Letta (PD): “Difendere i soldi del Pnrr per il Sud”, il Pd riparte dalla Puglia con il suo Manifesto

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Enrico Letta è arrivato a Foggia alle ore 20.20, 50 minuti più in là rispetto al previsto, per aver accumulato un po’ di ritardo nel corso del fitto cronoprogramma domenicale di appuntamenti elettorali attraverso tutto il Tacco d’Italia, considerato dallo stesso segretario dem uno dei fortini più resistenti per una strenua difesa dalla cavalcata delle destre. “Il Pd conta sulla Puglia, molti collegi sono contendibili”, ha detto nel pomeriggio di ieri dalla conferenza stampa di Villa de Grecis a Bari, dove ha incontrato gli amministratori locali. E lo ha ribadito a Foggia. Ad attenderlo nel capoluogo dauno circa 400 persone, in piazza Umberto Giordano, sotto il Palazzo degli Uffici statali.

Con lui, tra gli altri, Francesco Boccia e gli altri candidati del territorio, ovvero il vicepresidente regionale Raffaele Piemontese e le candidate all’uninominale 01, per Camera e Senato, Valentina Lucianetti e Teresa Cicolella.

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“La Puglia - ha detto fiducioso alla stampa foggiana il segretario nazionale dei dem - è diventata una delle regioni d’Italia che per una serie di dinamiche sta facendo svoltare le prospettive della campagna elettorale. Noi in Puglia stiamo crescendo e soprattutto la dinamica che si sta creando, con un centrodestra in grande difficoltà su questo territorio, rende tutti i collegi della Puglia contendibili. Nei collegi vince chi arriva primo e noi qui siamo competitivi ovunque. A Foggia abbiamo una squadra fantastica con candidati espressione del territorio, cosa che io ho voluto fortemente”, ha sottolineato Letta.

“Il nemico numero uno da battere - ha continuato il dominus nazionale del Partito democratico - è l'astensionismo, il fatto che gli italiani oggi non abbiano intenzione di andare a votare”. Così ha risposto Letta a chi gli chiedeva se in Puglia e nel Mezzogiorno il nemico numero uno da battere fosse il leader del M5S Giuseppe Conte. "Noi - ha proseguito Letta - dobbiamo convincere le persone ad andare a votare sulle nostre proposte sul Mezzogiorno. Vogliamo mantenere i soldi del Pnrr al Sud a fronte di uno scippo che la Lega ha intenzione di fare”. Sull’emergenza più cogente del momento, però, Letta ribadisce la necessità di imporre un tetto massimo al caro bollette.

Per Letta, inoltre, il partito di Salvini vuole rinegoziare il Pnrr per eliminare la clausola che destina il 40% delle risorse al Sud. Risorse che, secondo il segretario dem, vanno difese anche dagli appetiti della mafia. “Noi - ha spiegato - vigileremo perché quei soldi vadano al Sud. Sono soldi che servono per le infrastrutture, per il lavoro e la scuola, temi fondamentali attraverso i quali faremo ripartire il Mezzogiorno”.
A presentarlo sul palco la segretaria provinciale Lia Azzarone che ha esclamato tranchant: “Qui vogliamo vincere e stravincere”.

Carico anche il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, che, a dirla tutta, quanto a fragore di applausi ricevuti dal pubblico, ha nettamente surclassato lo stesso Letta.
“In questo territorio - ha affermato Piemontese durante il suo comizio - noi abbiamo la maggior parte dei sindaci. Questo è un territorio che, per sua vastità, giustifica le nostre aspettative su questa competizione elettorale. Poi la politica dei fatti, con gli esempi “sul Gino Lisa, il supporto all'area industriale foggiana, al settore dell’agroindustria di Cerignola e San Severo, all’area portuale Manfredonia”.

“Abbiamo dovuto sconfiggere - ha continuato Piemontese - le burocrazie sorde a questo territorio, come inizialmente accaduto a Bruxelles per le istanze sull’aeroporto di Foggia. Un altro nostro grande obiettivo - ha concluso il vicepresidente regionale - è sconfiggere la Quarta Mafia, principale fattore di povertà di questa terra. Ecco perchè è necessario ragionare sul ripristino delle circoscrizioni giudiziarie e sul potenziamento delle forze dell'ordine”.

Per Letta, sul palco, “i fondi del Pnrr servono a combattere la siccità, con più di 2 miliardi di euro assegnativi. 4 miliardi per le politiche attive del lavoro. E poi fondi per le scuole, laddove oggi in Italia gli insegnanti sono pagati troppo poco, e per 100mila aule tecnologicamente avanzate, nonché interventi su asili nido. Non permetteremo a Salvini e Meloni di scippare questi soldi al Sud. Tutti i bambini dovranno frequentare la scuola dell’infanzia, per avere pari opportunità dalla nascita. Per il lavoro proponiamo un’unica riduzione fiscale, seria, non le 20 diverse promesse dalla destra. Il nostro mantra - ha continuato Letta - è quello di Don Milani: ‘Non c'è niente di più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali’. E poi basta a finti stage e tirocini gratuiti, il primo lavoro dei giovani deve essere pagato, attraverso la nostra proposta di decontribuzione. Infine vogliamo fitti e mutui prima casa agevolati. Uscire a 30 anni dalla casa dei genitori, come accade in Italia, è troppo tardi. Ridurremo questo dato a 24 anni, così che anche il tema della natalità sarà affrontato diversamente, perché ora i giovani non hanno prospettive per formare nuove famiglie. Attualmente la coesione sociale è tutta a carico dei 70enni”.

La “Carta di Taranto-Manifesto per il Sud e per le Isole” è il documento politico presentato ieri dal segretario nazionale del Pd a Taranto, Bari e infine a Foggia.

Letta propone “che entro il 2024 si assumano, con procedure trasparenti, 300mila dipendenti nelle amministrazioni centrali e negli enti territoriali, e che successivamente, fino al 2029, si proceda con l'immissione di almeno 120mila nuovi dipendenti all'anno, per un totale di 900mila nuove assunzioni”. Sono 7 le linee di azione per il Mezzogiorno “su cui intervenire - si afferma nella Carta - con i fondi del Pnrr e con le politiche ordinarie: pubblica amministrazione; sanità, scuola e servizi di cittadinanza; transizione ecologica e gestione delle acque; lavoro e imprese; zone economiche speciali (Zes); sicurezza e legalità; insularità”. Per liberare il potenziale del Sud, nel primo punto della Carta dedicato alla pubblica amministrazione, si propone di “creare un ufficio associato per la trasformazione digitale dei piccoli comuni, che spesso non hanno personale adeguato”; di "finanziare l'istituzione di uffici sovracomunali che assumano personale in grado di accompagnare le piccole realtà locali nella trasformazione digitale”; di "lanciare un piano nazionale straordinario dedicato alla formazione e aggiornamento dei dipendenti con particolare attenzione ai temi della sicurezza informatica e della gestione dei dati”.

Nel documento del Pd si precisa che “l'Italia potrà avere una crescita sostenibile e durevole solo se saprà finalmente colmare i divari territoriali tra Nord e Sud del Paese”.

“Per la Sanità – ha detto Letta - gli obiettivi sono di portare entro il 2027 la spesa al 7% del Pil (nel 2023 si stima sarà del 6,4%)", di “varare un Piano straordinario per tutto il personale sanitario”, di "ridefinire i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep)" e di “superare il criterio della spesa storica, che per anni ha privato di risorse i territori che avrebbero avuto maggior bisogno di investire in servizi di qualità". Per la Transizione ecologica si propone di “insediare nel Mezzogiorno, nell'ambito degli ecosistemi dell'innovazione al Sud, una rete di grandi poli di formazione su rinnovabili e transizione verde, un vero e proprio hub internazionale, capace di attrarre competenze e investimenti, di offrire concrete prospettive lavorative ai giovani del Sud, anche recuperando le grandi aree dismesse, così da rafforzare la leadership italiana nella green economy”. Si fa riferimento inoltre alla possibilità di realizzare “al Sud il ciclo integrato dei rifiuti" e di varare “un Piano nazionale per l'acqua e la siccità, che parta dall'istituzione di una Cabina di regia nazionale presso Palazzo Chigi per coordinare e portare a termine gli investimenti previsti dal Pnrr nel settore idrico (4,3 miliardi di euro) e le risorse nazionali stanziate per il Piano Invasi”.

Tra gli altri obiettivi messi nero su bianco, anche quello di “realizzare la fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud - attraverso il negoziato con la Commissione europea - così da accompagnare, come previsto al momento dell'introduzione, tutta la stagione di rilancio degli investimenti per massimizzarne l'impatto occupazionale”

Zone Transition

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La Carta prevede inoltre di “proseguire nell'azione del governo Draghi presso l’Ue per rendere strutturale il taglio del 30% dei contributi previdenziali per le lavoratrici e i lavoratori del Sud”.

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