“Se un cittadino subisce un furto dopo una certa ora praticamente si deve recare in una caserma o in un commissariato il giorno dopo. Per la serie: diamo una mano ai delinquenti a far sparire la refurtiva”. Questa è la denuncia partita dall’ex consigliere comunale Vincenzo Rizzi su Facebook da cui è scaturita una vera e propria diatriba sulle pessime condizioni di servizio offerte dagli uffici delle forze dell’ordine in Capitanata che, secondo i più, funzionerebbero ad orari simili a quelli delle normali attività commerciali.
“L’ultimo episodio è accaduto all’Oasi Laguna del Re, dove ignoti hanno rotto qualche giorno fa il finestrino dell’auto di alcuni ricercatori dell’Università di Agraria di Foggia recati sul luogo per svolgere dei rilievi utili a capire la qualità delle acque, la salinità, insomma tutti aspetti importanti e legati alla conoscenza del luogo – commenta a l’Attacco Vincenzo Rizzi – l’auto era parcheggiata all’interno dell’Oasi. Accorti del fatto hanno provato a fare denuncia ma gli uffici erano chiusi e dunque le forze dell’ordine del posto non potevano visionare le telecamere circostanti”.
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Episodi simili si sono verificati – e si verificano purtroppo di frequente - anche in città dove, a causa di furti subiti magari nelle ore notturne, i malcapitati cittadini si sono ritrovati con le mani legate, impotenti al di là di una “semplice” segnalazione.
“Non è così - replicava a Rizzi Franco Arcuri, tra l’altro ex assessore alla Municipale di Foggia e alla Sicurezza - la notizia del furto può essere data a qualsiasi ora telefonando al 112 o al 113. Immediatamente la Sala Operativa ne dà notizia alle auto delle forze di polizia sul territorio della provincia ed inserisce al CED la ricerca del veicolo. La denuncia ufficiale può essere fatta anche in un momento successivo e non pregiudica pertanto le indagini e le ricerche che partono già dalla segnalazione telefonica”.
Tutto giusto, c’è però un ma. La situazione è molto più sottile di quanto si pensi perché se da un lato è vero, come affermava Arcuri che la segnalazione può essere espletata in un qualsiasi orario della giornata, dall’altro è altrettanto vero che senza una formale denuncia, le videocamere (e non solo) non possono essere visionate.
“Anche in quell’occasione – rincara Rizzi – non c’è stato nulla da fare. Né sono state, almeno a nostro avviso, visionate le telecamere né siamo più stati contattati dalle forze dell’ordine. La cosa peggiore che accade in casi simili – rincara – è quella sensazione di insoddisfazione e di impotenza. Sensazioni che non vengono soddisfatte dagli organi propensi alla tutela dei cittadini. La cosa più grave, per farla breve, è che al momento non abbiamo ricevuto alcuna risposta da parte delle forze dell’ordine, né alcuna chiamata. Non sappiamo se stanno indagando, se stanno proseguendo con le ricerche. Nulla. Ci saremmo aspettati invece maggiore attenzione: a muoversi solo il servizio ispettivo del Consorzio di bonifica, sempre disponibilissimo. Al momento non abbiamo sentito la vicinanza delle forze dell’ordine, non abbiamo avvertito la presenza dello Stato”.
Stesso malessere provato dai tantissimi cittadini foggiani che ogni giorno devono fare i conti con una microcriminalità – riposta su tutti i livelli – sempre più dilagante e sfacciata. Se si è vittima di un furto non bisognerà solo fare i conti con l’aspetto emotivo dovuto all’oggetto rubato, ma finanche con i servizi che, spesso e volentieri, lasciano a desiderare. Se si è vittima del furto di una bicicletta, ad esempio, non importa quanto sia costata, bisognerà sperare di trovare non solo l’ufficio denunce aperto, ma finanche che qualcuno abbia l’accortezza di farsi carico della vicenda, visionando le telecamere e impiegando il giusto tempo che il caso richiede. E non sentirsi sempre dire: “Siamo sotto organico, non c’è abbastanza personale per prendere in esame anche questi reati”.
Come se ci fosse poi una scala d’importanza: come se chi ruba biciclette sia una persona migliore rispetto a chi ruba automobili. Insomma nel momento in cui si dovrebbe avvertire la vicinanza dello Stato questo è più lontano che mai.
Zone Transition
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“Ho vissuto la stessa cosa, siamo così rassegnati ad un modus vivendi che possiamo attendere il giorno dopo, tanto si sa che non accade nulla” - ha replicato a Rizzi la nota operatrice culturale e organizzatrice di eventi Ester Fracasso. Come darle torto.