Facce, sorrisi, pazienti soddisfatti, medici che raccontano il proprio lavoro, giovani dottori che sprizzano entusiasmo da tutte le parti: questo il nuovo volto della comunicazione social che la Asl Foggia sta mettendo in campo da qualche mese. Sono presenti profili istituzionali dell’Azienda sia sulla piattaforma Facebook che su Instagram ed entrambe sono regolarmente aggiornate.
La novità delle ultime settimane è lampante: ci sono molti più video con i protagonisti dell’Azienda in azione. L’obiettivo è quello di dare maggiore visibilità agli operatori e ai servizi che la Asl eroga e dare un maggiore senso di vicinanza ai cittadini. Non di secondo piano anche la necessità di far arrivare ad una platea più ampia le informazioni relative all’assistenza sanitaria pubblica. E se in tempi passati si mandavano in rete per lo più screen shot di comunicati stampa diramati dalla direzione generale, ora a parlare sono, come detto, persone, dottori, specialisti e addetti ai lavori. Il rinnovamento era partito già da inizio estate ma in questi giorni si sta rafforzando.
Un’operazione che al momento sembra funzionare, se si guarda agli engagements collezionati dai post di nuova fattura. Si è infatti passati dalla manciata di pochi like ottenuti fino a qualche settimana fa alle centinaia di thumbs up per i contenuti più recenti. L’incremento riguarda anche il numero delle condivisioni che in teoria dovrebbero far viaggiare le informazioni tra molte più persone, ottenendo il vero obiettivo della comunicazione social di un ente di pubblico servizio. I post più apprezzati sono proprio quelli che mostrano gli operatori a lavoro, in camice e negli ambienti ospedalieri.
Per dare ancor più risalto alla nuova veste social della Asl Foggia, i post saltano di cellulare in cellulare, tra gli addetti ai lavori della stampa locale, sulle piattaforme di messaggistica istantanea.
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Insomma, una operazione a 360 gradi per rilanciare l’immagine di una Azienda che ultimamente non ha brillato quanto ad approval rate dell’utenza.
L’Azienda sanitaria di Capitanata non è l’unica ad aver operato questa scelta online. Le due realtà più importanti del territorio, Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo e Policlinico Riuniti di Foggia sono a loro volta già molto attive sui social. Il primato però spetta all’Irccs voluto da padre Pio. Presente su tutte le piattaforme web più importanti (compreso Twitter), la pagina di Casa Sollievo aggiorna pazienti e fedeli, considerato che sono spesso presenti contenuti relativi al santo di Pietralcina, alle attività della fondazione e del convento. Tantissime le interazioni sotto i post. In più, gran parte dei contenuti rimanda al sito operapadrepio.it per ulteriori approfondimenti.
Solo su Facebook invece la pagina istituzionale dell’ospedale del capoluogo, sempre aggiornata su iniziative e attività di vario genere con un buon riscontro in termini di engagement.
Del resto è ormai quasi una scelta obbligata, lo dimostrano anche i numeri: il 94% di Asl e ospedali è dotato di un ufficio stampa e il 22% ha assunto giornalisti durante la pandemia. La comunicazione, ancora di più nel corso dell’emergenza Covid, è diventata strategica per le aziende sanitarie e ospedaliere che hanno scelto di investirvi attraverso l’assunzione di professionisti. È quanto è emerso dall’indagine curata da Fiaso, Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, sugli uffici stampa all’interno delle aziende sanitarie e ospedaliere, presentata a Roma a fine luglio.
La rilevazione conoscitiva ha coinvolto quasi 70 aziende distribuite su tutto il territorio nazionale, tra cui anche i principali policlinici e poli ospedalieri italiani e gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Alle aziende è stato somministrato un questionario composto da 20 domande relativo alle attività di informazione e comunicazione svolte dagli uffici stampa.
L’organizzazione degli uffici stampa è prevalentemente legata alle direzioni generali: nel 69% dei casi gli addetti stampa sono inseriti in staff alla direzione generale e hanno un rapporto diretto con gli organi apicali dell’amministrazione. In altri casi sono state costituite nell’organigramma aziendale unità operative dotate di autonomia e budget.
In quattro aziende su dieci a gestire l’ufficio stampa c’è una sola persona ma nelle altre sei la squadra è composta da più addetti. Nel 90% di Asl e ospedali a lavorare con i media e con l’informazione, così come previsto dalla legge 150 del 2000, ci sono giornalisti, nella maggior parte professionisti. C’è tuttavia un 10% di aziende che, invece, non annovera tra il personale giornalisti. L’affidamento degli uffici stampa a giornalisti, in linea con le previsioni normative, è garanzia di qualità dell’informazione e presidio di trasparenza non solo per le aziende, ma soprattutto per i cittadini. Negli uffici stampa composti da più di una persona compaiono anche altre figure professionali, oltre ai giornalisti: nel 70% sono presenti amministrativi, nel 9% grafici, nel 4,5% medici, nel 3% infermieri e in singoli casi isolati anche un ingegnere informatico, un fotografo, un sociologo, un avvocato e un informatico.
Il 74% degli addetti stampa sono inquadrati come categoria D con un orario di lavoro da dipendenti di una pubblica amministrazione. Il 25% delle aziende, però, ha riconosciuto lo status di dirigente per il capo ufficio stampa, attribuendo un ruolo di alta specializzazione e autonomia. Nel 13% dei casi, infine, Asl e ospedali hanno scelto di affidarsi all’esterno e di prendere, come addetti stampa, liberi professionisti. La comunicazione verso i media è quotidiana: il 45% di ospedali e Asl invia oltre 10 comunicati stampa a settimana.
Zone Transition
Zone Transition
8 Asl su 10 sono presenti sui social network. A farla da padrone è Facebook (93%), seguito da Youtube (76%), Instagram (71%), Twitter (41%). C’è anche un 15% che ha attivato un canale Telegram, un 5% che utilizza Whatsapp per le comunicazioni esterne e una piccola percentuale del 2% che è sbarcata anche sul social più giovane TikTok. I canali più seguiti in media hanno 20 mila followers. La frequenza di aggiornamento è costante: in 6 casi su 10 la pagina social viene aggiornata almeno una volta al giorno o con più post/video/storie/reel nell’arco di 24 ore. Il 36% di Asl e di ospedali inoltre si avvale di una newsletter per comunicare le principali novità e iniziative con una frequenza per lo più mensile.