Comune, Parlamento, garage, scuole, spazio. Sono le parole che più di tutte sintetizzano chi – ma soprattutto cosa – è Nicandro Marinacci, o perlomeno cos’è stato. Comune. Uno dei Sindaci più suffragati della sua San Nicandro Garganico, ex democristiano, ex forzista, ex consigliere provinciale. Una personalità carismatica, un estroso, uno per cui Clemente Mastella in persona creò un ruolo, presidente regionale, che nell’Udeur nemmeno esisteva. Insomma, uno legato qua e là con l’establishment democristiano e ancora capace di contare nelle amministrazioni pubbliche, dove ha lanciato suo figlio Enzo (prima di lanciarlo in Procura), candidandolo a Sindaco alle ultime comunali di San Nicandro.
Parlamento
E sì, Nino è uno che punta in alto, in altissimo. E dopo la carica più importante del suo Comune, mira allo scranno a Montecitorio, entrandoci per la tredicesima legislatura tra le fila di Forza Italia. Tra le sue attività, si ricordano l’istituzione delle zone franche di Vieste e Manfredonia, quella del parco archeologico di Grotta Paglicci, la proposta per disporre San Nicandro di una sede staccata del Tribunale di Lucera e poi, dato che gli avanzava del tempo, una propostina ad personam per legittimare la contemporaneità di un soggetto nei ruoli di Sindaco e deputato.
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Garage
Garage d’oro, per la precisione. È il nome, dato dalla stampa, dell’inchiesta incentrata interamente su Nino Marinacci. La vicenda, che risale al 2004, è ruotata attorno a un noto locale privato del padre di un ex consigliere comunale ristrutturato con i soldi del Comune per essere adibito a sede del servizio veterinario comunale quando Marinacci ricopriva la carica di primo cittadino. Due anni di reclusione – confermati in Cassazione – e interdizione dai pubblici uffici quando, all’epoca, era consigliere a Palazzo Dogana. In sostanza, il locale, di proprietà di Gianluca Cervone, all'epoca consigliere comunale di maggioranza e quindi a supporto di Nino, fu dichiarato essere di proprietà di un suo congiunto. Secondo gli inquirenti, amministratori e tecnici hanno “cercato di procurare intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale al consigliere comunale utilizzando 23.000 euro del Comune per pagare una serie di lavori edili di trasformazione e miglioramento nel locale-garage di sua proprietà, da questi concesso in locazione alla Asl Fg per l’allestimento della sede del servizio veterinario”.
Scuole
Chi pensa a Marinacci e lo conosce bene, sa anche che il suo primo lavoro è legato alle scuole private, quelle dove chi arranca di più nella pubblica è sicuro di prendere un diploma. Così, sono molti gli aspiranti operatori socio-sanitari, gli Oss, che si rivolgono alle strutture di Nino per prendere gli attestati necessari per praticare l’attività e partecipare ai concorsi. Peccato che molti di questi diplomi fossero falsi. L’attività non si fermava solo al settore sanitario ma anche agli aspiranti addetti del personale Ata, che grazie ai punteggi farlocchi ottenuti presso gli istituti legati a Marinacci, riuscivano non solo a trovare lavoro ma anche a superare in graduatoria gente che meritava quei posti legittimamente. Una storia che ricorda assai da vicino quella di Zero in condotta, quando una vigilessa di Lesina permise a oltre 50 sue concittadine di ottenere posti di lavoro come insegnanti di sostegno sfruttando diplomi falsi. In alcuni casi – non tutti – quelle false insegnanti avevano ottenuto dei punteggi lavorando o frequentando per poco tempo le scuole di Nicandro Marinacci.
Spazio
Se non si fa riferimento alle vicende giudiziarie, tra le attività principali di Marinacci c’è quella di aver diviso il nome della sua città semplicemente aggiungendoci uno spazio: da Sannicandro a San Nicandro, per dare risalto al nome. E che gli si può dire?
Fermi tutti. Perché la storia dei garage d’oro, delle scuole e dello spazio nel nome della sua città non è ancora tutto. C’è un bonus che vi meritate se siete arrivati fin qui: l’1 ottobre 2002, Nino Marinacci è stato condannato dalla Corte d’Appello di Bari per occupazione abusiva di suolo pubblico e falso ideologico. I fatti risalgono al maggio del 1999, quando, insieme a una persona non identificata, “induceva in errore un agente della forestale facendo redigere un verbale di identificazione, elezione di domicilio e nomina di difensore di fiducia nei confronti di sua nonna, Arcangela Palma”, per evitare la contestazione dell'abuso edilizio.
Zone Transition
Zone Transition
E che c’è di male? Nulla, se non fosse che la signora in questione, la nonna, era morta quattro anni prima. Il deputato, infatti, presentò all'agente della Guardia Forestale un'arzilla vecchietta, di cui ancora oggi – per sua fortuna – non si conoscono le generalità, indentificandola come la nonna e spiegando che era stata lei a commettere l'abuso. Si legge, infatti, nella carte processuali, che, “approfittando della sua posizione di uomo pubblico per rinviare di alcune settimane le formalità per l'identificazione della donna predisponeva in concorso con un'anziana, donna rimasta ignota, l'inganno”.
(Giuseppe Fabio Ciccomascolo - l’Attacco)