Vita (difficile) di un referente Covid: all’inseguimento di circolari, Dpcm, ordinanze, protocolli e varianti

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Una corsa ad ostacoli nella quale il percorso non è mai definitivamente tracciato ma in continuo mutamento. Così presidi e insegnanti stanno affrontando l’attività didattica da quando la pandemia ha fatto irruzione dal 2020 nella vita delle scuole, portando scompiglio all’interno delle prassi consuetudinarie di un’organizzazione dalla elevata complessità.

Antonella Caruso, giornalista, docente di Lettere, Storia e Geografia al Liceo Lanza-Perugini, collaboratrice del dirigente scolastico Giuseppe Trecca è referente Covid sin dai primi mesi dell’emergenza sanitaria: “La pandemia ha colpito la scuola nella sua carne viva si vive sempre nell’attesa che accada qualcosa - spiega a l’Attacco ricostruendo tutti i passaggi che l’hanno vista impegnata ad inseguire Dpcm, circolari, protocolli di sicurezza che si sono avvicendati -. Io lavoro insieme al mio collega Michele Coccia avendo il nostro Liceo tre sedi distinte ed una popolazione scolastica di circa 900 alunni, a cui si aggiungono tutti i docenti ed il personale ATA. Naturalmente il lavoro è distribuito all’interno di un team nel quale ricade la figura del dirigente e del comitato per la sicurezza”.

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Nei primi mesi della ripresa della didattica dopo il primo lockdown ai referenti è toccato il compito di eseguire una sorta di tracciamento nelle classi che scattava non appena si individuavano dei nuovi casi di Covid: “Il nostro compito era quello di inviare una mail al Dipartimento di prevenzione della ASL, interfacciandoci con la dottoressa Sparacia, persona straordinaria con un carico di lavoro enorme, sola referente per tutte le scuole. All’invio della nostra comunicazione via mail la ASL assumeva in carico ogni successivo adempimento, fino al termine della quarantena con il compimento del ciclo dei tamponi, fino all’accertata negatività”. Con l’arrivo delle nuove varianti ad ogni diversa ondata il Ministero della Pubblica Istruzione ha emanato disposizioni di volta in volta diverse, con aggiornamenti sulle procedure di contenimento sanitario e adattamenti delle possibili forme di didattica in presenza e a distanza. “Da settembre dello scorso anno tutte le scuole d’Italia conferiscono i dati in un portale apposito creato dal Ministero riportando settimanalmente il numero dei contagiati, dei guariti, dei nuovi casi. Il tutto confluisce in un report che viene preventivamente consegnato al dirigente”.

Le difficoltà e le criticità di gestione dei sistemi di istruzione si sono tremendamente aggravate nel corso dello scorso anno, con la Regione Puglia che ha introdotto il principio di discrezionalità per la scelta della DAD, come spiega Caruso: “A differenza delle altre regioni in cui le scuole sono andate in DAD solo quando lo hanno stabilito i provvedimenti del Governo, in Puglia la didattica a distanza è stata pressocché totale. Una condizione che ha comportato per noi referenti Covid un lavoro molto complicato, imposto dalla continua necessità di interfacciarci con le famiglie, siamo stati sommersi da un superlavoro di comunicazioni, mail e documenti da trasmettere per organizzare le due modalità, in presenza e da remoto”.

A quella fase già caotica si è poi aggiunta l’organizzazione della campagna vaccinale resa obbligatoria a partire dallo scorso anno per tutto il personale scolastico, sempre affidata all’organizzazione delle figure di riferimento.

“C’è da considerare che in questi anni di pandemia le circolari, le comunicazioni del Ministero e i Dpcm sono stati continui, come continue sono state le ordinanze regionali che giungevano di solito la domenica sera e che imponevano continui cambiamenti al calendario delle lezioni in relazione alla diffusione dei contagi.  Con Omicron poi sono giunti nuovi cambiamenti, sempre tra le complicazioni delle procedure strette tra il rispetto della privacy e delle diverse tipologie di protocolli da applicare in relazione a tempi e durata di eventuali casi di contagio, l’accertamento delle guarigioni, la sospensione degli alunni trovati positivi, il calcolo dei giorni a ritroso per risalire alla fase di avvenuta infezione, la trafila con i medici di famiglia per l’erogazione dei tamponi gratuiti ai ragazzi, l’imposizione delle mascherine Ffp2, la tempistica degli isolamenti e delle sospensioni dalla didattica da valutare a seconda dei contatti tracciati...”. 

Zone Transition

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E siamo ad oggi, nella intricata selva di provvedimenti sempre la Regione Puglia ha emanato proprio ieri una nuova disposizione che stabilisce che con un modulo prestampato e la sola autodichiarazione delle famiglie è possibile recarsi da medico di famiglia ed ottenere la ricetta per il tampone erogato gratuitamente. Ma questa volta con in più l’obbligo di passare per l’ufficio protocollo, tanto per complicare ancora di più la vita delle scuole.

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