L’inchiesta Omnia Nostra ha rappresentato il primo problema per la neonata amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianni Rotice, oltre all’ennesimo scandalo in casa Fratelli d’Italia
dopo i fattacci di Foggia e l’imprenditore candidato sipontino Matteo Troiano.
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Il numero uno nel Golfo del partito, il consigliere Adriano Carbone, ha detto ai suoi di aver appreso dai media del suo coinvolgimento come indagato. Lo scossone in maggioranza c’è stato e qualcuno gli avrebbe persino chiesto di dimettersi da consigliere.
Un primo motivo di imbarazzo in realtà c’era stato per altro eletto: Francesco Riganti, subentrato come sesto eletto della lista di Forza Italia. Nel 2016 Riganti fu arrestato col cognato Matteo Clemente per estorsione, poi l’assoluzione. Ciò che oggi pesa è la sua parentela: è il marito della nipote dello scomparso boss dei Montanari Ciccillo Libergolis; un altro fratello della moglie, Leonardo Clemente, fu ucciso anni fa in un bar di via Gargano.
I beninformati insinuano che ci siano state remore nel momento in cui, componendo la giunta, si è pensato all’ingresso di Riganti in consiglio. Del resto il commissariamento per mafia ha lasciato il segno in città, con la sfilza di parentele nella relazione prefettizia.
“E’ fondamentale che l'amministrazione comunale di centrodestra faccia chiarezza su ciò che intende fare relativamente al coinvolgimento nell'inchiesta di esponenti vicini e interni alla maggioranza di governo”, afferma il deputato Pd Michele Bordo. “Mi preme che si faccia in fretta tutto quello che è possibile e necessario per provare a mettere in sicurezza la città al fine di evitarle il rischio di un nuovo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, con tutte le conseguenze che questo comporta”.
Per il Pd “a Manfredonia è appena terminato il commissariamento straordinario del Comune, provocato dall’esistenza di infiltrazioni e pressioni mafiose, che già ci troviamo a fare i conti con la pericolosità della “zona grigia”, quella in cui operano professionisti, imprenditori, politici per influenzare il governo della nostra città. L’emergenza legalità, dunque, è tutt’altro che superata; anzi, nel consiglio comunale ci sarà anche un eletto della coalizione a sostegno del sindaco Rotice”.
“Non si può più sottacere o dimenticare quanto accaduto nel recente passato della nostra città, che ha portato al commissariamento dell’ente comunale”, fa eco il 5Stelle Raffaele Fatone. “Manfredonia siamo tutti noi, nessuno è esonerato dal fare la propria parte”.
Zone Transition
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Mentre il gruppo politico di AgiAMO Manfredonia chiede che siano pubblicati i certificati dei carichi pendenti di tutti gli eletti in consiglio comunale e di tutti i destinatari di deleghe presenti e future. “Qualora ci siano procedimenti in corso ci sarebbe l’opportunità di invitare i soggetti interessati a rinunciare all’incarico, elettivo e non”, dice il gruppo del deputato del Misto Antonio Tasso.