E’ la vendetta mafiosa la prima pista investigativa seguita dagli inquirenti per far luce sull’omicidio, a Mattinata, del 36enne Bartolomeo Notarangelo. L’uomo, noto alle cronache e collegato alla mafia viestana, è stato assassinato domenica mattina a colpi di fucile nel proprio fondo agricolo. Secondo chi indaga – i Carabinieri del Nucleo investigativo di Foggia, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari - l’uomo vi si stava recando ancor prima dell’alba quando è stato freddato da uno o più uomini che lo attendevano conoscendone le abitudini. Il cadavere è stato scoperto, però, solo nel pomeriggio, dopo che la famiglia si è attivata per cercarlo. Sono state rinvenute diverse cartucce calibro 12, arma che rappresenta un vero marchio di fabbrica nel Gargano. Nella scorsa notte sono stati effettuati diversi esami stub.
Mentre i lidi di Mattinata brulicavano di persone nella prima giornata da tutto esaurito, si è consumato l’ennesimo delitto collegato alla quarta mafia, che vede nei clan garganici una delle articolazioni più importanti e sanguinarie. Fonti del paese spiegano a l’Attacco che è “probabile” che la matrice dell’omicidio sia da ricondurre al ruolo determinante che i pentiti stanno avendo nell’aiutare la DDA di Bari. Pentiti come i fratelli mattinatesi Antonio e Andrea Quitadamo, detti “Baffino”.
Notarangelo, la cui famiglia è originaria di Mattinata, era cognato proprio di Andrea Quitadamo, oltre che procugino del boss viestano Angelo Notarangelo, alias “Cintaridd”, ucciso nel 2015 dal gruppo rivale guidato da Marco Raduano, da alcuni mesi anch’egli collaboratore di giustizia.
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Ma il nome di Bartolomeo Notarangelo potrebbe anche esser stato fatto dai pentiti in riferimento a episodi della guerra tra i clan viestani. Non si esclude nemmeno un collegamento col precedente omicidio avvenuto a Mattinata: quello di luglio 2023 ai danni del 28enne allevatore Bartolomeo La Pomarda, anch’egli vicino ai fratelli Quitadamo e pure lui ucciso nel proprio fondo agricolo.
Negli scorsi anni Bartolo Notarangelo più volte fu arrestato per detenzione di droga e armi e fu considerato uno dei pusher dei gruppi della città del Pizzomunno. Ma gli occhi sono puntati sul rapporto di affinità con Baffino junior, come Andrea Notarangelo è soprannominato a Mattinata, dove i due fratelli rappresentano alcuni tra i capisaldi dell’articolazione locale del clan Romito-Ricucci-Lombardi, alleato col gruppo viestano di Raduano.
Nel 2020, inoltre, Bartolo Notarangelo partecipò alla maxi evasione dal carcere di Foggia per poi consegnarsi ai carabinieri qualche giorno dopo.
Anche la Prefettura di Foggia aveva posto l’attenzione su di lui un anno fa: a marzo 2023, come fu allora raccontato da l’Attacco, il prefetto Maurizio Valiante adottò una interdittiva antimafia nei confronti dell’impresa individuale Notarangelo Bartolomeo Pio, esistente dal 2013 con sede in via Tor di lupo e attiva nell’allevamento di ovini e caprini.
Chi indaga non esclude per ora alcuna pista né che ci possano essere ripercussioni. “I clan garganici ci hanno abituato ai loro botta e risposta, qui il sangue chiama sangue”, dicono alcuni beninformati a l’Attacco.
In paese tutti tacciono, a cominciare dagli amministratori che non vogliono in alcun modo compromettere le operazioni in corso.
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Ma a caldo, domenica scorsa, il sindaco Michele Bisceglia ha subito condannato nella maniera più netta e risoluta quanto avvenuto: “Noi non abbiamo paura. Noi non vivremo nel terrore. Per la nostra comunità questo che stiamo vivendo è un periodo durissimo. E quanto successo oggi conferma quanto delicato sia questo momento. Dobbiamo rispondere continuando a chiamare per nome questi atti violenti e sconsiderati. Senza paura e a muso duro. Sappiatelo, voi che minate la nostra storia e la nostra credibilità che questa comunità vi chiama proprio col vostro nome, senza se e senza ma: vigliacchi assassini. Perché non ci pieghiamo alla logica della violenza, della vendetta, della crudeltà gratuita. Perché non c'è alcuna logica e nessuna umanità nel lasciare orfani altri figli della nostra terra. La mafiosità di questo atto non si giustifica per nulla al mondo. Vergogna, vergogna, vergogna. Dobbiamo continuare ad avere fiducia nelle istituzioni democratiche, nelle forze dell'ordine, nella magistratura. Nel lavoro di tante persone che continuano ad impegnarsi per il bene della nostra Mattinata. All'assassino chiedo di costituirsi, di pentirsi e di assumersi le proprie responsabilità. Dimostri di essere un uomo e non un animale. Sento dentro di me un profondo senso di sconforto e tristezza ma non di impotenza perché vivo le mie giornate nella consapevolezza che non riuscirete mai ad averla vinta sulla gente della mia comunità. Mattinata ed io, nel mio piccolo, non ci arrenderemo mai. Mai”.