Masseria Giardino, 12 ettari in fiamme e 25/30mila euro di danni

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Incoronata e Masseria Giardino non sono molto distanti. Sono i due luoghi, a Foggia, dove tra sabato e domenica ignoti criminali hanno dato alle fiamme centinaia di ettari di campi di grano. Ammonta a circa 25-30mila euro il danno subito domenica - su 12 ettari dei 410 ettari totali - a Masseria Giardino da ATS Monte Maggiore, la cooperativa agroforestale dell’imprenditore orsarese Ugo Fragassi.

Da un dipendente, che era sul posto, sono state viste due auto allontanarsi. Il fuoco è stato appiccato dalla strada. “Qualcuno che non qualifichiamo, ma che siamo certi che prima o poi sarà assicurato alla giustizia, ha dato fuoco ad una parte del grano che coltiviamo”, ha comunicato Fragassi sul web. “Per fortuna siamo riusciti, con le nostre forze, a domare le fiamme ed il danno è stato contenuto a qualche ettaro. E mentre stiamo ancora aspettando, dalle ore 10,50, l’arrivo dei vigili del fuoco, se mai arriveranno, riflettiamo sul fatto che comunque, nonostante tutto, è giusta la scelta di non mollare mai, di denunciare chi ti vuole sopraffare”.

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I vigili del fuoco non sono mai giunti sul posto per sedare l’incendio, che è stato circoscritto e domato dall’impresa stessa evitando che le fiamme – complice il fortissimo vento di quella giornata – arrivassero anche nei campi vicini, da quelli di Caione ad altri possedimenti della zona. Nel pomeriggio, intorno alle ore 16,00, i pompieri sono stati chiamati nuovamente ma si sono limitati a dire che non erano in condizioni di intervenire.

Questo è quanto è stato raccontato sia alla Guardia di Finanza (che scorta un imprenditore orsarese che opera in partnership con ATS Monte Maggiore) che ai Carabinieri, dove ieri pomeriggio Fragassi si è recato. Fragassi, che sta concludendo il servizio di gestione del verde pubblico nella città capoluogo con la sua Foggia Più Verde (appalto vinto nel 2017), a luglio 2019 si aggiudicò da parte del Comune di Foggia la concessione del fondo rustico Selva di Giardino azienda agricola Masseria Giardino. Un appalto inerente la conduzione, per la durata di 15 anni, mediante procedura aperta, dell’azienda agricola Masseria Giardino, di proprietà comunale, dell’estensione di 410.36.38 ettari, oltre a fabbricati ed aia poderale.

L’incendio è di origine chiaramente doloso e non si esclude possa trattarsi di un mitomane. Ma c’è un’altra pista che inquieta maggiormente e riconduce ad un altro imprenditore foggiano. Difatti, per diverse attrezzature e mezzi agricoli, ATS Monte Maggiore si avvale dell’aiuto di un imprenditore sotto scorta per aver denunciato i propri usurai.

E’ di Orsara anch’egli, come Fragassi, e appartiene ad una storica famiglia dell’imprenditoria agricola. Gli usurai gli avevano prestato denaro costringendolo a versare interessi sulle somme ricevute con tassi tra il 300 e il 400 per cento. A novembre 2021 gli uomini della DIA, la Direzione investigativa antimafia di Foggia, arrestarono due persone (coniugi di San Nicandro Garganico) con le accuse di usura ed estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso ed usura aggravata in concorso. Il blitz fu messo a segno a Foggia, San Nicandro Garganico, Lucera e anche a Fano, nella provincia di Pesaro-Urbino.

L’attività, iniziata nel luglio del 2020, permise di usura ed estorsioni della mafia foggiana tramite una enorme forza intimidatrice, vessazioni e violenza, fisica e psicologica. Una pressione dovuta anche alla necessità di alimentare le casse della criminalità organizzata, resa ancor più impellente dai numerosi arresti. Nei confronti dei due indagati furono sequestrati, ai fini della successiva confisca, beni mobili, immobili e disponibilità liquide per un valore complessivo stimato di oltre 350.000 euro.

Sequestrati un’abitazione con garage, tre automobili, delle quali due di lusso e conti correnti. Gli investigatori eseguirono, inoltre, alcune perquisizioni ad altre dieci persone indagate per usura ed estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso ai danni dello stesso imprenditore. Nel corso delle perquisizioni in 15 abitazioni furono trovati circa 65.000 euro in contanti, un rolex, cocaina e un’arma con relativo caricatore. Al termine dei controlli altre due persone furono arrestate con l’accusa di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e detenzione illegale di armi.

Su sollecitazione dello stesso Fragassi, l’imprenditore decise di collaborare e denunciare dopo anni di taglieggiamenti per mano del gruppo criminale capeggiato dal pregiudicato Tommaso Martino, ritenuto vicino alla batteria mafiosa Moretti-Pellegrino-Lanza della Società foggiana, e da sua moglie Costanza Pia Diamante.

Gli indagati avrebbero ripetutamente minacciato la vittima, anche puntandole contro un’arma, con frasi come “io per 65mila euro ti sparo”, “se qualcuno ha provato a fregarmi nella vita mia, gli ho fatto male”, “ho crepato una persona che mi doveva dare 5mila euro e mi sono ripromesso che come ti vedevo ti dovevo schiattare in corpo pure a te”, “io non faccio il commerciante, sono 25 anni che faccio il criminale e oggi sto come un animale”.

Martino, infatti, per rafforzare l’effetto delle sue minacce, evocava l’appartenenza alla mafia locale e in particolare allo storico boss Rocco Moretti, per conto del quale era considerato il “bastardo picchiatore” incaricato del recupero crediti. A fronte di un prestito complessivo di circa 50mila euro ottenuto in più tranche, l’imprenditore avrebbe restituito solo di interessi fino a 15mila euro al mese.

Ebbene, proprio questo imprenditore di Orsara è la persona che stava giorno per giorno a Masseria Giardino, dove si è arrivati al terzo raccolto dal momento dell’aggiudicazione dell’appalto comunale. Nessuna richiesta estorsiva o minaccia era mai pervenuta da allora ad ATS Monte Maggiore.

Fragassi evidenziò lo scorso anno su queste colonne di non aver mai avuto alcuna esitazione rispetto alla mafia. “Ho partecipato alle attività dell’associazione FAI Antiracket Vieste, quando anni fa denunciai un noto esponente della mafia garganica, esponendomi in prima persona e consentendone l’arresto”, rivelò a l’Attacco, riferendosi allo scomparso pregiudicato montanaro Pasquale Ricucci, detto Fic Secc, che faceva parte del clan Romito-Ricucci-Lombardi.

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