E’ un ritorno a casa per Vitangelo Dattoli, ex direttore generale del Policlinico Riuniti di Foggia, finito agli arresti domiciliari il 13 dicembre scorso nell’ambito dell’inchiesta Icaro che lo vede indagato con l’accusa di turbativa d’asta per la gara sull’elitrasporto organi bandita dall’Azienda ospedaliera.
All’antivigilia di capodanno il manager è tornato a piede libero dopo il riesame e subito è tornato al suo vecchio lavoro, essendo da ben 17 anni dipendente del ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari.
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“In merito alle notizie circolate nelle ultime ore, si precisa che il dott. Vitangelo Dattoli è dipendente dell’Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale F. Miulli di Acquaviva delle Fonti, ove ricopriva il ruolo di Direttore dei Presidi Distaccati – la conferma dell’ospedale -. Dal settembre 2002 ha fruito di periodi di aspettativa in relazione ai plurimi incarichi rivestisti all’interno di realtà sanitarie della Regione Puglia, aspettativa interrotta con le recenti dimissioni dell’incarico di direttore generale del Policlinico Ospedale Riuniti di Foggia. Dovendo selezionare il nuovo direttore sanitario del Miulli, come da prassi la direzione generale del nosocomio di Acquaviva ha cercato all’interno del proprio organico la professionalità idonea a ricoprire tale ruolo, individuandola nella figura di comprovata esperienza del dott. Dattoli. L’Ente Miulli sta dunque procedendo alla nomina del dott. Dattoli come direttore sanitario, col quale era nel frattempo stato già ripristinato il rapporto di servizio”.
Numerose le reazioni alla notizia, in particolare sui social all’interno dei quali la gran parte dei cittadini ha esternato il proprio malumore, dopo il terremoto giudiziario che ha coinvolto l’ex dg e su cui ancora non è stata scritta la definitiva parola fine.
Quel che è certo è che Dattoli non torna esattamente al suo vecchio posto di lavoro ma ha avuto un importante riconoscimento professionale con la nomina di direttore sanitario, figura che ha un profilo assolutamente di carattere fiduciario. Vale a dire: massima apertura di credito e massima stima nei suoi confronti. Nonostante tutto.
Del resto Dattoli è un pezzo da novanta in Puglia, uomo in cui il presidente Michele Emiliano ha riposto molta fiducia e aspettative altissime. Il “Maradona, il Superman della sanità pugliese”, lo ha sempre definito così il governatore che sull’inchiesta non si è mai espresso, a differenza di quanto accaduto con l’ex capo della Protezione Civile Lerario. E Maradona non si abbandona, neanche nei momenti più bui. E così, per tanti osservatori e addetti ai lavori non è poi tanto peregrina l’ipotesi che nel conferimento dell’incarico a Dattoli ci sia stato il parere (o quanto meno il placet) di Emiliano.
In punta di diritto, per come è strutturato l’ente ecclesiastico, la Regione non può esercitare nessun potere sulla gestione dell’ospedale, il cui rappresentante è il vescovo di Altamura, Gravina e Acquaviva, le funzioni del direttore generale sono statutariamente attribuite al governatore dell’istituzione, che a sua volta si avvale della collaborazione di un delegato, anch’esso membro del clero. L’amministrazione della struttura si esplica poi attraverso altre figure apicali quali il direttore sanitario e il direttore amministrativo, il direttore operations, il direttore sviluppo strategico, pianificazione e controllo e il direttore delle risorse umane.
D’altro canto è noto che il governatore abbia una certa influenza sulle nomine, specie nella sanità. Influenza che, nel caso di specie, deriva dal fatto che la Puglia ha sborsato e sborsa molti soldi in favore dell’ente ecclesiastico che è una struttura convenzionata con il servizio sanitario regionale e che elargisce moltissime prestazioni, poi rimborsate dalle casse regionali. Non va inoltre dimenticato che qualche anno fa l’ente versava in condizioni economiche poco felici e fu proprio un intervento della Regione che risolse la faccenda, un po’ come sta succedendo a Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Da allora però l’ente ecclesiastico ha migliorato ulteriormente la qualità dell’offerta e dei servizi, confermandosi eccellenza pugliese della sanità. Ora il ritorno di Dattoli ha portato l’ente agli onori della cronaca.
“Fa specie quanto sia stato rapido il suo ritorno in servizio. Poi, per una questione di opportunità, avrebbe potuto pensare ad un incarico più di basso profilo invece che dirigenziale”, ha commentato qualcuno.
Zone Transition
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C’è anche chi invece pensa che la nomina di direttore sanitario, così repentina dopo la revoca della misura cautelare, possa addirittura indisporre i giudici che si occupano della sua inchiesta. “Niente affatto – replica a l’Attacco l’avvocato di Dattoli, Antonio La Scala, raggiunto telefonicamente -. Al contrario, in questo modo il mio assistito esercita la sua professione non più in un contesto pubblico ma in una clinica privata, nella quale peraltro ha sempre lavorato. Non vedo come questo possa indisporre i magistrati”.