Nel basso Tavoliere – secondo la relazione semestrale (gennaio-giugno 2021) della Direzione investigativa antimafia (Dia) – il ruolo dominante e indiscusso nel controllo del territorio spetterebbe sicuramente alla malavita cerignolana.
Grazie al suo modus operandi sempre più complesso manifesta una comprovata capacità di assoggettare il tessuto criminale locale affermandosi nel quadro nazionale, oltre che provinciale, e superando in alcune occasioni persino i confini italiani.
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La mafia cerignolana, identificabile soprattutto con i clan Di Tommaso e Piarulli conferma il forte radicamento sul territorio che le consente di essere un punto di riferimento per altri sodalizi, oltre che anello di congiunzione tra clan foggiani e baresi e i gruppi della criminalità andriese e bitontina. La sua strategia si articola su più direttrici tutte finalizzate alla schermatura dei proventi illeciti attraverso il reinvestimento dei capitali.
Tra le attività, condotte con forme di pendolarismo, quella degli assalti ai portavalori ha permesso nel tempo alla criminalità cerignolana di essere riconosciuta come una delle espressioni più efficaci dell’intero territorio nazionale. In tale contesto l’operazione “On the Road” del 31 maggio 2021 dei carabinieri ha evidenziato come un gruppo criminale estremamente spregiudicato e dinamico, attivo nelle province di Bari e Bat si sostenesse grazie a un raccordo stabile con due sodali cerignolani legati alla criminalità organizzata e addetti al riciclaggio e alla ricettazione della refurtiva provento dei furti di auto.
Rispetto agli altri fenomeni provinciali la mafia cerignolana ha completato un processo evolutivo nel quale, partendo dal controllo del territorio attraverso la compagine militare, è stata in grado parallelamente di sviluppare anche strutture economiche e imprenditoriali così da poter essere considerata l’autentica mafia degli affari della provincia di Foggia.
Zone Transition
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Lo stesso dinamismo si riscontra anche nel settore delle armi e degli stupefacenti: Cerignola si conferma snodo cruciale per l’intera regione anche grazie alla capacità di disporre di più canali di approvvigionamento.