Truffe a domicilio, di solito sono gli anziani le vittime. Ma non hanno limiti

Carattere
  • Più Piccolo Piccolo Medio Grande Più Grande
  • Predefinito Helvetica Segoe Georgia Times

Questa di cui si racconta di seguito è un’esperienza purtroppo comune a tante persone, tuttavia può risultare utile parlarne ancora, dal momento che continuano a ripetersi in queste ultime settimane episodi di truffe a domicilio.

In casa propria, quando ognuno si sente ‘protetto’ dal suo ambiente domestico. Invece viene violato tanto il domicilio quanto la vittima stessa.

Carousel Banner 1

Carousel Banner 1

Mercati di Citta
Mercati di Citta
Mercati di Citta
Mercati di Citta
Mercati di Citta

Carousel Banner 2

Carousel Banner 2

La signora Elisabetta (nome fittizio) abita a Manfredonia e ha deciso di parlarne con l’Attacco, dopo giorni di mortificato silenzio. I truffatori fanno leva principalmente sui fattori emotivi e, così come gestiscono i momenti della truffa, parimenti contano sui sensi di colpa successivi che prova la maggior parte delle vittime.

“È ora di pranzo e squilla il telefono di casa”, racconta Elisabetta. Voce di giovane, che le dice “nonna?”. Lei risponde chiamandolo per nome e da lì inizia il gioco di (bassa) abilità del suo interlocutore.

Questi sonda il terreno con domande volte a capire quante persone ci sono in casa in quel momento e come si chiamano. Insieme alla signora, c’è suo marito e anche il suo maturo figlio.

Il finto nipote annuncia che occorre ritirare un pacco presso l’ufficio postale, ma senza parlare di soldi.

Squilla ancora il telefono: un finto direttore delle Poste, con nuovi stratagemmi, riesce a far uscire di casa i due uomini presenti, millantando una raccomandata per il figlio dei due anziani.

Probabilmente i due sono osservati, dal momento che quando loro vanno via, suona al citofono un addetto delle Poste. Non è vero, è un complice della banda di delinquenti.

Riesce a farsi aprire il portone, mentre Elisabetta è sempre impegnata al telefono di casa. L’uomo indossa la mascherina, ha modi garbati ed entra con nonchalance in casa. Racconta che il pacco per il nipote della signora prevede un pagamento ‘corposo’, quindi “le Poste evitano ai clienti di andare in giro con tanti soldi e si premurano di raggiungere loro stessi le persone”.

Elisabetta, nonostante abbia raggiunto la soglia degli 80 anni, è una donna dotata appieno della sua intelligenza vivace. Sveglia, pronta e, anzi, la rimproverano di essere anche sin troppo razionale. Eppure le leve emotive stimolate dai truffatori la privano della benché minima difesa.

Consegna soldi, tutti quelli che aveva ritirato giorni prima per le prossime festività. Sacrifici e risparmi che, con suo marito, avrebbe voluto condividere con i figli.

La persona che Elisabetta ha di fronte non possiede il minimo scrupolo. Non pago, chiede anche oro, “che il direttore le restituirà, visto che lui non ha da farsene niente”. Non è ancora soddisfatto. Vuole la fede nuziale, “ma non gliel’ho data, perché mi sembrava esagerato”.

Dal telefono di questo uomo, il finto nipote rinforza le pretese e le chiede di “guardare in camera di zio, forse lui ha soldi nel cassetto”.

Ci sono, ma il truffatore non incamera quegli ultimi averi. Piuttosto si dilegua, probabilmente avvertito di quello che stava succedendo con marito e figlio della signora.

I due, infatti, avevano raggiunto l’ufficio postale ed erano in fila. Nel frattempo, il figlio aveva una conversazione in corso con chi si era qualificato come direttore ma inizia a mangiare la foglia. Fa domande sempre più pressanti e suo padre si incammina velocemente sulla strada del ritorno. Lui decide di fare lo stesso, subito dopo, e prova a mettere giù la telefonata in corso. Non serve. Le chiamate sono continue e non riesce a telefonare al 112, come vorrebbe.

Sono passati quasi tre quarti d’ora da quando marito e figlio di Elisabetta erano usciti da casa.

Il marito teme il peggio. Ha paura che sia stata aggredita, anche se ignora ancora che un uomo è entrato in casa loro. Si precipita a rotta di collo, seguito dal figlio. Quando arrivano, Elisabetta è sull’uscio. Sono passati pochi minuti da quando l’intruso è andato via e in lei matura un pensiero lancinante. “Mi hanno truffata”, dice ai congiunti.

Ciliegina sulla torta (amara): ha consegnato anche la tessera del bancomat e indicato il codice PIN. Qualcuno potrebbe attribuirle dolo. Qualcuno che non comprende la sudditanza psicologica che questi abili truffatori riescono a imporre, contro la volontà delle vittime di turno. Vittime, non corresponsabili. Tessera bloccata in meno di un’ora, tempo insufficiente per scongiurare la beffa degli ulteriori soldi prelevati dal bancomat: il massimo possibile in un giorno.

Elisabetta è scossa. “Ne abbiamo arrestati 4 una settimana fa, vengono dalla Campania”, le ha riferito il carabiniere che ha raccolto le testimonianze.

“Non avrei mai pensato che potesse succedermi – chiosa la signora Elisabetta – e che, addirittura, ci sarei cascata in pieno. Il nostro Natale non sarà dei migliori, spogliati della dignità prima ancora che di averi materiali. Non riavremo né gli ultimi e né la serenità e la fiducia perdute, tuttavia spero che con questa mia testimonianza, non succeda più a nessuno”.

Non entra nel merito degli ultimi casi, dal momento che le indagini per risalire agli autori delle truffe sono in corso, ma il comandante dei Carabinieri di Manfredonia, Giuseppe Zago, conosce bene il cliché. E c’è attenzione particolare anche da parte del Comando provinciale e dell’Arma, più in generale.

“Il 15 ottobre scorso abbiamo eseguito ordinanze di custodia cautelare nei confronti di tre soggetti campani, che avevano consumato truffe a Manfredonia e in altri comuni della provincia”.

Questi tre soggetti, il più giovane 30enne e il più anziano 55enne, a cui sono stati attribuiti 5 episodi di truffa, dimoravano stabilmente a Napoli ma “venivano qui per commettere truffe in danno di anziani”.

Le vittime sono tutte ultraottantenni, in un caso si trattava di un 90enne.

Zone Transition

Zone Transition

“Millantano difficoltà economiche di un qualche parente - racconta Zago -, oppure simulano di essere congiunti e approfittano di chi apre loro la porta, mandando qualcuno a casa che ritira i soldi, o anche oro”.

Clicca qui per Partecipare ai nostri Questionari Chiudi

Partecipa al Questionario di FORGARGANO

QUESTIONARIO SUL PROGETTO FORGARGANO

Gentili visitatori, aiutateci a migliorare il turismo nel Parco Nazionale del Gargano. Le vostre opinioni sono preziose! Grazie per la vostra partecipazione!

Questionario

Partecipa al Questionario di INNOVALEGUMI

QUESTIONARIO SUL PROGETTO INNOVALEGUMI

Invitiamo tutti i visitatori a partecipare al nostro questionario sul Progetto Innovalegumi, nell'ambito del PSR 2014-2020, Misura 16.2, Focus Area 2a. Il progetto mira a migliorare la coltivazione delle leguminose nelle aziende cerealicole pugliesi attraverso la selezione di varietà ottimali e l'adozione di tecniche innovative. Le vostre risposte ci aiuteranno a comprendere meglio le esigenze del territorio e a sviluppare soluzioni efficaci. Grazie per il vostro contributo!

Questionario

   banner whatsapp canale 700

 

testatina dillo al direttore WEB

 

CONTENUTI SPONSORIZZATI

Migliora la tua esperienza: installa la nostra app ora!

Ottieni accesso immediato alla nostra app installandola sul tuo dispositivo iOS!
È sufficiente toccare il pulsante Share (condividi) in basso allo schermo,
poi selezionare Add to Home Screen (Aggiungi alla schermata Home).
Segui le istruzioni per aggiungere l'icona della nostra app alla schermata Home per un accesso rapido e facile.
Goditi una navigazione senza interruzioni e rimani connesso ovunque tu vada!

× Installa l'app Web
Mobile Phone
Offline: nessuna connessione Internet
Offline: nessuna connessione Internet