“Mi trovo a raccontare una storia che non so se definire brutta o ignobile”. Inizia così la segnalazione di Francesco Pio Paoletti di Lucera.
“Per la giornata contro la violenza sulle donne ho voluto dare un segnale allestendo un angolo del mio uliveto per dire ‘No alla Violenza sulle Donne’, in particolare installando una panchina acquistata a Lucera”.
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“Qualche giorno dopo Natale, però, la brutta notizia: ho subito il furto della panchina. Questa per me è la cosa più schifosa e ignobile. Posso capire un furto di qualche ortaggio perché si ha fame, probabilmente ‘voglio’ capire il furto di una panchina, la classica panchina anonima che vediamo spesso nelle nostre città, ma non concepisco il gesto di rubare una panchina rossa con una scritta, segno per sensibilizzare contro la violenza sulle donne. Questo no, non lo ammetto”.
"Lo so, può sembrare una cosa da niente il furto di una panchina per il suo valore economico, ma a mio avviso ha un valore morale molto alto. Per me è stato un gesto schifoso. Attraverso questo racconto spero di sensibilizzare contro la violenza sulle donne e magari, chissà, scuotere e illuminare chi ha asportato via la panchina rossa, sperando che mi venga riconsegnata o per lo meno far capire la cavolata fatta per il valore morale di quella panchina".
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"Ad oggi le domande che mi pongo sono tante. Come si fa a rubare una panchina simbolo della lotta alla violenza sulle donne? Non lasciano in pace nemmeno i simboli di una lotta senza confine, ma una cosa è certa: oggi la panchina sarà ancora rossa, ma sicuramente dalla vergogna!”.