Tutte le favole, anche quelle senza il lieto fine, cominciano con la tradizionale formula di rito “C’era una volta...”. E questa non fa eccezione. È la storia della pallavolo a Foggia, iniziata nella palestra di una scuola sessant’anni fa e che ha regalato allo sport cittadino pagine memorabili e atleti di ottimo livello ma che è tristemente caduta nell’oblio.
Relegato alle sole competizioni giovanili, da quest’anno il volley foggiano non ha più diritto di cittadinanza nei campionati federali neppure a livello regionale.
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Come si è arrivati a tanto? Forse perché nella vita, come affermava Giovanni Battista Vico, si ripropongono ciclicamente corsi e ricorsi storici. E l’uomo a volte si rivela restio ad assimilare le lezioni del passato. Può essere utile quindi ripercorrere la storia della pallavolo foggiana dagli esordi fino agli anni bui. Ma sarebbe un puro esercizio di stile se non ci ponessimo, girandoli agli addetti ai lavori, almeno tre interrogativi. Quali furono gli eventi che portarono il volley foggiano degli anni ruggenti agli onori dei Campionati Nazionali? Quali le cause che hanno condotto al suo declino? E quali potrebbero essere i presupposti per una eventuale – auspicabile – rinascita? Prima di esaminare i pareri di alcuni nomi illustri della pallavolo a Foggia riviviamo dunque le emozioni, le gioie e i dolori che questa spettacolare disciplina ha regalato alla Città delle Tre Fiammelle.
C’era una volta, dunque, un professore di educazione fisica che, animato da una straordinaria passione e generosità, ha avviato alla pratica sportiva intere generazioni di studenti che avrebbero poi raggiunto mete importanti sia nello sport che nella vita. Si chiamava Michele Mariella, era uno strenuo difensore della cultura fisica – all’epoca guardata con una certa diffidenza da benpensanti e bacchettoni – ed insegnava all’ITG “Eugenio Masi”: giocatore di rugby in gioventù, come docente ha coltivato con particolare attenzione i talenti in sboccio nell’atletica leggera e nella pallavolo. Il glorioso Istituto Tecnico è stato la culla del volley foggiano grazie anche alla lungimiranza di dirigenti scolastici come Bartolo Sanno e Michele Ferrarese che, intuendo l’importanza dello sport nelle politiche giovanili, hanno incentivato la pratica di questa disciplina sostenendola in modo tangibile.
Il primo timido approccio avvenne, sotto le amorevoli cure del Prof. Michele Mariella con l’anno scolastico 1961/62 ma già l’anno seguente gli studenti del “Masi” si aggiudicarono la Coppa Provinciale di pallavolo: su suggerimento del segretario provinciale della Fipav Ciro Mimmo, la squadra venne affiliata alla Federvolley per partecipare al campionato di Promozione. In quegli anni a Foggia la pallavolo a livello agonistico era totalmente assente. Michele Mariella all’epoca era anche preparatore atletico del Corpo dei Vigili del Fuoco e si giunse ben presto ad un accordo: fu allestita una squadra mista tra pompieri e alunni del Masi, con questi ultimi che rappresentavano lo zoccolo duro del team, mentre i Vigili del Fuoco misero a disposizione mezzi e personale per le trasferte. Ed arrivò subito la promozione in Serie D regionale. Dopo due stagioni di assestamento, nel 1965/66 arrivò un altro salto di categoria, questa volta verso la Serie C nazionale, battendo 3-1 L’Aquila nella finale interregionale: i pilastri di quella squadra erano il capitano Elio Nazzareno, l’alzatore Luigi Augelli, gli schiacciatori Luigi Caiazzo, Pasquale Di Giacomo e Angelo Palano, due spericolati lottatori come Rosario Rizzi ed Eliseo Santangelo, il solido centrale Luigi Occini – formidabile a muro – e l’universale Vito Testa.
Purtroppo nel ‘66/’67 i Vigili del Fuoco rinunciarono a proseguire l’attività a causa degli onerosi costi e stante l’impossibilità di distogliere uomini e mezzi dai loro importanti servizi di protezione civile. I pionieri della pallavolo foggiana però non si persero d’animo e fu dunque redatto lo statuto che sanciva ufficialmente la nascita della Società Polisportiva Eugenio Masi: per far fronte alle spese di gestione furono contattati enti locali, istituti di credito ed altri sponsor ma la squadra, complice anche l’inesperienza a certi livelli, non riuscì ad evitare la retrocessione, peraltro poi cancellata dal successivo ripescaggio, ma la stagione ‘67/’68 ebbe identico esito. Con una squadra ampiamente ringiovanita il Masi conobbe un’annata trionfale nel ‘68/’69 vincendo tutte le partite e tornando così a vele spiegate in Serie C. Dopo due tranquille salvezze, la stagione ‘71/’72 vide i neroverdi retrocedere nuovamente in D, togliendosi però lo sfizio di battere il Bari con un rotondo 3-0 nel derby.
Il 1972/’73 vide invece l’immediata risalita in C e la nascita della prima squadra di pallavolo femminile a Foggia. Dopo aver sfiorato la promozione in serie B, nel ‘74/’75 i tagli al budget imposero alla dirigenza di chiudere la sezione femminile cedendo le atlete ad altre società nate nel frattempo come Avis Foggia e Mobili Maffei mentre la squadra maschile, dopo aver guidato a lungo la classifica, ebbe una flessione a fine torneo chiudendo al terzo posto. Il ‘75/’76, anno della riforma dei Campionati di Volley, arrivò la prima storica promozione in Serie B con una squadra interamente composta da studenti del Masi. Cominciava a farsi apprezzare un giovane talento chiamato Fedele Rosania: nella vita diventerà un apprezzato architetto e nella pallavolo arriverà a giocare anche in Serie A2 a Pescara e Firenze.
Dopo due stagioni però ci fu il ritorno nel purgatorio della serie C che sarebbe durato sino al 1984/’85 quando, al termine di una vera e propria marcia trionfale con 16 vittorie su 17 partite, il Masi riabbracciò la Serie B. Nelle due annate successive il team foggiano sfiorò addirittura la promozione in A2, perdendola nel primo caso in una drammatica sfida decisa al quinto set col Galatina del nazionale bulgaro Galabinov e nel secondo dopo lo spareggio con lo Spoleto allenato dall’ex coach azzurro Carmelo Pittera.
Nel 1987/’88 la Fipav deliberò una nuova ristrutturazione dei campionati ed il Masi, chiudendo la regular season al quinto posto, fu ammesso al torneo di B1 dove l’anno seguente coltivò a lungo, ma invano, le speranze di promozione. La stagione 1989/’90 vide purtroppo la fine dei sogni: il ritiro di uno sponsor (un istituto di credito del Nord) a due mesi dalla fine fece saltare il banco e l’ottavo posto finale fu oscurato dalla richiesta di svincolo d’ufficio da parte di quasi tutti i tesserati. Un “tradimento” che ferì nel profondo l’animo generoso di Michele Mariella.
Il resto fu un rapido ed inevitabile declino, con la discesa agli inferi fino alla Serie D: il ciclo d’oro della Masi si chiuse ufficialmente nel 1995/’96, il testimone fu raccolto negli anni successivi dall’Avis Foggia che arrivò sino in B1 poi ci fu un tentativo di rinascita del Masi agli albori del XXI Secolo: il punto più alto è stato raggiunto nel 2011 con la conquista della Coppa Italia di B2 maschile da parte della Zammarano SportLab.
Negli ultimi anni, invece, il buio più totale, fino a giungere in questa stagione alla definitiva scomparsa dei club di Foggia dai campionati regionali per concentrarsi solo sul settore giovanile e, si spera, gettare in tal modo le basi per una futura rinascita.
Zone Transition
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Il professor Michele Mariella, padre della pallavolo foggiana, ci ha lasciati nel gennaio 2017. Almeno gli è stato risparmiato quest’ultimo oltraggio alla sua amata creatura.
(Siro Palladino)