I carabinieri della Stazione di Rubiera (Reggio Emilia) hanno restituito all’istituto comprensivo scolastico di 21 notebook provento di furto. Il materiale informatico infatti è risultato essere quello che ignoti ladri avevano asportato dall’interno della scuola elementare De Amicis e dalla scuola media inferiore Fermi di quel comune la notte del 1° dicembre 2018.
I malviventi, penetrati nottetempo nei due plessi scolastici, avevano asportato complessivamente 50 notebook cagionando danni per varie decine di migliaia di euro. Dagli uffici della segreteria, forzando con un flessibile la cassaforte, erano stati rubati 100 euro. Ad accertarne la proprietà dei notebook restituiti, dopo verifiche presso le case madri svolte attraverso i numeri seriali degli apparati informatici trafugati, sono stati i carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Matera che tra i 500 notebook analizzati, in quanto compendio di furti ai danni di istituti scolastici dislocati in varie province del centro-sud Italia hanno rinvenuto anche parte di quelli sottratti nelle scuole di Rubiera.
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Questo il risultato dell’operazione “Notebook” che aveva visto alle prime ore del 21 gennaio 2020 i carabinieri di Matera dare esecuzione a due provvedimenti restrittivi (un 28enne e un 60enne entrambi di Cerignola) e sette perquisizioni disposte dalla Procura. Le indagini portarono alla luce le modalità e gli autori di numerosi furti, commessi da settembre 2017 a luglio 2019, in cui sono stati trafugati oltre 500 tra notebook e tablet da numerosi istituti scolastici delle province di Matera, Potenza, Taranto, Bari, Lecce, Foggia, Teramo e Reggio Emilia per un danno complessivo stimato in oltre 500mila euro.
L’attività investigativa era stata avviata a seguito del furto compiuto nella notte tra il 7 e l’8 maggio 2019 a Matera. Grazie alle telecamere della vicina stazione Fal di Matera Sud era partita un’attività investigativa che ha permesso di individuare uno dei tre furgoni utilizzati per compiere una serie di furti registrati nelle scuole di Matera e provincia.
In particolare i furti erano commessi da un 28enne di Cerignola che agiva sempre da solo e con lo stesso modus operandi: a bordo di un furgone appositamente attrezzato per consentirvi una lunga permanenza e in particolare per il riposo notturno, una volta scelto l’istituto scolastico da colpire si presentava il giorno prima per effettuare un sopralluogo.
Stazionava nei pressi della scuola scelta come obiettivo, in attesa del depredarlo, rimanendo all’interno del veicolo e nel cuore della notte, con l’utilizzo di appositi arnesi da scasso mediante forzatura di porte e finestre, si introduceva nella scuola: dopo aver individuato il materiale da rubare, lo trasportava verso il furgone, spesso con l’ausilio di contenitori per la raccolta dell’immondizia ubicati nelle vicinanze della scuola.
Dove vi fosse stata la possibilità, oltre al materiale informatico - obiettivo principale -, il 28enne cerignolano asportava anche le somme di denaro contenute in cassaforte (a Rubiera 100 euro dall’interno della cassaforte aperta con un flessibile). Dopo aver consumato il reato rimaneva all’interno del proprio furgone nei pressi della scuola o nelle sue vicinanze in attesa delle prime ore del mattino per fare rientro a Cerignola, cercando di viaggiare di giorno al fine destare il minore sospetto possibile da parte delle forze di polizia.
Secondo quanto accertato all’epoca delle indagini il ladro, dopo essersi allontanato dal luogo del furto, contattava telefonicamente il ricettatore, un compaesano 60enne, per consegnargli la refurtiva che questi, a sua volta, immetteva illecitamente sul mercato, vendendola a terze persone. Al riguardo, nel corso delle indagini, sono stati identificati altri cinque ricettatori “minori” che acquistavano a loro volta il materiale informatico dal 60enne, che alla luce degli elementi di prova emersi, sono stati deferiti in stato di libertà per concorso in ricettazione.
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Durante il periodo in cui sono stati commessi i furti il ladro ha utilizzato tre furgoni di sua proprietà: un Fiat Doblò, un Ford Transit Connect e un Peugeot Berlingo. Mentre per lo Stato il costo di un computer era di 1.000 euro, l’autore del furto lo rivendeva al ricettatore principale a un costo che variava dai 50 agli 80 euro. A sua volta il ricettatore li rivendeva a dei commercianti che fissavano il prezzo di vendita di 300 euro.