un articolo che faceva il punto sui mancati abbattimenti nei polder di Siponto. “Quell’avvocata, la Starace. Fino a pochi giorni fa mi scriveva che la città era sporca, che ero irraggiungibile – diceva Rossi a Piscitelli -. Ora mi scrive messaggi di solidarietà”, a mostrare forse sorpresa e, chissà, scarso gradimento.
“Rossi aveva subìto un’intimidazione e ho sentito il dovere di comunicargli la mia mia vicinanza - commenta l’avvocata Innocenza Starace a l’Attacco -. Potrebbe essere che lui non riesca a distinguere la sfera professionale, dove gli ho dato sicuramente filo da torcere nella difesa dei miei assistiti ex lsu ASE, con quella personale. Non fa niente, non me ne pento”.
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Sono di tutt’altro tenore, invece, le parole che Piscitelli rivolge sul conto di Gianni Rotice, che sarebbe stato eletto Sindaco di lì a qualche mese: “Quello è un uomo d’affari, fa affari con chiunque e sicuramente anche con la mafia”. Farebbe effetto sentirle al bar, figurarsi se sono proferite da un prefetto in pensione.
“Sono dichiarazioni imbarazzanti perché fatte da un uomo che, in quel momento, rappresentava lo Stato. Il suo ruolo era come quello dell’arbitro di calcio, cioè doveva essere imparziale”, la replica che Rotice affida a l’Attacco.
“Se avesse avuto il benché minimo dubbio, ancora di più perché uomo dello Stato in un Comune sciolto per mafia, avrebbe dovuto denunciare anziché permettersi quelle affermazioni con Rossi, che era una persona messa da lui perché di sua fiducia. Secondo me, anche questo episodio mostra con quanta superficialità si è calato nella nostra realtà locale”.
“Ho avuto tantissime perplessità sul suo operato fallimentare – aggiunge l’ex Sindaco – e non dimentico che il giorno prima del mio insediamento ha siglato il contratto capestro dei parcheggi con Publiparking. Già questo fa capire come si è mosso, mentre invece sarebbe stato preferibile usare maggiori cautele che scongiurassero il generarsi di tensioni sociali”.
Nemmeno Rossi è esente da responsabilità, a giudizio di Rotice. “Più volte gli ho chiesto che provvedimento avesse adottato su Michele Fatone, che era dipendente ASE e aveva aggredito un collega. Lui non ne ha preso nessuno e, da quello che ho letto, quella persona se ne è andata via poi di propria iniziativa”.
Nel verbale dell’assemblea del 6 luglio 2022, come l’Attacco ha potuto verificare, c’è scritto che “Il Sindaco Rotice richiama la sua dichiarazione pubblica sull’accaduto auspicando che le forze dell’ordine intervengano Interviene il Sindaco Nobiletti esprimendo solidarietà al dipendente e auspicando un provvedimento disciplinare. Il Sindaco Rotice invita l’AU ad adottare tutti i provvedimenti del caso”.
Nella conversazione telefonica tra Piscitelli e Rossi, il commissario prefettizio ironizzava sulla visita che gli aveva fatto Rotice prima di essere eletto. “L’altro giorno, Rotice mi chiama per un appuntamento importantissimo quale candidato sindaco per poi parlare della disinfestazione – riferisce all’au ASE -. Ma si rende conto? Non c’era meglio da dire che parlare della disinfestazione delle zanzare”.
“Ha ridicolizzato quel tema, senza sapere che a Manfredonia diventa un vero problema d’estate, in particolar modo per chi vive e visita Siponto. Il punto è che il commissario non si è mai interessato dei problemi di Manfredonia”, la risposta dell’ex primo cittadino.
“Anche su Energas ha avuto da ridire”, riprende quasi tutto d’un fiato per commentare l’inciso in cui Piscitelli si vantava di averlo messo alla porta dal suo precedente ruolo di rappresentante del Comune in seno all’Autorità portuale.
“Quello si è sputtanato con il fatto dell’Energas, quando io lo sfiduciai”, la frase del prefetto campano che, in precedenza, aveva fatto da commissario anche al Comune di Reggio Calabria. “Sono io ad essere andato via dall’Autorità di sistema perché non volevo avere contatti con lui”, la verità di Rotice. “Lui non ha adottato nessun provvedimento contro Energas. Era distante dalla città. Voleva creare discontinuità con il passato ma l’ha fatto in modo barbaro, senza valutare argomenti e temi”.
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A proposito di passato, secondo Piscitelli nella conversazione intercettata, Rotice “al ballottaggio sicuramente potrà contare anche su Riccardi, anche perché avrà anche lui un ruolo”. Non c’è stato nessun ruolo per Angelo Riccardi, né per la vivace consigliera d’opposizione di CON Manfredonia Maria Teresa Valente e Rotice lo ribadisce. Aggiunge, poi, che “mi trovo costretto a dare ragione a Riccardi sul giudizio che ha dei commissari: hanno espresso giudizi senza avere conoscenza dei fatti e hanno mortificato un’intera città. Quest’ultimo è il problema serio”.