Franco La Torre: “Seminario avvocati foggiani sui profili dubbi di applicazione dell’articolo 143 del TUEL”

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Ha iniziato a fare l’avvocato nel 1997, ma prima ancora di questo era già consigliere comunale a Manfredonia da due anni e, dal 2000 al 2010, ha ricevuto la delega assessorile all’Urbanistica mentre era vicesindaco di Paolo Campo. Sul finire dell’aprile 2012 era capogruppo PD in Consiglio comunale e fu vittima di un attentato incendiario alla sua auto, come era successo non troppo tempo prima per un’altra sua utilitaria. Nell’ottobre 2017, dopo la revoca di Adriano Carbone, fu nominato amministratore unico ASE dai Sindaci di Manfredonia e Vieste, Angelo Riccardi e Giuseppe Nobiletti. Vi rimase circa 6 mesi, dal momento che a fine aprile 2018 rassegnò le dimissioni. Franco La Torre è noto ai più proprio per i suoi precedenti incarichi politici ma, soprattutto negli ultimi anni, si dedica con profitto alla professione di avvocato amministrativista. In questa veste si è occupato, per esempio, dell’incandidabilità dell’ex vicesindaco Salvatore Zingariello. E, come esperto della materia, l’Attacco lo ha intervistato sulla ormai discussa norma sullo scioglimento dei Consigli comunali.
L’invio della Commissione d’accesso al Comune di Bari ha acceso i riflettori mediatici sui procedimenti che precedono e accompagnano l’iter che può dare luogo allo scioglimento dell’ente per sospette infiltrazioni mafiose. Si è fatto un pensiero della vicenda?
La  questione  di  Bari ci impone di mettere mano alla norma, perché non può esserci questa estrema discrezionalità. Una  sanzione  penale deve essere adottata sulla scorta di elementi oggettivi e probatori che vengono acquisiti nel corso del dibattimento, invece questi provvedimenti che hanno natura cosiddetta preventiva e non sanzionatoria sono rimessi ad un apprezzamento molto discrezionale. Anche la definizione stessa non sanzionatoria non è proprio così perché, come nel caso di due nostri concittadini (Angelo Riccardi e Salvatore Zingariello, ndr), privi i cittadini dell’elettorato passivo, cioè di un diritto civile fondamentale. La si chiami come si vuole, ma è una sanzione a tutti gli effetti.  

Eccepisce sulle motivazioni che portano i Prefetti a decidere per la nomina di una Commissione d’accesso?
No, non proprio. Ci sono possono anche essere ragioni valide per giungere a questi provvedimenti di scioglimento, ma manca l’attività preventiva. 

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Ritiene che sia stato così anche a Manfredonia?
La Commissione d’accesso che è stata a Manfredonia ha incrociato i risultati di banche dati, infarcendole con parentele e vicinanze di abitazioni. Eppure qui c’è un commissariato di Pubblica Sicurezza e una caserma dei Carabinieri, ma non risulta che ci siano note di servizio che spieghino il provvedimento che è poi seguito. Mi vengono in mente le primarie del 2014 quando, in piazza del Popolo, dicono che ci fossero esponenti della delinquenza locale e non solo. Un fattore che, invece, non è riportato nella relazione dello scioglimento. Eppure le forze dell’ordine erano presenti.

Questo cosa vuol dire?
Che è il sistema che deve funzionare nel suo complesso, altrimenti non puoi prendere le persone e fustigarle pubblicamente. È una norma che consente al Governo di intervenire in situazioni ritenute a rischio, però gli accertamenti si svolgano in maniera preventiva attraverso strumenti quali gli organi di polizia giudiziaria e la Direzione Distrettuale Antimafia, che eseguono controlli penetranti. La presenza criminale è indubbia ma non è possibile mettere amministratori che hanno fatto il loro dovere affianco alla criminalità. O si hanno elementi, altrimenti si distruggono le vite delle persone.

A Manfredonia c’è stata un’esperienza commissariale dal 2019 che, dagli iniziali 18 mesi, si è poi allungata di altri 6. E’ valsa in qualche modo?
In quel genere di situazioni, c’è la necessità di avere i migliori funzionari dello Stato. Noi abbiamo avuto persone anonime, che non hanno lasciato traccia di niente. Persone che hanno addirittura consentito l’assunzione del figlio di Fatone (Michele, ndr) all’ASE, o che hanno cambiato la destinazione d’uso della zona D32 di Manfredonia senza tener conto della circolare regionale che ci aveva detto che non si poteva fare. Inoltre, i funzionari ai quali sono stati attribuiti i problemi di natura amministrativa, nella relazione sullo scioglimento, sono rimasti al loro posto durante tutto il mandato della Commissione. Sono ancora lì, nessuno è stato rimosso o ha subito qualcosa.

Stanno circolando voci insistenti secondo le quali il Comune di Manfredonia rischierebbe un nuovo commissariamento. Cosa le suscita una simile prospettiva?
Mai avrei mai pensato che saremmo arrivati a tanto, né lo avrei augurato nonostante fossi oppositore del governo cittadino di Gianni Rotice. Nel 2019 fu tutto basato sul principio del ‘più probabile che non’, stavolta, purtroppo, ci sono tutti gli ingredienti per arrivare ad uno scioglimento con l’articolo 143 del TUEL.

Tornando proprio alla sempre più contestata norma che ha appena richiamato, mi risulta che gli avvocati foggiani avrebbero in animo l’organizzazione di qualche iniziativa. Lo conferma?
A seguito degli eventi degli ultimi giorni, mi è venuta un’idea che ho riferito al presidente della Camera amministrativa di Bari, Gigi D’Ambrosio, dal momento che noi avvocati del Tribunale di Foggia facciamo parte del TAR con sede a Bari. Lunedì si riunirà il direttivo e, tra le varie iniziative, verrà esposta questa proposta.

Può anticiparci i contenuti di questa sua idea?
Vorrei che fosse organizzato un seminario, che si svolgerebbe a Manfredonia, sui profili dubbi di applicazione dell’articolo 143 del TUEL. È sicuro che lo faremo, mi auguro che sia prima possibile ma pur sempre compatibilmente con la disponibilità che potranno offrire i relatori qualificati che inviteremo.

Secondo l’ultimo report di Avviso Pubblico, il fenomeno mafioso può espandersi a macchia d’olio in Comuni limitrofi per garantirsi una posizione dominante nella gestione della cosa pubblica. In Capitanata, abbiamo gli esempi di Mattinata, Monte Sant’Angelo, Manfredonia, Foggia, Cerignola e Orta Nova sciolti in un breve arco temporale. Non è un bel biglietto da visita per il territorio.
Penso che in Capitanata ci sia stata maggiore attenzione e che i Prefetti siano giunti qui con obiettivi specifici. La presenza criminale si è potuta sviluppare anche in virtù del fatto che, fino a qualche anno fa, la presenza delle organizzazioni criminali non veniva riconosciuta nemmeno dall’autorità giudiziaria. Sono associazioni che hanno potuto quindi sviluppare le loro attività e, oggi, non ce ne sarebbe una in cui siano presenti direttamente o attraverso prestanome o quella zona grigia di professionisti che lavorano sul filo del rasoio.

Zone Transition

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Cosa possono fare i comuni cittadini, a suo avviso, per almeno arginare queste derive?
Purtroppo la politica non viene più svolta nei luoghi a tal fine deputati, ma viene fatta dalle singole persone. Una volta, ogni amministratore o Sindaco aveva la sua prima opposizione nel proprio partito. Erano quelli che ti contavano tutto e, per resistergli, dovevi comportarti bene. Oggi ci sono solo yesman intorno a un soggetto che, con metodi vari, si conquista il consenso della gente. Perciò è facile che poi si degeneri.

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