C’è anche Marco Raduano, boss della mafia viestana recentemente pentito dopo la cattura in Corsica, tra i cinque destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Bari Antonella Cafagna su richiesta della direzione distrettuale antimafia (pm Ettore Cardinali) nell’ambito dell’omicidio di Giambattista Notarangelo (in foto) ucciso il 6 aprile del 2018 nel corso della guerra di mafia in atto in quegli anni a Vieste.
Oltre a Raduano (ritenuto il mandante) sono stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere anche Michele Notarangelo (già detenuto per altra causa) accusato di essere tra gli esecutori materiali e Michele Lapacciana (unico libero al momento dell’applicazione dell’ordinanza), accusato di favoreggiamento. Arresti domiciliari per due collaboratori di giustizia Danilo Della Malva e Orazio Coda che hanno avuto la misura affievolita dalla collaborazione in atto con la giustizia.
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Giambattista Notarangelo fu ucciso mentre si stava occupando del pascolo: fu colpito da almeno 16 colpi sparati con due pistole e un fucile e fu lasciato agonizzante nel terreno in località Palude Mezzane nelle campagne di Vieste.
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A innescare la guerra intestina in quegli anni - ricostruisce il gip nell’ordinanza cautelare - fu l’omicidio tre anni prima, il 26 gennaio del 2015, sempre a Vieste, del boss Angelo Notarangelo ritenuto a capo dell’omonimo clan egemone fino a quel momento sul territorio di Vieste nell’ambito del traffico di droga, estorsione, rapine ed altri reati contro il patrimonio. Da quel delitto ci fu la scissione - ricostruiscono gli investigatori - della criminalità organizzata mafiosa in quel territorio tra due sodalizi criminali.
(Ansa)