A sette mesi dall’incidente che provocò la morte di Camilla Di Pumpo non è stato fatto nessun passo in avanti nelle indagini. E’ quanto affermano in diversi post sui social i familiari e il compagno della ragazza, l’avvocato Mario Aiezza.
“È ora di darsi una mossa”, ha scritto quest’ultimo. “Nessuna misura cautelare, nonostante fosse evidente sin dalle prime immagini che la macchina di quel criminale fosse come un proiettile sparato ad altezza uomo. Se vai così forte in città, in una strada del genere, lo metti in conto che puoi uccidere. E infatti hai ucciso, criminale”.
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“Nessuna misura cautelare, nonostante fosse stato sin da subito evidente la personalità del soggetto, dedito alle folli corse in auto e all’ostentazione di una vita a dir poco al limite. Lo dicevano i suoi video sui social. Chiaramente. Ostentandolo. Nessuna misura cautelare. È legittimo, ma un tantino strano visto che spesso se ne abbonda. Ma no, in questo caso no, nessuna”.
“Nonostante si fosse sottratto nell’immediatezza del fatto a farsi identificare quale conducente dell’auto. Quale assassino, in pratica. Niente, libero. Legittimo, ma strano. Parecchio. Una città che chiedeva risposte, che pretendeva risposte, una famiglia che aveva e ha il diritto di avere risposte serie, forti, decise, concrete. Nulla. Sinora nulla. Sinora, dopo quasi sette mesi, si assiste a una giustizia ancor più lenta del solito”.
“Una lentezza che fa male a un’intera città. Una città che non può credere che sia normale sfrecciare come un proiettile su via Matteotti e spezzare la vita a una meravigliosa ragazza di 25 anni. Senza conseguenze immediate. Serie. Rapide. Ad oggi, invece, questa giustizia sta mostrando alla città la parte peggiore di se”.
“E dispiace, molto. Soprattutto per chi ci crede alla giustizia. Camilla sicuramente ci credeva. E tanto. E' ora di darsi una mossa. Per rispetto a Camilla, per rispetto alla sua famiglia, per rispetto alla città intera, a tutta la gente perbene che qui vive e vuole sentirsi tutelata, rispettata”.
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I familiari rincarano la dose. “La tua vita spezzata, la nostra finita. Una giustizia, in cui credo poco, troppo lenta e inadeguata al tuo sacrificio e al nostro dolore. I colpevoli spensierati in vacanza, senza rimorsi, come se non fosse successo nulla. Questa è l'Italia. Giustizia per Camilla, lei ci credeva fortemente”.